Tango e qualità della vita: “un percorso non medicalizzato ma ludico” per pazienti affetti da Sclerosi Multipla

Tango e qualità della vita: “un percorso non medicalizzato ma ludico" per pazienti affetti da Sclerosi Multipla

L’esperienza: “una bellissima commistione tra medici, pazienti, psicologi, maestri”,racconta la prof.ssa Roberta Lanzillo, docente di Neurologia alla Federico II

“È un piacere vedere tra i ballerini, alcuni dei quali miei pazienti da anni, ritrovare quella serenità interiore e un rinnovato rapporto di coppia che purtroppo la sclerosi multipla spesso mina sia per criteri neurologici che di scarsa fiducia in se stessi”, afferma la prof.ssa Roberta Lanzillo, docente di Neurologia, referente per la Terza missione del Dipartimento federiciano di Neuroscienze e Scienze riproduttive ed odontostomatologiche. L’utilizzo del tango come terapia riabilitativa per donne e uomini affetti da sclerosi multipla è una iniziativa promossa dalla Scuola di Medicina e Chirurgia in collaborazione con il Rotary Club Napoli, con il contributo dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e dell’Associazione Cur’Arti. Il percorso ha avuto inizio dal 9 febbraio scorso ed è tuttora in via di svolgimento presso la Scuola di tango ‘Tango bar’ ai Colli Aminei, sotto la guida del Maestro e ingegnere Peppe di Gennaro. “La sclerosi multipla, seconda causa di disabilità dopo i traumi da incidenti stradali, è una malattia potenzialmente invalidante nella vita psico-fisica del giovane adulto – spiega la prof.ssa Lanzillo – Il tango ci sembrava un buon terreno su cui lavorare in quanto, come dimostrato anche dal punto di vista scientifico, presenta azioni terapeutiche oltre che contro rischio cadute e equilibrio, anche soprattutto verso i cosiddetti hidden symptoms della malattia tra i quali fatica, dolore, disturbi psicologici come depressione e ansia, mancanza di autostima, disturbo cognitivo sull’attenzione e difficoltà nella sfera sessuale”. Agli incontri, della durata di un’ora, suddivisi con cadenza di un giorno settimanale ciascuno, prendono parte pazienti già precedentemente valutati da questionari (patient’s reported outcome) incentrati su scale come qualità della vita, sessualità, intimità e test cognitivi neuropsicologici, da ripetere al termine del progetto – data stabilita per il prossimo 20 giugno con tanto di esibizione finale – per decretarne l’indice di efficacia e di gradimento sia personale che di eventuali partner. Lo scopo del metodo è quello di permettere la promozione del benessere, senza che esso sostituisca in alcun modo il campo della medicina tradizionale e percorsi psicologici, psicoterapeutici. “L’insegnamento messo a punto dal Maestro di Gennaro, denominato Tangoletics, lavora soprattutto sulla teoria delle leve, proprio come avviene in fisica. Questo studio pilota è un percorso non medicalizzato ma ludico, attraverso il quale però si possono migliorare molteplici capacità. L’atmosfera che si vive è molto gioiosa ed entusiasmante poiché la partecipazione non è limitata ai soli pazienti ma a chiunque voglia mettersi alla prova”. Si confondono così “i limiti tra il patologico e il sano, anzi si può affermare che paradossalmente ad avere più problemi siano proprio i soggetti non affetti da sclerosi. C’è, dunque, una bellissima commistione tra medici, pazienti, psicologi, maestri, in cui siamo tutti uguali. Lo stigma della malattia viene in questo modo completamente abolito”. Non solo tecnicismo ma un vero e proprio percorso culturale a tutto tondo: “C’è una voglia di apprendere e conoscere oltremisura tra tutti i componenti, per cui lo stesso Maestro ci permette di sperimentare anzitutto tecniche professionali della danza, ampliando anche lo spettro della conoscenza in materia con spiegazioni e aneddoti sulla storia della musica e del tango”. Un’attività che non ha lasciato di certo disinteressati gli studenti della Federico II: Molti studenti e specializzandi in Neurologia ci hanno seguito in questo percorso, alcuni interessati a valutarne i risultati anche attraverso una tesi sperimentale. Si rende così possibile per gli aspiranti medici affacciarsi nel mondo delle malattie neurologiche attraverso il ballo”. La prof.ssa Lanzillo anticipa: “ci riproponiamo di effettuare corsi per gli anni successivi anche per altre patologie come il Parkinson e forme di amnesie pre-demenza, Mild cognitive impairment (MCI), per lavorare sul miglioramento della qualità e per mantenere il più possibile il soggetto attivo affinché si rallenti lo sviluppo di una probabile demenza come l’Alzheimer. Questo potrà essere anche un campo di studi per futuri tesisti”.

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