Come trasformare i processi creativi in strumenti didattici

Seminario

Il prossimo, sarà un mese improntato alla creatività. Tra il 5 e il 16 dicembre infatti, il Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione darà vita al seminario Creatività: nuovi strumenti, nuove relazioni, dedicato agli studenti delle Magistrali in Consulenza pedagogica e Psicologia (risorse umane, ergonomia cognitiva, neuroscienze cognitive). Sono 25 i posti disponibili – al momento le richieste sono una cinquantina, dunque si procederà con una selezione di merito – per un totale di cinque appuntamenti, ognuno dei quali prevede una due ore mattutina e una quattro ore pomeridiana. I partecipanti, che verranno coinvolti in maniera attiva in una dimensione dalla forte impronta esperienziale, saranno chiamati a creare un progetto da presentare a fine seminario (riconoscimento di 1 credito formativo). I curatori dell’iniziativa, i professori Laura Morelli e Carmelo Di Bartolo, ne hanno raccontato ad Ateneapoli senso e scopo. “Le prime tre giornate (5, 6, 7 dicembre, ndr) – spiega il docente, designer che si occupa di strutture della natura – saranno in continuità tra loro. Ovvero, una propedeutica della creatività utile a fornire i metodi che possano trasformare i processi creativi in strumenti didattici. Durante gli incontri restanti, invece, ci dedicheremo ad una fase più progettuale, che dovrà portare ai risultati finali”. Alla Morelli, impegnata nell’arte relazionale, il compito di spiegare che cosa sia la creatività e come potrà diventare un strumento didattico. “Per attivare gli strumenti bisogna operare una decostruzione, cioè partire dalle certezze che gli studenti hanno e smontarle attraverso piccole esperienze. Queste li aiuteranno a trovare nuovi punti di vista, sia individuali che di gruppo, per attivare la creatività”. E aggiunge: “la creatività è un insieme di processi che si basano sulla non certezza di ciò che si vede intorno”. Già, perché il progetto vero e proprio sarà “acquisire, attraverso processi creativi, dei comportamenti relazionali in situazioni come l’insegnamento o in relazioni progettuali con altri, in senso non più verticistico, ma circolare, dove vengono ridimensionati dei vizi di postura”, ancora Di Bartolo. E infatti, in chiusura, la docente sottolinea non solo come “l’aula stessa dove terremo il seminario stimola questa circolarità”, ma anche l’importanza del cosiddetto peer to peer, “cioè del passaggio di conoscenze tra studenti che hanno la stessa età, che hanno già maturato una buona esperienza con noi e sono in grado di comunicare in maniera assai efficace”.

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