Disfunzioni alla Segreteria di Lettere: parallelamente al trasloco di sede non è avvenuto lo sperato cambiamento a livello organizzativo. La segnalazione è pervenuta in redazione da alcuni studenti. In una lettera descrivono il personale come “scorbutico e inefficiente”, e i disservizi dovuti soprattutto ad un “continuo marasma burocratico”, in cui vanno perse non raramente le camicie d’esame e spariscono gli esami convalidati, motivo per cui gli studenti sono “costretti a perdere tempo dietro alle faccende amministrative spettanti alla segreteria”.
Di fatto basta passare una mattinata nella struttura di via Cortese per verificare come molte di queste affermazioni siano piuttosto credibili. Solo su un punto i frequentatori della segreteria di Lettere non sono unanimamente concordi, ovvero l’efficienza del personale – secondo molti sarebbe solo un problema di ‘mancanza di cortesia’, probabilmente per eccessivo stress di quell’unico operatore disponibile, più che di vera e propria inefficienza. Su tutti gli altri punti invece, 8 studenti su 10 sono d’accordo: si aspetta troppo, non è possibile che sia sempre aperto un solo sportello, spesso bisogna tornare più volte per semplici operazioni, ed è capitato a molti che vengano perse le camicie d’esame e non risultino esami già sostenuti. In più, molti fanno notare che se funzionassero i chioschi informatici che sono quasi sempre rotti, o comunque non stampano i documenti, si eviterebbe di dover venire apposta in Segreteria per semplici documenti o certificati, risparmiando tempo prezioso sia per gli studenti che per gli operatori.
“Siamo qui da un’ora, come tutte le altre volte che siamo venute è aperto un solo sportello per tutta la Facoltà”, dicono Carmen Esposito e Manuela Priore, iscritte ad Archeologia, al primo anno. “E ci hanno detto che i libretti arriveranno solo a fine marzo, ci toccherà poi andare da tutti i professori con cui nel frattempo avremo sostenuto esami per farli firmare”. Per le normali funzioni burocratiche non hanno avuto finora problemi, ma “ad una mia amica, anche lei ancora senza libretto, non risulta un esame già sostenuto”, aggiunge Carmen, e certo non avendo il libretto come controprova le cose si complicano.
”Lo sportello aperto è sempre uno solo”, confermano Anna e Valeria, iscritte a Lingue del Vecchio Ordinamento, “e l’attesa media 45 minuti, in orari di punta la fila arriva fuori la porta. Il personale più che inefficiente è ‘umorale’, il che è anche comprensibile se si pensa che c’è uno solo a dover gestire per tre ore le richieste di un centinaio di persone”. Anche loro hanno una disavventura da raccontare, legata a inefficienze burocratiche: “qualche anno fa ho sostenuto un esame che in Segreteria non risultava – racconta Anna- Mi hanno fatto tornare quattro volte prima di dirmi che dovevo andare a risolvere la questione negli uffici, dove poi siamo riusciti a trovare i documenti mancanti”. Una parte delle lungaggini poi dipende certamente dal fatto che “i terminali in Facoltà non funzionano mai: se così non fosse, la fila in segreteria sarebbe di sicuro molto ridotta”. Fila che, arrivati alle 11:30, comprende ancora una trentina di persone che si rinnoveranno fino alla chiusura, mezz’ora dopo. “L’attesa va da mezz’ora a un’ora e mezza, e gli operatori non si possono definire gentilissimi: ma d’altra parte se c’è sempre una sola persona a dover fare tutto si può anche capire – concordano F. e M. di Psicologia- E’ vero che i terminali nella sede centrale sono sempre rotti, a volte andiamo a Giurisprudenza dove funzionano più spesso; ma anche lì poi il più delle volte non si riesce a stampare”.
“Non si può dire che in questa segreteria siano la gentilezza in persona- osserva Veronica, al primo anno di Lettere Moderne- ma in genere evito il problema della fila all’origine, venendo qui un’ora prima che apra”: tecniche di sopravvivenza. “Quanto al libretto, ogni mese mi dicono che arriverà il mese dopo”, conclude con ironia pacata.
Qualcuno esce invece infuriato, come Claudia Capuano, anche lei di Lettere Moderne: “la situazione è disastrosa, non sono capaci di dare informazioni, si aspetta minimo un’ora, gli esami non risultano convalidati: ho dovuto lasciare il mio numero di telefono, ma per risolvere questi problemi sistematicamente dovrò tornare più volte, finché non si arrendono”.
La storia di Monika è un caso a parte, ma condensa tutti gli aspetti peggiori della burocrazia. “Sono della Slovacchia, iscritta al Corso di Laurea in Lingue dal 2003. Dopo sei mesi dall’iscrizione, e dopo che avevo già cominciato a sostenere i primi esami, non risultavo ancora iscritta. Questo perché i documenti che riguardavano la mia precedente carriera scolastica, il tipo di liceo che avevo frequentato in Slovacchia, non riuscivano ad essere codificati nel sistema informatico – si trattava di inserire manualmente dei parametri diversi nel sistema. La situazione rimaneva però ferma, continuavo a risultare non iscritta e non risultavano gli esami sostenuti. A un certo punto ho cominciato a venire qui minacciando di far intervenire la polizia se non avessero fatto qualcosa. Dopo due settimane hanno chiamato il tecnico che ha inserito il liceo non codificato. Così ho potuto avere il mio primo certificato di iscrizione: solo che come paese di provenienza risultava ancora la Cecoslovacchia, dopo dieci anni che Repubblica Ceca e Slovacchia sono divise!”. Ma le avventure di Monika non finiscono qui. “Sono sempre rientrata nella prima fascia di contribuzione. Quando il mio paese è entrato nella Comunità Europea, hanno improvvisamente deciso che dovevo invece pagare le tasse corrispondenti alla seconda fascia. E così non mi caricavano gli esami, perché risultavo morosa, e ho rischiato di non ricevere la borsa di studio. Siccome ero meritevole alla fine i soldi mi sono arrivati, ma dopo due anni. E anche una mia amica svedese ha avuto gli stessi problemi”. Insomma, gli iscritti di nazionalità italiana dovrebbero a questo punto quasi sentirsi fortunati.
A risollevare le sorti della segreteria ci pensa Giuseppe Pesce, iscritto a Lettere di vecchia data, che riduce i problemi della segreteria ad una questione tattica – “vengo sempre o molto presto o molto tardi per evitare la fila” – anche stavolta difatti è l’ultimo a uscire. “Il personale è disponibile, anche perché probabilmente non faccio domande idiote come molti studenti, che potrebbero consultare il materiale disponibile sul sito o la guida dello studente invece di venire qui per chiedere qualsiasi cosa. Anche se, a pensarci”, ammette, “in effetti la guida non è di così facile consultazione…”
Viola Sarnelli
Di fatto basta passare una mattinata nella struttura di via Cortese per verificare come molte di queste affermazioni siano piuttosto credibili. Solo su un punto i frequentatori della segreteria di Lettere non sono unanimamente concordi, ovvero l’efficienza del personale – secondo molti sarebbe solo un problema di ‘mancanza di cortesia’, probabilmente per eccessivo stress di quell’unico operatore disponibile, più che di vera e propria inefficienza. Su tutti gli altri punti invece, 8 studenti su 10 sono d’accordo: si aspetta troppo, non è possibile che sia sempre aperto un solo sportello, spesso bisogna tornare più volte per semplici operazioni, ed è capitato a molti che vengano perse le camicie d’esame e non risultino esami già sostenuti. In più, molti fanno notare che se funzionassero i chioschi informatici che sono quasi sempre rotti, o comunque non stampano i documenti, si eviterebbe di dover venire apposta in Segreteria per semplici documenti o certificati, risparmiando tempo prezioso sia per gli studenti che per gli operatori.
“Siamo qui da un’ora, come tutte le altre volte che siamo venute è aperto un solo sportello per tutta la Facoltà”, dicono Carmen Esposito e Manuela Priore, iscritte ad Archeologia, al primo anno. “E ci hanno detto che i libretti arriveranno solo a fine marzo, ci toccherà poi andare da tutti i professori con cui nel frattempo avremo sostenuto esami per farli firmare”. Per le normali funzioni burocratiche non hanno avuto finora problemi, ma “ad una mia amica, anche lei ancora senza libretto, non risulta un esame già sostenuto”, aggiunge Carmen, e certo non avendo il libretto come controprova le cose si complicano.
”Lo sportello aperto è sempre uno solo”, confermano Anna e Valeria, iscritte a Lingue del Vecchio Ordinamento, “e l’attesa media 45 minuti, in orari di punta la fila arriva fuori la porta. Il personale più che inefficiente è ‘umorale’, il che è anche comprensibile se si pensa che c’è uno solo a dover gestire per tre ore le richieste di un centinaio di persone”. Anche loro hanno una disavventura da raccontare, legata a inefficienze burocratiche: “qualche anno fa ho sostenuto un esame che in Segreteria non risultava – racconta Anna- Mi hanno fatto tornare quattro volte prima di dirmi che dovevo andare a risolvere la questione negli uffici, dove poi siamo riusciti a trovare i documenti mancanti”. Una parte delle lungaggini poi dipende certamente dal fatto che “i terminali in Facoltà non funzionano mai: se così non fosse, la fila in segreteria sarebbe di sicuro molto ridotta”. Fila che, arrivati alle 11:30, comprende ancora una trentina di persone che si rinnoveranno fino alla chiusura, mezz’ora dopo. “L’attesa va da mezz’ora a un’ora e mezza, e gli operatori non si possono definire gentilissimi: ma d’altra parte se c’è sempre una sola persona a dover fare tutto si può anche capire – concordano F. e M. di Psicologia- E’ vero che i terminali nella sede centrale sono sempre rotti, a volte andiamo a Giurisprudenza dove funzionano più spesso; ma anche lì poi il più delle volte non si riesce a stampare”.
“Non si può dire che in questa segreteria siano la gentilezza in persona- osserva Veronica, al primo anno di Lettere Moderne- ma in genere evito il problema della fila all’origine, venendo qui un’ora prima che apra”: tecniche di sopravvivenza. “Quanto al libretto, ogni mese mi dicono che arriverà il mese dopo”, conclude con ironia pacata.
Qualcuno esce invece infuriato, come Claudia Capuano, anche lei di Lettere Moderne: “la situazione è disastrosa, non sono capaci di dare informazioni, si aspetta minimo un’ora, gli esami non risultano convalidati: ho dovuto lasciare il mio numero di telefono, ma per risolvere questi problemi sistematicamente dovrò tornare più volte, finché non si arrendono”.
La storia di Monika è un caso a parte, ma condensa tutti gli aspetti peggiori della burocrazia. “Sono della Slovacchia, iscritta al Corso di Laurea in Lingue dal 2003. Dopo sei mesi dall’iscrizione, e dopo che avevo già cominciato a sostenere i primi esami, non risultavo ancora iscritta. Questo perché i documenti che riguardavano la mia precedente carriera scolastica, il tipo di liceo che avevo frequentato in Slovacchia, non riuscivano ad essere codificati nel sistema informatico – si trattava di inserire manualmente dei parametri diversi nel sistema. La situazione rimaneva però ferma, continuavo a risultare non iscritta e non risultavano gli esami sostenuti. A un certo punto ho cominciato a venire qui minacciando di far intervenire la polizia se non avessero fatto qualcosa. Dopo due settimane hanno chiamato il tecnico che ha inserito il liceo non codificato. Così ho potuto avere il mio primo certificato di iscrizione: solo che come paese di provenienza risultava ancora la Cecoslovacchia, dopo dieci anni che Repubblica Ceca e Slovacchia sono divise!”. Ma le avventure di Monika non finiscono qui. “Sono sempre rientrata nella prima fascia di contribuzione. Quando il mio paese è entrato nella Comunità Europea, hanno improvvisamente deciso che dovevo invece pagare le tasse corrispondenti alla seconda fascia. E così non mi caricavano gli esami, perché risultavo morosa, e ho rischiato di non ricevere la borsa di studio. Siccome ero meritevole alla fine i soldi mi sono arrivati, ma dopo due anni. E anche una mia amica svedese ha avuto gli stessi problemi”. Insomma, gli iscritti di nazionalità italiana dovrebbero a questo punto quasi sentirsi fortunati.
A risollevare le sorti della segreteria ci pensa Giuseppe Pesce, iscritto a Lettere di vecchia data, che riduce i problemi della segreteria ad una questione tattica – “vengo sempre o molto presto o molto tardi per evitare la fila” – anche stavolta difatti è l’ultimo a uscire. “Il personale è disponibile, anche perché probabilmente non faccio domande idiote come molti studenti, che potrebbero consultare il materiale disponibile sul sito o la guida dello studente invece di venire qui per chiedere qualsiasi cosa. Anche se, a pensarci”, ammette, “in effetti la guida non è di così facile consultazione…”
Viola Sarnelli