Dei 333 iscritti al I anno nel 2010-2011, alla fine del primo semestre, 26 erano in regola con gli esami, 70 avevano conseguito almeno 18 crediti, 65 ne avevano 12, 83 meno di 12 e 89 non avevano sostenuto alcun esame. L’andamento degli esami delle matricole di Scienze Biotecnologiche per la Salute è stato monitorato per verificare le criticità e pensare a strategie mirate ad appianarle. Gli studenti sono stati divisi in cinque categorie a seconda della percentuale di crediti maturati entro lo scorso aprile. “Il 26% di studenti che scompare dopo l’iscrizione è una frazione enorme che penalizza l’Ateneo”, commenta il prof. Velotta, che al momento si sta occupando di analizzare i dati relativi ai crediti maturati dagli stessi studenti durante il secondo semestre.
Le difficoltà incontrate dalle matricole potrebbero essere molteplici: impegno richiesto superiore alle aspettative, preparazione in ingresso insufficiente, Facoltà vissuta come una fase di transizione in attesa di essere ammessi a Medicina. “Sarebbe interessante capire quanto la mortalità sia fisiologica, ossia comune a tutto l’Ateneo, e quanto sia patologica, ossia specifica della nostra Facoltà – rileva Velotta – In tanti si iscrivono da noi nella speranza di farsi convalidare gli esami a Medicina. Registriamo una percentuale molto alta di trasferimenti sia dal I al II anno, sia dal II al III. Questi rinunciatari sono comunque persone che progrediscono, che non si sono perse. Da indagare sono quindi le motivazioni di chi rinuncia all’inizio”.
Contare 161 studenti con almeno 12 crediti maturati equivale a dire che il 48% delle matricole ha raggiunto la metà dei crediti necessari per stare in regola. “Non è lusinghiero come si vorrebbe – commenta Velotta – Ne deduco che l’altra metà degli studenti faccia altro, per esempio lavori, o comunque non consideri l’università come l’impegno principale. Altrimenti non mi spiego perché ci impieghino 5 o 6 anni per terminare la Triennale. Mediamente non ce la si fa in 3 anni ma la si conclude comunque in un tempo congruo”.
Le difficoltà incontrate dalle matricole potrebbero essere molteplici: impegno richiesto superiore alle aspettative, preparazione in ingresso insufficiente, Facoltà vissuta come una fase di transizione in attesa di essere ammessi a Medicina. “Sarebbe interessante capire quanto la mortalità sia fisiologica, ossia comune a tutto l’Ateneo, e quanto sia patologica, ossia specifica della nostra Facoltà – rileva Velotta – In tanti si iscrivono da noi nella speranza di farsi convalidare gli esami a Medicina. Registriamo una percentuale molto alta di trasferimenti sia dal I al II anno, sia dal II al III. Questi rinunciatari sono comunque persone che progrediscono, che non si sono perse. Da indagare sono quindi le motivazioni di chi rinuncia all’inizio”.
Contare 161 studenti con almeno 12 crediti maturati equivale a dire che il 48% delle matricole ha raggiunto la metà dei crediti necessari per stare in regola. “Non è lusinghiero come si vorrebbe – commenta Velotta – Ne deduco che l’altra metà degli studenti faccia altro, per esempio lavori, o comunque non consideri l’università come l’impegno principale. Altrimenti non mi spiego perché ci impieghino 5 o 6 anni per terminare la Triennale. Mediamente non ce la si fa in 3 anni ma la si conclude comunque in un tempo congruo”.