Metaversity: “è il momento di diventare protagonisti del nostro futuro”

Il metaverso irrompe nei processi di scoperta, sviluppo e narrazione dei farmaci: se n’è parlato in un seminario promosso dal prof. Paolo Grieco

Molecole che ruotano nel palmo di una mano, dati tridimensionali, laboratori virtuali in cui effettuare esperimenti. Le tecnologie del metaverso, dalla realtà aumentata alla realtà virtuale, stanno rivoluzionando i processi relativi alla scoperta, allo sviluppo e alla narrazione dei farmaci – e sono quindi di grande interesse per le Big Pharma – ma rappresentano anche la frontiera in ambito formativo ed educazionale. Questa la premessa da cui ha preso le mosse il seminario-workshop Realtà Virtuale (VR) e Realtà Aumentata (AR) in ambito educazionale e scientifico: vantaggi, strumenti e risorse del prof. Paolo Grieco, docente di Chimica farmaceutica al Dipartimento di Farmacia, tenutosi il 12 dicembre, in modalità blended. Benefici nell’educazione, innanzitutto. Il docente inizia la sua disamina ricordando: i nostri ragazzi e ragazze, oggi, sono smart e tecnologicamente avanzati e possono essere invogliati ad apprendere diversamente, rimanendo sempre in contatto tra loro e con il docente”. Ecco, dunque, che la realtà aumentata, l’oggetto digitale che entra nell’ambiente dal vivo, in genere attraverso la fotocamera di uno smartphone – e si differenzia dalla virtual reality quale esperienza totalmente immersiva in un mondo simulato – rappresenta una risorsa da non perdere: “Con queste tecnologie possiamo fornire agli studenti contenuti digitali extra per ogni materia, rendere le nozioni complesse più semplici da capire, fornire un accesso veloce alle informazioni, stimolare la loro partecipazione e la memoria. E sono anche molto inclusive, andando a beneficio degli allievi con disabilità o autismo”. E nello specifico dell’apprendimento della chimica? I vantaggi sono ad ampio spettro: “La realtà aumentata permette agli studenti di vedere le molecole da ogni angolazione e visualizzare come gli atomi sono disposti in elementi. E che dire della possibilità di svolgere esperimenti in sicurezza, esplorando così quanto appreso e condividendolo offline grazie al mondo virtuale?”. Tutte queste metodologie informatiche, definite con il termine ‘realtà virtuale immersiva’, fervono anche nelle industrie del settore, “ed ecco un’altra buona ragione per la quale i nostri allievi dovrebbero sviluppare competenze in materia”. Il docente pone vari esempi di applicazione nel metaverso, dalla scoperta di nuovi farmaci alla ricerca di pre-produzione, “e poi c’è la vendita a cui si può associare un aspetto di training education. In alcune farmacie estere, ad esempio, tramite visore, il farmacista mostra al paziente a cosa serve il farmaco, come agisce e in che modo va impiegato a seconda delle prescrizioni del medico. Ciò che rischia di essere una barriera nella comunicazione, un problema di incomprensione, viene superato grazie alla realtà virtuale”. Lo smartphone torna centrale (e, a seguire, software specifici e visori, per esperienze sempre più immersive). Il prof. Grieco condivide una carrellata di app da utilizzare tramite il proprio device. Ne apre alcune (un paio di esempi, Learn Chem e ARChemistry Lab). Mostra alla platea una molecola che ruota sul palmo della sua mano, che si ingrandisce e si rimpicciolisce, e poi un becher che si riempie di sostanze colorate, inquadrando la sua scrivania, sulla quale appaiono di volta in volta gli oggetti, essendo questa il mezzo di comunicazione tra la sua aula e l’ambiente di realtà aumentata. Prosegue illustrando alcune app più avanzate, a metà strada tra realtà aumentata e virtuale, in cui è possibile realizzare un laboratorio, immergervisi e creare molecole. Infine condivide un ambiente interamente virtuale, da guardare al visore, tra le cui funzioni c’è anche l’estrazione di video, utili per arricchire i propri lavori di ricerca, e poi una slide con alcuni dati mostrati in tre dimensioni e conclude con un accenno all’ultimo software rilasciato dalla Microsoft in cui si interagisce con l’ambiente virtuale addirittura senza l’utilizzo del classico puntatore. Strumenti per studenti, app di gaming, software per progettare lezioni interattive e funzioni più complesse, utili a docenti, dottorandi e ricercatori. È un universo piuttosto vasto di prodotti, gratuiti o da acquistare, più o meno semplici da impiegare. È la ‘Metaversity’: “Un mondo nel quale non dobbiamo agire in qualità di attori secondari. Questo è il momento di diventare protagonisti del nostro futuro”.

Carol Simeoli

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