Un incontro sulle professioni ambientali organizzato dall’AISA, l’associazione di categoria che riunisce i laureati e gli studenti di Scienze Ambientali. Il Preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie, prof. Raffaele Santamaria, ha definito “estremamente fruttuoso” il convegno che si è svolto lo scorso 15 febbraio presso la nuova sede al Centro Direzionale, al quale ha preso parte assieme al Direttore del Dipartimento, prof. Giancarlo Spezie, e al Presidente del Corso di Laurea in Scienze Ambientali, prof. Giovanni Fulvio Russo. A illustrare le prospettive del professionista delle scienze ambientali sono stati i referenti locali dell’AISA – i dottori Franco De Martino, Maena Renzi, Valerio Catalano-, che ha recentemente istituito una sezione Napoli-Salerno, sotto la presidenza della dott.ssa Floriana De Stefano,. Franco De Martino. A Catalano, 32 anni, oggi collaboratore della presidenza della Facoltà, abbiamo chiesto di raccontarci com’è stata la sua esperienza alla luce degli sviluppi recenti del Corso di Laurea e degli sbocchi ai quali prepara. “Mi sono iscritto a questo Corso quando era attivo presso la Facoltà di Scienze nautiche, prima della riforma. Oggi collaboro con la presidenza, ho un contratto con il Conisma, Consorzio per le scienze del mare, e lavoro su progetti specifici come è avvenuto con la preparazione di un corso nell’ambito del progetto Campus Campania”. Lei è stato dunque tra i primi a scegliere la strada delle Scienze Ambientali. Scelta difficile? “Coraggiosa, ma la rifarei. E come me la rifarebbero tutti quelli che hanno cominciato allora. Lo riteniamo un percorso di studi molto valido, dotato di caratteristiche di interdisciplinarietà che permettono di inquadrare correttamente le problematiche ambientali”. Il problema, a quanto sembra, non sta nei contenuti del Corso quanto nei suoi sbocchi. Quella del laureato in Scienze Ambientali è una professionalità ancora poco conosciuta? “Sì, ed è per questo che è nata l’AISA, per renderci più visibili, sia verso il settore pubblico che verso quello privato. Ancora oggi ci sono bandi in cui tra i titoli riconosciuti vengono inseriti solo le lauree in Ingegneria, Scienze naturali, biologiche… Segnaliamo tutti i casi in cui per i laureati in Scienze ambientali non è prevista la possibilità di partecipare ai concorsi. Abbiamo una carta dei servizi che prevede agevolazioni in vari settori, come ad esempio quello dell’assicurazione professionale. Abbiamo stilato un codice deontologico che indica i parametri di serietà e competenza cui il professionista delle Scienze ambientali deve adeguarsi quando opera. E poi teniamo contatti con il network internazionale. Molti laureati fanno ricerca all’estero: Inghilterra, Spagna, Germania e Francia”. Questa situazione non rischia di scoraggiare le nuove leve? “I più giovani possono già immaginare che ci sono difficoltà per la nostra figura, ma l’AISA lavora proprio per rimuoverle, soprattutto attraverso azioni che diano alla nostra professionalità il giusto risalto. Sta partendo una campagna di tesseramento di cui stiamo cercando di informare il più possibile. Tesserarsi costa solo 50 euro e di questi un euro simbolico va all’EFAEP, la rete internazionale. Tra i progetti che intendiamo portare avanti c’è quello di un’azione di tutoraggio e orientamento tra gli studenti”. L’Università Parthenope si interessa molto alla vostra associazione, che però non è legata ad alcun ateneo in particolare. Anche i laureati e gli studenti della Federico II possono tesserarsi.
“Il laureato in Scienze ambientali: indispensabile per la Campania!”: questo il titolo del suo intervento, con un bel punto esclamativo che enfatizza il messaggio. Un messaggio ottimista? “Siamo ottimisti perché in Campania c’è una situazione talmente disastrata che prima o poi la classe dirigente dovrà tenere conto della nostra professionalità. La questione dei rifiuti è solo la punta dell’iceberg”. Una situazione disastrata. Verrebbe voglia di chiederle: per fortuna o purtroppo? “Spesso è un purtroppo, ma ci sono anche campi in cui per fortuna dovremmo trovarci a lavorare. Non si deve solo pensare alle azioni di bonifica, alle operazioni di incenerimento dei rifiuti e così via. Ci sono anche la tutela dei parchi e delle acque, la riqualificazione urbana. Anche in campo di valorizzazione del territorio il lavoro per i laureati in Scienze ambientali non manca. Durante il 2008 organizzeremo seminari e convegni per tenere vivo il dibattito su questi temi”.
“Il laureato in Scienze ambientali: indispensabile per la Campania!”: questo il titolo del suo intervento, con un bel punto esclamativo che enfatizza il messaggio. Un messaggio ottimista? “Siamo ottimisti perché in Campania c’è una situazione talmente disastrata che prima o poi la classe dirigente dovrà tenere conto della nostra professionalità. La questione dei rifiuti è solo la punta dell’iceberg”. Una situazione disastrata. Verrebbe voglia di chiederle: per fortuna o purtroppo? “Spesso è un purtroppo, ma ci sono anche campi in cui per fortuna dovremmo trovarci a lavorare. Non si deve solo pensare alle azioni di bonifica, alle operazioni di incenerimento dei rifiuti e così via. Ci sono anche la tutela dei parchi e delle acque, la riqualificazione urbana. Anche in campo di valorizzazione del territorio il lavoro per i laureati in Scienze ambientali non manca. Durante il 2008 organizzeremo seminari e convegni per tenere vivo il dibattito su questi temi”.