Studenti-custodi al Dipartimento di Filosofia

Entrando al Dipartimento di Filosofia si nota subito che c’è qualcosa di nuovo: il gabbiotto della sorveglianza è molto più movimentato che in altri tempi. Soprattutto, più pieno: invece dello storico sig. Marano, ci sono degli studenti, un addetto alle pulizie, qualche volta un docente. C’è chi studia, chi è occupato a fare altro. Sono tutti gentili ed efficienti nel fornire informazioni, una squadra improvvisata ed eterogenea per quanto funzionante, che sembra avere sostituito quell’unica figura – pilastro del Dipartimento. Ma cosa è successo?
“Dal 21 dicembre il sig. Marano è andato in pensione, sebbene il suo pensionamento fosse stato annunciato già da ottobre”, spiega il Direttore del Dipartimento, prof. Fabrizio Lomonaco. Ma, nonostante siano stati sollecitati più volte gli Uffici della Facoltà e del Polo, che ormai “conoscono il problema”, continua il professore, una risposta tarda ad arrivare. La situazione è la seguente: in mancanza di un addetto alla sicurezza e ai servizi di custodia e portineria, il Dipartimento si regge solo sul volontariato, “a titolo del tutto gratuito”, sottolinea il prof. Lomonaco, di un gruppo di studenti, con l’aiuto occasionale di personale addetto a funzioni del tutto diverse. “Sono stato fortunato per l’intesa positiva e immediata raggiunta con gli studenti, che dall’inizio si sono subito accordati per portare avanti questa collaborazione volontaria e quotidiana, espletando tutte le funzioni che vanno dall’ordinamento alla custodia, con grande determinazione e continuità. E’ un riconoscimento che va dato”. Il fatto, continua il prof. Lomonaco, è stato anche denunciato nell’ultimo Consiglio di Dipartimento, dove il prof. Fulvio Tessitore “ha sollecitato l’intervento immediato degli organi competenti e ha ufficializzato l’apprezzamento dei docenti per il lavoro svolto dagli studenti”. “Avrei dovuto chiudere il Dipartimento – puntualizza il prof. Lomonaco – e non vorrei trovarmi costretto a farlo. Sono moderato, ma non a vita. Mi rendo conto che la situazione dell’ateneo in questo momento è delicata, che non c’è disponibilità di personale di cui avremmo bisogno, ma il nostro disagio va avanti ormai da più di due mesi. Il volontariato degli studenti non può durare all’infinito, anche se sostenuto da altri collaboratori. Chi si prende, ad esempio, le responsabilità dal punto di vista della sicurezza?”. 
Intanto i ragazzi continuano a rispettare ogni giorno un impegno preso seppure informalmente; il cartellino da timbrare non c’è ancora, ma poco manca. “In questo momento  siamo in tre – racconta uno di loro, Federico Simonetti – all’inizio eravamo di più, ma in quest’ultimo periodo  molti sono stati presi da esami e altri impegni. Siamo comunque un nucleo che ha sempre vissuto l’Università a tempo pieno, per cui quando si è creato questo vuoto ci siamo sentiti chiamati in causa”. Soltanto uno di loro è un rappresentante ufficialmente eletto, Grazia Sigillo; gli altri non hanno alcuna carica, ma comunque si danno il cambio con turni che comportano un impegno di “circa cinque ore al giorno, anche se flessibile”, spiega Federico. La squadra di custodia è completata poi da due ragazze che fanno il part-time studentesco; ma vengono solo due giorni a settimana. Anche i docenti sono costretti a intervenire o a fare da soli, se non c’è personale addetto; in una situazione di bisogni comuni, tutti collaborano con tutti. Così il prof. Lomonaco racconta che quando arriva la mattina presto trova l’addetto alle pulizie che pur avendo appena finito il suo lavoro si trattiene per dare una mano, anche lui in maniera del tutto volontaria, e spesso si ritrovano insieme a fare fotocopie e altre faccende che sarebbero spettate ad un custode. 
Pessime condizioni
dei servizi igienici,
parte una petizione
Ma gli studenti dell’attivissimo Dipartimento di Filosofia hanno anche preso in mano un’altra annosa questione, stavolta comune a tutta la Facoltà: i bagni, la cui condizione, in tutte le sedi principali, ha toccato da tempo i minimi storici in fatto di manutenzione e pulizia. Finalmente una raccolta firme degli studenti di Filosofia denuncia ufficialmente la situazione, richiedendo alla Facoltà di intervenire, “constatate le deplorevoli condizioni d’esercizio dei servizi igienici in oggetto, ovvero: impossibilità materiale di accesso presso almeno la metà dei bagni esistenti; impedimento all’utilizzo per le persone diversamente abili; assenza persistente e pertinace di carta igienica, sapone, asciugamani….”, come specifica il testo della petizione. Le firme raccolte sono già 150 e comprendono non solo quelle di studenti di altri Corsi di Laurea, ma anche di ricercatori, dottorandi e docenti del Dipartimento: anche qui si tratta di una “mancanza di servizi che intacca la vivibilità dell’Università”, sostiene Federico, e su questo sono d’accordo tutti. 
Si può quindi, forse, davvero parlare di una “congiuntura fortunata di comunicazione tra studenti, docenti e personale”, come la definisce il prof. Lomonaco, un momento in cui vengono coinvolte tutte le componenti del Dipartimento “perché i problemi sono comuni”. Un lavoro di squadra che sembra dare i suoi frutti non solo nel tamponare i problemi di custodia, se nell’ultima giornata dell’orientamento nell’ambito di Porte Aperte, racconta il professore, “c’erano 120 ragazzi ad ascoltare la presentazione dei Corsi di Filosofia – niente è casuale”. “Per la prima volta l’aula degli studenti ha la maniglia alla porta, è stata messa una pedana per consentire l’accesso ai disabili e c’è la predisposizione per la linea internet: a breve arriverà anche il computer, che presto diventerà indispensabile anche per la prenotazione degli esami on-line, per i Corsi di Laurea del Dipartimento – soprattutto dato che i chioschi informatici in Facoltà sono spesso mal funzionanti”, spiega Federico e il prof. Lomonaco conferma. Un clima collaborativo davvero inusuale, tanto che forse l’ateneo non ritiene indispensabile inviare un nuovo custode nel vedere che vanno avanti così bene da soli. Ma che succederà quando gli studenti vorranno legittimamente tornare a fare gli studenti?
Viola Sarnelli
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