Preparazione degli esami di Lingua: le difficoltà ricorrenti secondo i tutor

All’avvicinarsi di ogni sessione d’esame, negli studenti crescono l’ansia, le incertezze, la necessità di colmare quelle lacune che potrebbero inficiare il risultato finale. Soprattutto quando si parla di scogli come le verifiche, orali e scritte, di Lingua. Uno degli strumenti più importanti che L’Orientale mette a disposizione dei propri iscritti Triennali per affrontare con maggiore convinzione gli esami, oltre alle lezioni ordinarie ovviamente, è il tutorato alla pari. Studenti che supportano altri studenti. Nel metodo, nella grammatica, nella conversazione e, più in generale, nel recupero e nell’approccio allo studio in un contesto sociale allargato. Un totale di 60 ore, online, tra ottobre e febbraio (questa è solo la prima tranche). Per capire quali siano i motivi didattici ricorrenti che spingono i ragazzi ad usufruire del sistema di peer tutoring che l’Ateneo, con investimenti crescenti, mette a disposizione a partire dal 2017, Ateneapoli si è interfacciato con alcuni Tutor. Ovvero studenti iscritti a varie Magistrali (o dottorandi) che, dopo aver vinto il bando dedicato, hanno seguito un breve percorso di formazione di 6 ore e ora sono nel pieno dell’attività di supporto. Come Domenico Aceto, 27 anni, Corso in Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africa, che si occupa della terza annualità di Lingua araba (tra le più inflazionate). Le principali difficoltà che riscontra negli studenti che si rivolgono a lui sono spesso legate alla produzione orale e all’ascolto – spiega – perché probabilmente il contesto dell’aula universitaria inibisce nell’utilizzo della lingua”. Detto in altri termini, si tratta di imbarazzo, “penso sia normale, ci siamo passati tutti”. A confermare la sensazione di Domenico, gli stessi ragazzi che chiedono supporto. “Durante gli incontri di tutorato, si offre loro l’opportunità di fare aggregazione con i propri coetanei, di conseguenza cadono anche un po’ i freni. Infatti la richiesta più ricorrente è quella di conversare. Hanno molta voglia di migliorare questo aspetto della Lingua”. Di tutt’altra natura invece il lavoro che è chiamata a svolgere Elisabetta Romano, 24 anni, iscritta a Lingue e Comunicazione interculturale in Area mediterranea, tutor per la seconda annualità di Russo. La parte scritta creerebbe non pochi grattacapi agli studenti, “perché si avverte molto il passaggio dal primo anno, i temi trattati diventano di notevole difficoltà”, racconta. A questo si aggiungerebbe “il carico di argomenti, davvero tanti, per di più molto complessi”. Pur non occupandosene direttamente, la studentessa si proietta anche sulle pietre d’inciampo di Lingua russa 3 (terzo anno): Lì accade l’inverso. Il problema diventa l’orale, perché si chiede prontezza di risposta, di non incespicare. È chiaro che, date queste condizioni, giocano un ruolo importante anche l’emotività e, forse, a mio parere, le poche esercitazioni durante l’anno. Si è in tanti in aula e diventa difficile poterlo fare con costanza”.

Le “vite complicate” di chi utilizza il servizio

Non potrebbe mancare all’appello ‘degli scogli’ Lingua inglese, non a caso L’Orientale ci insiste fin dall’ingresso all’Università con una verifica obbligatoria per alcuni Corsi di Laurea. “Di solito chi si rivolge a noi – racconta la tutor Carla Manno, iscritta a Lingue e Comunicazione interculturale in Area euromediterranea – ha perso contatti con l’Università, ritenta l’esame dopo anni, magari per problemi personali non è più riuscito a seguire le lezioni”. Di conseguenza, le lacune diventano importanti: il testo di metodologia è molto complesso, quindi approcciarne le definizioni e i concetti diventa difficile. Allo stesso modo riscontro problemi con la grammatica, soprattutto nel passaggio dal liceo. A qualcuno non piace, altri non l’hanno studiata per bene. Insomma, i motivi sono tanti”. Rispetto ai colleghi, però, Manno aggiunge un elemento assai rilevante, che prescinde dall’ambito didattico e sfocia in quello psicologico. “Io e le altre Tutor ci confrontiamo spesso, e siamo tutte concordi nel ritenere che le persone che si avvicinano a questo servizio, senza entrare troppo nel merito, hanno vite complicate. Vanno incoraggiate, sostenute, arrivano qui avvilite. Tuttavia mi sento di dire che ne escono meno sole, rassicurate”. I risultati, anche in termini di autostima, si vedrebbero eccome, grazie anche ai consigli che Domenico, Elisabetta e Carla danno ai ragazzi in difficoltà. “Io dico sempre ‘lanciatevi, mettete in pratica le conoscenze acquisite a livello teorico’”, afferma il primo. Più tecnica la collega di Russo, che insiste tanto “sull’esercizio dopo aver rivisto la lezione, cercando di sviluppare una propria forma di ragionamento da applicare ad ogni verifica”. Ultimo tassello, quello sul metodo. “Provo sempre a dargliene uno – spiega ancora Carla – ci sono alcuni che non utilizzano nemmeno il vocabolario, fanno operazioni mnemoniche. Io li spingo a comprendere”. Questa l’importanza del Tutorato. Questi i motivi che hanno spinto L’Orientale, dal 2017 ad oggi, a passare dai 15 assegni del primo bando ai 54 di quest’anno, per un totale di 30 discipline attive. Cioè, 9 Lingue e 21 altre materie.

Claudio Tranchino

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