“La scelta della Facoltà si assume in un’età in cui non si sa ancora bene cosa si voglia fare nella vita. È per questo che in tanti si iscrivono qui: si sa di cosa tratta l’Ingegneria. Ma quello che si trova è una sorpresa”, dicono Annalisa Mocerino, Chiara Esposito, Maria Tarantino, studentesse di Edile- Architettura. Il percorso, infatti, è molto più duro di quanto si possa immaginare: “è uno stile di vita totalizzante, che obbliga a fare molte rinunce ma, se piace, dà anche tante soddisfazioni”. Fabio Varrella è iscritto ad Ingegneria Meccanica (secondo anno) perché attratto “dall’idea di progettare. In un primo momento avevo valutato la possibilità di iscrivermi ad Architettura, un campo che però dà pochi sbocchi, mentre questo settore dell’Ingegneria mi permette di fare le stesse cose, con maggiori possibilità”. La difficoltà maggiore all’inizio è legata alla mancanza di abitudine allo studio: “la cosa più importante è buttarsi subito sui mattoni”. Come si resiste ai corsi che durano fino a tardi, magari anche seduti sulle scale? “Non si resiste – scherza il collega Vincenzo Sangiovanni, appassionato, fin dall’infanzia, di macchine e motori – L’importante è non scoraggiarsi. A me, all’inizio è capitato e per questo ho dato un solo esame. Le cose migliorano quando trovi degli amici con cui fare gruppo, peccato che manchino gli spazi”. Motivazione per affrontare tutte queste difficoltà? I due ragazzi non hanno dubbi: “Ingegneria è l’unica Facoltà che ti fa lavorare veramente”. Consigli simili anche da Francesco Valentini, iscritto al primo anno di Ingegneria Meccanica: “La scelta è molto difficile. È importante avere in testa, fin dalla scuola, una linea guida perché, una volta all’università, il problema non è studiare, a quello ci si abitua, ma imparare a organizzarsi, perché non si è seguiti. Studiare in compagnia, con qualcuno che corregga gli errori, aiuta”. “A me piacevano sia l’informatica che il disegno – racconta Valeria Moriello, primo anno di Ingegneria Edile – Non sono entrata ad Architettura, sono venuta qui e mi è piaciuto. La Facoltà è bella anche se difficile. Serve un po’ di fortuna con i docenti, ma quello che fa davvero la differenza è lo studio quotidiano di tutte le materie. Io non l’ho fatto e, al primo semestre, ho dato un solo esame”. “Non bisogna mai rilassarsi. La sera si arriva a casa troppo stanchi per studiare e restano solo il sabato e domenica per recuperare – raccomanda la collega Martina Mola – E non sottovalutate la prova di valutazione, perché blocca il cammino e diventa un ostacolo, quasi insormontabile”.