“Ho preso 30 con Oriani”

L’esame di Diritto Processuale Civile con il prof. Renato Oriani può essere una delle esperienze più belle che la Facoltà di Giurisprudenza consente di fare. Parola di Luigi Russo, studente ventiquattrenne di Villaricca prossimo alla laurea. Lo scorso 8 marzo ha sostenuto l’ultimo esame, Procedura Civile appunto, e lo ha superato con 30. “In una seduta di stragi il mio 30 ha fatto scalpore” ci ha detto Luigi. E’ la conferma di una situazione non certo facile che lo studente spiega con poche, semplici parole: “ci sono persone che non sanno neppure cosa significa questione di giurisdizione, un argomento basilare del programma”. Eppure il rigore della cattedra del prof. Oriani non è una leggenda, la stessa esperienza di Luigi Russo ne è la prova. “La mia interrogazione è durata 50 minuti abbondanti – racconta- ha spaziato su tutto il programma, dalle attività del convenuto all’ordinanza di convalida di sfratto, dalla sospensione dell’esecuzione all’impugnazione delle sentenze non definitive, dal mutamento del rito nel processo del lavoro al sequestro giudiziario di prove”. Il risultato finale è stato un bel 30 con i complimenti del professore. Cosa si deve fare per riuscire in questa impresa? “Semplice”, dice Luigi, “bisogna fare quello che vuole il professore. Se lo si segue si riesce bene e si realizza un’esperienza bellissima, estremamente formativa. E’ vero che ora sono fresco di studio, ma sono sicuro che non perderò le cose che ho imparato”. Da sottolineare: Luigi sta per laurearsi in Giurisprudenza, e non in Scienze giuridiche. E’ una matricola 131, uno dell’ordinamento quadriennale, e per lui sconti di programma non ce ne sono stati. Eppure, attraverso un percorso intrapreso il 20 settembre con l’inizio del corso e concluso il 22 dicembre con la lezione finale, lo studente di Villaricca è riuscito dove in troppi falliscono. “Sono stato assiduo al corso e dopo la sua conclusione, da gennaio a marzo, ho frequentato il Dipartimento-racconta Luigi- Il professore l’ho scocciato fino alla noia. Inoltre ho seguito un seminario sul processo esecutivo tenuto dal dott. Boccagna che mi è stato molto utile. Posso dire di aver studiato quella parte del programma solo dagli appunti”. Ma cos’è che rende le attività didattiche integrative del corso di Diritto Processuale Civile determinanti ai fini del superamento dell’esame? “Per chi segue in Dipartimento l’utilità consiste nell’avere già pronte le risposte alle domande d’esame. Ci si rende conto di come il professore e gli assistenti vogliono che si sappia la materia”. Più importante la memoria o la logica in quest’insegnamento? “La logica senz’altro. I docenti non vogliono la Procedura a memoria, la vogliono ragionata. Al momento dell’esame vengono chiesti collegamenti a raffica. Vero è che se si studia a casa da soli risulta difficile comprendere bene qual è la connessione logica che lega i vari argomenti”. Luigi stesso definisce lo studio che ha affrontato in questi mesi “esagerato” e ammette che è impossibile dedicarsi a Procedura Civile e ad un’altra disciplina contemporaneamente. “Il messaggio che voglio trasmettere ai ragazzi però è che se ci si impegna seriamente si può superare l’ostacolo di un esame così complesso. A dimostrazione c’è anche l’esperienza del mio collega di studi, che ha seguito il mio stesso percorso e che ha preso l’esame con 26, un voto di tutto rispetto per una prova come questa”. Il consiglio finale? “Non abbattersi e non accingersi a preparare l’esame da soli perché altrimenti lo sforzo finisce col rivelarsi vano”.
Sara Pepe
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