Pallanuoto alla Canottieri: gli studenti-atleti della squadra
La squadra di Pallanuoto del Circolo Canottieri di Napoli si rinnova con l’ingresso, o in qualche caso l’atteso ritorno, di vecchie conoscenze. Lo scorso 3 novembre, alla presenza del Presidente del Circolo prof. Giancarlo Bracale e dell’allenatore della Prima squadra serie A2 Vincenzo Massa, insieme ad altri esponenti delle istituzioni locali e sportive, è stato presentato al Molosiglio il nuovo gruppo di atleti che già da due settimane è entrato nel vivo del campionato e ha collezionato le prime due vittorie. Le new entry della squadra sono Marco Parisi, già giocatore alla Canottieri; Matteo Morelli, trasferitosi prima in California per studio e poi a Milano per lavoro; Umberto Esposito, rientrato dopo due anni al Salerno in serie A1; Manuel Lanfranco, rientrato dal Posillipo e vecchia conoscenza delle giovanili; Leonardo Russo, classe 2007 e al suo primo anno in squadra A2 dopo la formazione al vivaio Canottieri.
“Muoversi tra una squadra e l’altra è normale nel nostro settore, ma di fatto rappresentiamo il nucleo storico della squadra dei Canottieri. Questi ragazzi hanno una differenza di 4 o 5 anni rispetto al resto della squadra, sono stati i nostri idoli e oggi sono i nostri compagni”, commenta il ventiduenne Alessandro Zizza. Alessandro fa parte di quella categoria denominata studenti-atleti, come parte dei suoi colleghi, giovani capaci di coniugare il proprio percorso di formazione con la grande passione per lo sport.
Non è sempre facile organizzare la giornata tra lezioni universitarie e allenamenti con la squadra, ma la volontà e il desiderio di fare bene vincono sulla stanchezza. “Ero quasi arrivato alla Laurea Triennale in Ingegneria aerospaziale alla Federico II quando, un paio di anni fa, ho deciso di mettere in pausa gli studi e dedicarmi alla formazione per diventare pilota civile. Ho superato le prime due fasi e tra poco dovrò scegliere con quale compagnia aerea di linea continuare il percorso. Durante l’università ho capito che, se non mi fossi buttato, avrei avuto il rimorso di non essere diventato pilota per sempre”, racconta Alessandro che, invece, sulla pallanuoto non ha mai avuto dubbi. Da bambino ha iniziato con il nuoto, per poi a 11 anni passare agli allenamenti della pallanuoto.
Eppure, la sua scelta era già scritta nel destino, data l’appartenenza a un’intera famiglia di pallanuotisti: il padre è oggi allenatore del Trieste in serie A1 femminile, mentre la madre ha giocato prima nel Volturno e poi nella Nazionale italiana. Come lui, anche la sorella ha inizialmente provato altri sport per poi sentire il richiamo della stessa passione del resto dei familiari. “La bellezza della pallanuoto è lo spirito di squadra, i legami che si creano tra le persone. Questo ti forma anche per il mondo del lavoro, dove saper collaborare con gli altri è fondamentale. Grazie alla figura di studente-atleta riconosciuta dall’Università, ho avuto diritto ad alcuni sgravi fiscali, oltre che ad alcuni permessi dallo studio per gli allenamenti o per giocare le partite”.
Il campionato è iniziato da poco ma si respira già un certo entusiasmo da parte della squadra, grazie alle prime due vittorie su due partite giocate: “dopo due anni in A2 sentiamo di essere pronti a fare il salto di categoria. Questa è la forza dello sport: forma a superare gli ostacoli ed educa a capire quando è il momento giusto per farlo”.
Iscritto al primo anno di Economia Aziendale alla Federico II, Vincenzo Raia è all’inizio dell’esperienza da studente universitario e atleta. “Coniugare lo studio e l’impegno sportivo al momento sta riuscendo molto bene, sono stato fortunato con gli orari dei corsi. Il segreto, secondo me, è fare sempre quello che piace”, dice. Anche nel suo caso le porte verso la pallanuoto sono state aperte dal nuoto. Per lui, questa disciplina riesce a spingerti verso un costante miglioramento di te stesso. A fare la differenza rispetto ad altri sport è l’elemento della squadra: “ti circondi di persone con i tuoi stessi obiettivi. Ti sacrifichi con loro per raggiungere un risultato comune e questo stimola continuamente tutti ad andare avanti, insieme”.
Frequenta invece l’ultimo anno della Triennale Domenico Mutariello, studente di Scienze Motorie alla Parthenope. Ha iniziato al Circolo Canottieri 13 anni fa, un po’ per caso. In famiglia, invece, tutti praticano il calcio, il padre è anche allenatore. “Sono molto tifoso del Napoli e ogni tanto organizzo la partitella con gli amici, ma quando ho iniziato con la pallanuoto ho capito che quello era il mio sport”, commenta Domenico. Questa disciplina, dice, insegna il rispetto, educa. Ad esempio, ci si allena spesso con quelli che poi saranno i propri avversari: in allenamento si è tutti amici, ma poi si entra nello spirito della competizione.
Per quanto riguarda l’equilibrio tra studio e sport, ormai Domenico si sente un veterano: “sono 13 anni che studio e mi alleno ogni giorno. All’inizio era difficile, specialmente perché abitavo distante dalla piscina, e a volte mi allenavo anche per 3 o 4 ore di fila. Ho dovuto seguire per un po’ di tempo degli incontri di doposcuola, perché avevo bisogno di qualcuno che mi supportasse con lo studio. All’università però è possibile organizzare meglio e più liberamente i propri impegni. I periodi più intensi sono quelli delle sessioni di esame, ma al momento sono in regola con il mio percorso di studi”.
Agnese Salemi
Ateneapoli – n.18 – 2023 – Pagina 31