Le matricole di Scienze Biotecnologiche per la prima volta affrontano l’esame del corso integrato di Fisica e del Laboratorio di Informatica. L’accorpamento in un unico esame delle due discipline potrebbe comportare qualche difficoltà in più per gli studenti. “Hanno perfettamente ragione nel sostenere che si tratta di due programmi separati – afferma il prof. Raffaele Velotta – Per quanto è nelle mie possibilità mi impegnerò per chiedere al Consiglio che venga ripristinata la separazione dei moduli”.
Come è strutturato ora, Fisica è un esame da 11 crediti. Gli studenti lo ritengono gravoso sia per la vastità del programma, sia per difficoltà specifiche della disciplina. “Il problema della Fisica è che usa il linguaggio matematico ma noi docenti teniamo conto del livello di preparazione degli studenti – sostiene Velotta – Alcuni ragazzi pensano di poter affrontare gli studi biotecnologici con ‘mentalità umanistica’, invece il regolamento di tutte le Facoltà di Scienze della Vita prevede che si acquisiscano le nozioni di base delle cosiddette scienze dure”.
Per destare l’interesse dei ragazzi, il docente si sforza di rendere la materia accattivante limitando l’uso dei formalismi matematici e dando maggiore risalto ai contenuti. Altro escamotage per far appassionare gli studenti è il frequente ricorso alla pratica: “Cerco per ogni argomento delle applicazioni che vengano dall’esperienza quotidiana. Per esempio, per l’elettricità, se sto spiegando il potere delle punte, faccio riferimento alla scintilla che a volte si verifica scendendo dalla macchina”.
L’esame è costituito da uno scritto ed un orale. Il compito prevede un test a risposta multipla che richiede l’applicazione di formule o l’uso del ragionamento logico, oltre alla risoluzione di tre esercizi. “Più che trasferire nozioni, il nostro obiettivo è far abituare a ragionare”, precisa.
La maggior parte degli studenti sostiene di incontrare difficoltà nello svolgimento degli esercizi e ritiene che i docenti dovrebbero dedicare più tempo ad insegnare loro come districarsi tra i vari passaggi. Ogni due lezioni, il prof. Velotta mostra lo svolgimento di un esercizio alla lavagna: “Capita spesso che tra un’ora e l’altra i ragazzi mi chiedano spiegazioni su un esercizio che non sono riusciti a risolvere ed io mi trattengo volentieri con loro. Sanno di poter sempre venire da me a ricevimento ma per loro è disagevole raggiungere il mio Dipartimento a Monte S. Angelo”.
Le matricole hanno già affrontato due prove intercorso. Chi ha avuto successo in entrambe accederà direttamente all’orale. Chi ne ha sbagliata una potrà recuperarla il giorno dell’appello, sostenendo soltanto la parte del compito scritto che non ha superato in precedenza.
Metà delle matricole di solito passa l’esame di Fisica entro febbraio ma Velotta non si sbilancia sul livello medio della preparazione degli studenti di quest’anno: “La novità dell’accorpamento con il laboratorio di Informatica potrebbe provocare un peggioramento del rendimento ma potrebbe anche verificarsi un incremento delle prestazioni dovuto al miglioramento delle infrastrutture. In un ambiente più piacevole si studia meglio”.
Manuela Pitterà
Come è strutturato ora, Fisica è un esame da 11 crediti. Gli studenti lo ritengono gravoso sia per la vastità del programma, sia per difficoltà specifiche della disciplina. “Il problema della Fisica è che usa il linguaggio matematico ma noi docenti teniamo conto del livello di preparazione degli studenti – sostiene Velotta – Alcuni ragazzi pensano di poter affrontare gli studi biotecnologici con ‘mentalità umanistica’, invece il regolamento di tutte le Facoltà di Scienze della Vita prevede che si acquisiscano le nozioni di base delle cosiddette scienze dure”.
Per destare l’interesse dei ragazzi, il docente si sforza di rendere la materia accattivante limitando l’uso dei formalismi matematici e dando maggiore risalto ai contenuti. Altro escamotage per far appassionare gli studenti è il frequente ricorso alla pratica: “Cerco per ogni argomento delle applicazioni che vengano dall’esperienza quotidiana. Per esempio, per l’elettricità, se sto spiegando il potere delle punte, faccio riferimento alla scintilla che a volte si verifica scendendo dalla macchina”.
L’esame è costituito da uno scritto ed un orale. Il compito prevede un test a risposta multipla che richiede l’applicazione di formule o l’uso del ragionamento logico, oltre alla risoluzione di tre esercizi. “Più che trasferire nozioni, il nostro obiettivo è far abituare a ragionare”, precisa.
La maggior parte degli studenti sostiene di incontrare difficoltà nello svolgimento degli esercizi e ritiene che i docenti dovrebbero dedicare più tempo ad insegnare loro come districarsi tra i vari passaggi. Ogni due lezioni, il prof. Velotta mostra lo svolgimento di un esercizio alla lavagna: “Capita spesso che tra un’ora e l’altra i ragazzi mi chiedano spiegazioni su un esercizio che non sono riusciti a risolvere ed io mi trattengo volentieri con loro. Sanno di poter sempre venire da me a ricevimento ma per loro è disagevole raggiungere il mio Dipartimento a Monte S. Angelo”.
Le matricole hanno già affrontato due prove intercorso. Chi ha avuto successo in entrambe accederà direttamente all’orale. Chi ne ha sbagliata una potrà recuperarla il giorno dell’appello, sostenendo soltanto la parte del compito scritto che non ha superato in precedenza.
Metà delle matricole di solito passa l’esame di Fisica entro febbraio ma Velotta non si sbilancia sul livello medio della preparazione degli studenti di quest’anno: “La novità dell’accorpamento con il laboratorio di Informatica potrebbe provocare un peggioramento del rendimento ma potrebbe anche verificarsi un incremento delle prestazioni dovuto al miglioramento delle infrastrutture. In un ambiente più piacevole si studia meglio”.
Manuela Pitterà