Dal numero programmato agli sbocchi occupazionali dello psicologo junior. Tanti i dubbi che si insinuano in questo percorso anche per coloro che hanno già deciso di studiare Psicologia, e diverse le mail che ci arrivano da studenti del Federico II che vogliono chiarimenti relativi al corso di laurea triennale in Psicologia dei processi relazionali e di sviluppo. Le giriamo tutte alla prof.ssa Laura Aleni Sestito, Presidente del Corso di laurea, alla quale, prima di tutto, chiediamo se è prevista l’abolizione del numero programmato dal prossimo anno accademico. “No – risponde la prof.ssa Sestito – per ora, si tratta di una nostra intenzione ma non abbiamo ancora deliberato nulla…”. Riduzione del numero di esami per la laurea triennale, a partire dal prossimo anno in virtù dell’adeguamento di tutti i corsi di laurea al nuovo decreto 270. “Siamo in corso d’opera. E’ normale che anche Psicologia verrà adeguato alle nuove direttive, secondo le quali i percorsi di studio non devono avere più di venti esami. Attualmente, a Psicologia, ne sono previsti ventiquattro quindi, arriveremo a venti, ma ciò non comporterà cambiamenti sostanziali”. Veniamo ora agli sbocchi occupazionali di un laureato triennale. “Un laureato triennale ha la possibilità di iscriversi all’albo professionale B, ma le opportunità restano limitate… si può lavorare sotto la responsabilità di un laureato magistrale. Per accedere ai concorsi pubblici, resta necessaria la laurea magistrale e, spesso, per tutti gli altri sbocchi è utile anche aver frequentato corsi di specializzazione post lauream…”. Al conseguimento della laurea magistrale, aggiungiamo che gli sbocchi aumentano: si va dallo psicologo clinico ad altre aree emergenti quali la psicologia della salute e la prevenzione in tutti i suoi aspetti, la psicologia sociale del lavoro e dell’organizzazione, la pubblicità, la comunicazione, il marketing; il counseling e la mediazione; la scuola e la formazione; la psicologia di comunità, l’intervento sull’handicap, le tossicodipendenze, l’affidamento dei minori, la psicologia dello sport; la psicologia giuridica o forense, il campo dell’informatica, il campo della riabilitazione cognitiva e delle neuroscienze. “Personalmente – conclude la Sestito – consiglio sempre di proseguire gli studi, magari anche con corsi di specializzazione…”.