La prima volta che ha indossato il kimono aveva quattro anni, il suo Maestro è stato il papà e, nei suoi vent’anni da karateka, ha combattuto con lo stemma della Nazionale sui più importanti tatami mondiali: è Gennaro Vitulano, punta di diamante della rappresentativa del CUS Napoli ai Campionati Nazionali Universitari (CNU), che sabato 25 e domenica 26 maggio affronterà le gare finali nella speranza di aggiudicarsi un oro ma, soprattutto, con la volontà di “fare bella figura e portare in alto il nome della mia Università”.
Tra un allenamento e l’altro, infatti, Gennaro si è laureato a luglio alla Triennale di Ingegneria Meccanica alla Federico II e a settembre ha iniziato la Magistrale, percorso in Progettazione dei veicoli stradali, trascinato da un “piacere” provato fin da bambino di “studiare tutto ciò che c’è dietro un veicolo”. Racconta: “A febbraio del mio primo anno di università partii con la Nazionale e persi praticamente metà mese nel pieno della sessione. Spesso mancavo agli allenamenti o all’università. Ora studio mattina e pomeriggio e vado ad allenarmi la sera, così riesco a conciliare i due impegni. Prima mi allenavo anche di mattina, oggi per lo studio non posso più farlo, ma con buona volontà e sacrifici riesco a tenere insieme questi due mondi”.
Se gli si chiede se faccia più paura il Mondiale o Analisi 1, risponde: “ovviamente il Mondiale”, ma confessa che con l’esame di “Macchine” ci è andato molto vicino: “c’erano alcuni momenti con alcuni esami importanti per la mia carriera, o perché mi piacevano o perché erano inerenti a quello che avrei voluto fare dopo, in cui l’ansia si faceva davvero sentire”, ma spiega che proprio dal karate ha appreso la gestione della tensione e il valore della “determinazione”. E poi, per quanto “le sensazioni provate nel vincere una gara importante me le ricorderò per tutta la vita, nel finire gli studi ho provato un tipo di felicità differente”: quella sensazione di stare costruendo, passo dopo passo, la propria strada “perché so che sarà questo il mio futuro”.
Ad entusiasmarlo in questi giorni ai CNU di Campobasso, al di là della competizione, è l’atmosfera giovanile, l’essere circondato da coetanei che condividono non solo la sua stessa passione, ma un vero e proprio percorso di vita com’è quello dell’Università: “In passato mi sono allenato con persone che già lavoravano. Qui invece è più carino perché ho l’occasione di confrontarmi con altri ragazzi sulle nostre esperienze universitarie” e scherzosamente confessa: “Almeno so di cosa parlare in spogliatoio”.
Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n.09 – 2024 – Pagina 39