L’Orientale, su proposta della Facoltà di Lingue, ha omaggiato con la Laurea Honoris Causa in ‘Teoria e Prassi della Traduzione’ Giovanni Dotoli, studioso della cultura e della letteratura francese. La cerimonia per il conferimento del titolo è avvenuta il 16 febbraio a Palazzo Dumesnil. “La traduzione costituisce uno dei modi più specifici per accogliere e comprendere ogni cultura e ogni mentalità. Esattamente l’impegno bellissimo, complesso e stimolante che ‘L’Orientale’ ha assunto e che possiede come prospettiva da trasmettere”, ha sottolineato nel suo saluto il Magnifico Rettore Lida Viganoni. Tra le motivazioni della laurea a Dotoli citate dal Preside di Lingue Augusto Guarino, risalta proprio “l’assidua attività dedicata alla traduzione, che indica attenzione all’altro, alla cultura e al pensiero di ogni forma e modalità espressiva”. “Tradurre per lei – si rivolge così al prof. Dotoli – non significa unicamente possedere una lingua, come pure testimoniano la cura e le preoccupazioni che da diversi anni dedica ai dizionari di ogni tipologia, ma è soprattutto sensibilità e rispetto”.
Dotoli, professore ordinario di Lingua e Letteratura Francese all’Università di Bari, è riconosciuto come uno dei maggiori esperti della lingua d’oltralpe: è stato nominato Cavaliere, ufficiale e commendatore nell’Ordine delle Palme Accademiche del Governo francese; nel maggio 1999, il Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac gli ha conferito la Legion d’Onore, con il grado di ufficiale, per gli alti meriti culturali; ha ricevuto il ‘Gran Prix 2000’ dell’Académie Francaise e la ‘Médaille de l’AMOPA’. Nato nel 1942 a Volturnino, un piccolo borgo appenninico in provincia di Foggia, Dotoli si è laureato a Bari nel 1966, anche se come lui stesso ricorda nella sua Lectio Magistralis, “all’epoca dell’iscrizione all’Università, ho a lungo meditato con i miei genitori sulla possibile scelta di Napoli e dell’Orientale. Soltanto una maggiore comodità dei trasporti mi ha poi portato alla scelta finale”.
Nella sua lunga carriera non si è occupato solo di traduzione, ma anche di poesia, ed è poeta lui stesso, di linguistica, di critica, “di cinema, teatro e didattica delle lingue straniere, non tralasciando di approfondire la conoscenza delle dinamiche della legislazione universitaria – come ha ricorda il prof. Carlo Vecce nella sua Laudatio – Un interesse continuo per l’interazione fra le più diverse forme di espressione, che lo ha portato ad anticipare fin dagli anni Ottanta le questioni aperte dello spazio mediterraneo e delle sue radicali trasformazioni geo-politiche e linguistiche; ora del tutto evidenti, ma allora intuite da pochi”.
Il Mediterraneo e il Sud dell’Italia hanno uno spazio particolare tra gli interessi di Dotoli, che proprio al capoluogo partenopeo ha dedicato il libro ‘Poema per Napoli’. “I legami con questa città e le sue Università, soprattutto con la vostra, – ricorda il francesista nella sua Lectio – sono sempre stati al centro della mia rete di organizzatore della ricerca e di direzione e partecipazione a gruppi di ricerca”. Dotoli si è anche soffermato sulla figura del traduttore e sul suo futuro: “La traduzione resta ancora il parente povero nella politica dell’Europa e degli Stati Nazionali. E tuttavia sono ottimista. Il traduttore ha un lungo futuro. Altri campi e spazi si aprono: materie della tradizione e nuove discipline. Si pensi al ruolo del traduttore nei media, alla traduzione audiovisiva, al rapporto tra testo, immagine e suono, ai segni non verbali, alla comunicazione multilingue”.
Valentina Orellana
Dotoli, professore ordinario di Lingua e Letteratura Francese all’Università di Bari, è riconosciuto come uno dei maggiori esperti della lingua d’oltralpe: è stato nominato Cavaliere, ufficiale e commendatore nell’Ordine delle Palme Accademiche del Governo francese; nel maggio 1999, il Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac gli ha conferito la Legion d’Onore, con il grado di ufficiale, per gli alti meriti culturali; ha ricevuto il ‘Gran Prix 2000’ dell’Académie Francaise e la ‘Médaille de l’AMOPA’. Nato nel 1942 a Volturnino, un piccolo borgo appenninico in provincia di Foggia, Dotoli si è laureato a Bari nel 1966, anche se come lui stesso ricorda nella sua Lectio Magistralis, “all’epoca dell’iscrizione all’Università, ho a lungo meditato con i miei genitori sulla possibile scelta di Napoli e dell’Orientale. Soltanto una maggiore comodità dei trasporti mi ha poi portato alla scelta finale”.
Nella sua lunga carriera non si è occupato solo di traduzione, ma anche di poesia, ed è poeta lui stesso, di linguistica, di critica, “di cinema, teatro e didattica delle lingue straniere, non tralasciando di approfondire la conoscenza delle dinamiche della legislazione universitaria – come ha ricorda il prof. Carlo Vecce nella sua Laudatio – Un interesse continuo per l’interazione fra le più diverse forme di espressione, che lo ha portato ad anticipare fin dagli anni Ottanta le questioni aperte dello spazio mediterraneo e delle sue radicali trasformazioni geo-politiche e linguistiche; ora del tutto evidenti, ma allora intuite da pochi”.
Il Mediterraneo e il Sud dell’Italia hanno uno spazio particolare tra gli interessi di Dotoli, che proprio al capoluogo partenopeo ha dedicato il libro ‘Poema per Napoli’. “I legami con questa città e le sue Università, soprattutto con la vostra, – ricorda il francesista nella sua Lectio – sono sempre stati al centro della mia rete di organizzatore della ricerca e di direzione e partecipazione a gruppi di ricerca”. Dotoli si è anche soffermato sulla figura del traduttore e sul suo futuro: “La traduzione resta ancora il parente povero nella politica dell’Europa e degli Stati Nazionali. E tuttavia sono ottimista. Il traduttore ha un lungo futuro. Altri campi e spazi si aprono: materie della tradizione e nuove discipline. Si pensi al ruolo del traduttore nei media, alla traduzione audiovisiva, al rapporto tra testo, immagine e suono, ai segni non verbali, alla comunicazione multilingue”.
Valentina Orellana