“Una partita ad alto rischio per il Mezzogiorno”

“Una partita ad alto rischio per il Mezzogiorno”

Autonomia differenziata, il prof. Guido Trombetti nel Comitato dei Lep

“Intendo dare il mio contributo proprio affinché non si avverino i timori che ci sono per il Sud”, afferma l’ex Rettore della Federico II

Il prof. Guido Trombetti, settantaquattro anni, Preside alla Facoltà di Scienze e poi Rettore della Federico II, è uno dei componenti del Comitato Tecnico Scientifico per l’individuazione dei Lep, i Livelli Essenziali delle Prestazioni, la definizione dei quali sarà propedeutica all’elaborazione della riforma per l’autonomia differenziata. Non è l’unico campano – ci sono anche Sabino Cassese, Paola Severino, Maria Alessandra Sandulli, Gerardo Terracciano, Luigi Carbone – ma è l’unico che è rimasto a vivere a Napoli.

Come è maturato l’incarico?
“Sono stato contattato da ambienti vicini al Ministero che mi hanno spiegato  le finalità della commissione e che sarebbe stata composta da persone di alto profilo. Ho accettato perché chi ha ricoperto certe cariche deve mettere la sua esperienza al servizio del Paese. Ringrazio il Ministro che mi ha nominato. Una cosa che ritengo lusinghiera. Sono cosciente che è una partita ad alto rischio per il Mezzogiorno e dunque per tutta l’Italia, ma per costituzione mentale, forma mentis e studi sono uomo del dialogo. Il muro contro muro non porta a nulla”.

C’è chi, anche in ambito universitario, sostiene che l’autonomia differenziata sarà il passaggio decisivo verso una Italia a due velocità, dove le regioni più ricche giocheranno la loro partita senza tenere conto delle altre. Non vede questo pericolo?
“Non potranno verificarsi soluzioni che rappresentino una mannaia per una parte del Paese, nello specifico per il Mezzogiorno. Poi è evidente che in politica e nella vita ci sono confronti di interessi. Il problema è trovare un punto di equilibro che restituisca agibilità al sistema. Sono il primo ad essere preoccupato per gli effetti distorti che potrebbero essere prodotti da una interpretazione errata dell’autonomia differenziata. Sono stato chiamato, però, ed intendo dare il mio contributo proprio affinché non si avverino i timori che ci sono per il Sud relativamente all’attuazione dell’autonomia differenziata”.

I numeri “i nostri attrezzi del mestiere”

È stato scelto per la sua formazione di matematico?
Certamente noi matematici abbiamo un vantaggio quando si tratta di ragionare sull’assegnazione di risorse. Sui numeri, sulle cifre siamo abituati a ragionare. Sono i nostri attrezzi del mestiere, per così dire. Certamente mi aiuterà anche la mia esperienza nel mondo dell’istruzione e della ricerca ed immagino che la scelta del Ministro sia caduta su di me anche in considerazione di questa mia caratteristica biografica. Sono previste sei Commissioni ed immagino che io lavorerò in quella dell’Istruzione e della Ricerca. È un settore nel quale ho cinquanta anni di esperienza”.

Roberto Calderoli, il ministro per le Autonomie, è espressione di una forza politica che fino a non molti anni fa, almeno nei proclami, invocava ancora la secessione da ‘Roma ladrona’. Era l’epoca di Umberto Bossi e dell’ampolla delle acque del Po. Da napoletano e da uomo del Sud non si sente a disagio in questo ruolo di tecnico di Calderoli?

“È vero, la Lega parlava di secessione, ma è il passato. Oggi c’è tutta un’altra dialettica. Tutto è cambiato. D’altronde se scorriamo i componenti della Commissione sui Lep ce n’è più d’uno che viene da esperienze politiche radicalmente diverse da quelle della Lega. Mi rendo conto che si possono annidare rischi e preoccupazioni, e rispetto alle preoccupazioni non sono in disaccordo. Lo sono, però, con chi ritiene che non sia possibile una discussione. È una partita molto complicata”.

Come si svolgerà il vostro lavoro?
“Bisogna ancora capire quali sono i settori e poi è ovvio che la Commissione dovrà essere sostenuta dagli organismi ministeriali tecnici. Abbiamo bisogno di una mole di dati. Ci aspetta un grande lavoro ed io confido nella grande personalità di Sabino Cassese.

I Lep “sono previsti dalla Costituzione”

I Lep cosa sono in concreto?
“Sono previsti al comma 2 lettera m dell’articolo 117 della Costituzione. Sono un prerequisito non solo per l’autonomia differenziata, ma per qualunque azione di modifica degli strumenti finanziari che consenta a tutte le regioni pari opportunità. Quanto costa un posto di asilo nido in Emilia? Poniamo mezzo euro. Allora tutte le regioni devono avere mezzo euro da spendere. I Lep sono previsti dalla Costituzione. Poi si capisce che in questo momento storico i Lep sono propedeutici ad ipotesi di attuazione della modifica del titolo Quinto. Il punto è trovare i fondi. Mi ricordo quante volte da Rettore ho sentito parlare di riforma universitaria a costo zero, ma le riforme a costo zero non si possono realizzare”.

Quando comincerà a lavorare la Commissione?
“Non so ancora quando ci riuniremo, ma penso a breve. È una struttura numerosa, per cui credo che poi le sottocommissioni lavoreranno on-line”.

Vincenzo De Luca, il Presidente della Giunta regionale della Campania, ha ironizzato circa la Commissione della quale lei è parte. Ha parlato di ‘sinedrio’, alludendo alla circostanza che sarà un organo molto numeroso e dai dubbi effetti concreti. Come ha preso le parole di De Luca?
“È un uomo intelligentissimo e molto spiritoso. Manifesta con foga le sue perplessità, ma non mi sono certamente offeso”.

Lei è stato Preside, Rettore, poi Assessore regionale. Il suo nome è circolato alcuni anni fa tra i papabili a Sindaco di Napoli, sebbene poi l’ipotesi non si sia concretizzata. Come hanno accolto i suoi familiari questo suo nuovo impegno?
“Mia moglie ha detto: so che queste cose ti piacciono e allora falle”.

Fabrizio Geremicca

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