“Attribuire ai Dipartimenti la responsabilità totale della didattica è una follia”

Alla riunione del Consiglio di Facoltà segue il Forum sullo Statuto (ma l’aula è quasi vuota). All’ordine del giorno la gestione affidata ai Dipartimenti e il ruolo delle Scuole. “In una università di piccole dimensioni un solo organismo può controllare tutto, ma in un grande Ateneo come il nostro un maggiore decentramento è inevitabile. Servono delle strutture intermedie, con un certo potere, in grado di colloquiare con il Senato Accademico, nelle quali svolgere una parte del lavoro che oggi spetta alle Facoltà”, afferma il Preside Roberto Pettorino aprendo la discussione. “Attribuire ai Dipartimenti la responsabilità totale della didattica è una follia. Abbiamo bisogno di strutture di coordinamento. Ci sono Corsi di Laurea trasversali a più settori ed un singolo Dipartimento non può seguire tutto. La legge lo prevede, ma dobbiamo dire se e come vogliamo questo coordinamento”, interviene il prof. Giulio Spadaccini, ex-Direttore del Dipartimento di Fisica. La ricercatrice Giuliana Fiorillo presenta lo studio sull’impatto che i provvedimenti della legge avranno sulla vita universitaria, realizzato insieme al collega Lorenzo Marrucci, ed alcune proposte di intervento: “la legge è piuttosto chiara sui poteri attribuiti al Rettore, pertanto è cruciale intervenire sull’elettorato, sia attivo che passivo, includendo anche i ricercatori, perché questo è uno dei pochi momenti di democrazia previsti”. Napoli e Torino sono le uniche università, fra i grandi Atenei italiani, a prevederne l’esclusione per oltre il 60 per cento, ma l’attuale Rettore sostiene che la loro presenza nel Consiglio di Amministrazione (i cui membri saranno nominati), organo con un importante ruolo politico, sia prioritaria. La proposta è istituire un comitato di persone con un curriculum di eccellenza nella ricerca, scelte per ricoprire un ruolo di garanzia, ponendo attenzione anche all’equilibrio di genere.  “Crediamo sia da evitare assolutamente che, come accade ora, il Rettore presieda sia il Senato Accademico che il Consiglio di Amministrazione. Il Senato, in particolare, che ha il potere di sfiduciare il Rettore, dovrebbe essere presieduto da un altro docente ordinario, eletto dall’assemblea stessa”, prosegue la dott.ssa Fiorillo, suggerendo per il Senato un’assemblea di 8 direttori di Dipartimento, 16 docenti (inclusi i ricercatori), 5 studenti e 5 membri liberi tra i quali annoverare tre rappresentanti dei ricercatori a tempo determinato, un rappresentante degli studenti ed un esponente del personale tecnico amministrativo. Altra faccenda scottante: le chiamate, anche queste affidate ai Dipartimenti, dal momento che non ci saranno più concorsi, ma la legge prevede una commissione, con un coordinatore, per i percorsi interdipartimentali per gestire la didattica: “tutto sommato l’organizzazione che abbiamo a Scienze”.  “I ricercatori votano in maniera pesata, perché a suo tempo non si volle che il Rettore fosse eletto dai ricercatori di Medicina. Napoli, come al solito, fa da apripista – interviene il prof. Alberto Incoronato – La legge prevede di portare tutto ai Dipartimenti e derogare i poteri, ma io non ci sto”. “Il Rettore non può essere presidente del Senato Accademico, funziona male. Ho delle perplessità sul ruolo del Consiglio di Amministrazione, non siamo un’azienda, possiamo ancora provare ad essere un’istituzione”, conclude il ricercatore Ulderico Dardano. 
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