L’ingegnere è uno a cui la società si rivolge per avere delle risposte, pertanto deve essere una persona con i piedi per terra che non può concedersi il lusso di un proprio concept delle cose. Il prof. Giuseppe Del Giudice, delegato all’orientamento della Facoltà, non ha dubbi al riguardo: “Sono studi che danno tutta una serie di strumenti logici, tecnici e organizzativi, uno dei motivi per cui, spesso, gli ingegneri sono chiamati a ricoprire incarichi manageriali”. I consigli sull’approccio migliore da avere fin dal primo giorno: “L’apprendimento non è un processo univoco. In aula il rapporto con il docente e con i colleghi deve essere dinamico. Studiate in compagnia e cercate di avere una mente quanto più aperta possibile alle opportunità, come l’Erasmus, di confronto con il mondo esterno. E ricordate che il percorso è durissimo, solo uno su tre ce la fa”. Ma come mai è così difficile portare al termine questi studi? “Rispetto al passato, i ragazzi sono più distratti o, se preferite, sempre impegnati, meno in contatto con se stessi e le proprie inclinazioni. C’è meno consapevolezza delle scelte”. Allora su cosa fondare una decisione ragionata? “Per iscriversi a questa Facoltà, non basta pensare che tanto dopo c’è lavoro. Studiare Matematica e Fisica può anche, per certi versi, alienare. Si deve avere davanti un obiettivo chiaro e, se ci appassionano più cose diverse, optare per quella con maggiori input lavorativi”. Le anime della Facoltà sono tante. Settori di maggior richiamo: Meccanica e Aeronautica tipici dell’era industriale, i più recenti Informatica, Gestionale e Biomedica e i rami Edile e Civile. “L’attrazione è legata spesso ad un rimando mediatico, o culturale, al sogno di bambino della Ferrari, dei viaggi sulla Luna, del computer o del ruolo che l’ingegnere ancora riveste in certi posti di provincia. Altri ancora rimandano alla possibilità di carriere importanti con grandi guadagni. Dal momento che i dati sulle opportunità reali dei Corsi più giovani sono ancora insufficienti, il mio consiglio è quello di fare una scelta in un ambito consolidato e caratterizzante con degli sbocchi chiari. Se questi ultimi interessano, allora bisogna essere pronti a sacrificarsi pensando che le opportunità ci sono, ma bisogna sapersele costruire ed essere pronti a spostarsi ed a studiare le lingue”, conclude Del Giudice.