“Lavori in corto” vince “127 battiti”

127 battiti, il thriller drammatico di Francesco Prisco, primo classificato. Secondo posto per Due bravi ragazzi, storie di mafia, di Tony Palazzo. Segnalazione per Addolorata. Si è chiusa con questo verdetto della Giuria, la sesta edizione del Festival Universitario di Cortometraggi “Lavori in corto”, iniziativa promossa dall’Associazione Tempi nuovi e dalla Confederazione degli studenti, con il patrocinio delle Università Parthenope e Federico II e dell’Adisu Napoli 1. Il concorso, che si è esteso anche sul territorio nazionale,  è una vetrina per i giovani videomakers che hanno la possibilità di confrontarsi con  protagonisti del mondo del cinema – tant’è che alcuni hanno trovato spazio in Rai-. Più che una competizione, il Festival ha lo scopo di consentire ai partecipanti libera espressione artistica. “Il corto vincitore sarà ospite nei prossimi giorni di una emittente televisiva -Canale 10-. Il nostro intento è  pubblicizzare chi è un po’ fuori dai circuiti. Offrire uno spazio di  promozione”, afferma Ettore Pirozzi, fondatore e ideatore dell’iniziativa, con Aldo Russo, presidente del Consiglio degli Studenti d’Ateneo al Parthenope. 
Pienone nell’Aula Magna del Parthenope sabato 4 febbraio. Molti i giovani, richiamati anche da volti noti del cinema presenti in Giuria: gli attori Claudio Santamaria –uno dei protagonisti di Romanzo Criminale, cresciuto con Muccino (Ecco fatto e L’ultimo bacio), ha lavorato anche con Bertolucci in L’assedio, con Moretti ne La stanza del figlio e con Infascelli in Almost Blue-, Sabrina Impacciatore – ne L’ultimo bacio e in Concorrenza sleale di Scola- e Yari Gugliucci – protagonista del film di Fiume sul caso Siani e ne La verità, vi prego, sull’amore di Apolloni-; i produttori Nicola Giuliano (L’uomo in più e Le conseguenze dell’amore del regista Paolo Sorrentino cui è stata assegnata una targa speciale) e Umberto Massa (Mater Natura e Pater familias), il critico cinematografico de Il Mattino- nonché docente a L’Orientale- Valerio Caprara.
Presentato il 
calendario delle
studentesse
“Sono favorevole ad iniziative promosse dagli studenti perché significano una presa di responsabilità, sulle questioni dell’università. Oltretutto in futuro saranno manager”, ha detto il Rettore del Parthenope Gennaro Ferrara nell’aprire la premiazione prima di passare la parola al suo collega del Federico II. “Faccio i miei complimenti al Rettore Ferrara che ha avuto questa idea prima di me. Perché sono un consumatore di film. Anch’io sono lieto della partecipazione studentesca, prima fase di una crescita democratica”, ha aggiunto il Rettore Guido Trombetti. Il curatore della rassegna Aldo Russo ha sottolineato come l’iniziativa – “che ho ereditato da Ettore Pirozzi”- sia giunta alla sesta edizione. “Un’iniziativa che è cresciuta negli anni, alcuni vincitori sono andati poi a Corto 5, su Canale 5, e su altre emittenti. E siccome la vita universitaria è anche leggerezza, ecco il calendario delle studentesse”, ha detto l’assessore provinciale all’agricoltura Francesco Borrelli, tra i fondatori di Confederazione, introducendo un’altra realizzazione dell’associazione: un calendario con le foto di dodici ragazze (Serena Costigliola, Maria Rescigno, Roberta D’Angelo, Melania Armini, Valentina Marsilli, Anna Sito, Alessandra Sannino, Simona Polverino, Ilaria Mennozzo, Olga Piscopo, Teresa Vallefuoco, Lucia Terracciano) iscritte in varie facoltà del Federico II (tra queste Farmacia, Sociologia, Economia) che hanno posato per Pasquale Rescigno e Filippo Trotta. Lo scopo è benefico: “il ricavato della vendita dei calendari, contributo mimino di 5 euro, sarà devoluto alla Fondazione don Ciotti per promuovere progetti di recupero per ragazze dedite alla prostituzione”, illustra Rescigno. Presente alla manifestazione anche il parlamentare, Presidente nazionale dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio: “sono già intervenuto altre volte a questa iniziativa. La cosa che mi fa più piacere è che dura nel tempo. Così come plaudo all’istituzione della Film Commission, una mia idea accolta dalla Regione. Soprattutto perché il Governo ha distrutto il Fondo Unico  dello Spettacolo. Se vinceremo il 9 aprile, dovremo cambiare registro. Anche perché lo spettacolo e la cultura producono sviluppo economico”.
Poi la parola alla Giuria che nel formulare il verdetto ha tenuto conto  soprattutto dell’idea e di come questa viene raccontata. Tra i quindici lavori pervenuti, i direttori artistici Alessandro Cannavale e Alessandro Picardi, con Russo e Pirozzi, ne hanno selezionati cinque, tutti corti che durano dai 7 ai 12 minuti e che affrontano diverse tematiche: dai racconti di fantasia al genere drammatico, dal fantastico ai temi sociali. 
Le difficoltà 
nel produrre film
“E’ positivo che l’abitudine all’analisi del film entri a far parte del patrimonio dei giovani e del pubblico. Il cortometraggio è un primo passo per arrivare alla realizzazione di un film”, ha detto Valerio Caprara. E ha citato un grande critico: “Chiarini diceva che i giovani vanno scoraggiati, cioè incentivati a formarsi bene. Ma non trovo che sia malvagio che anche grossi  registi si cimentino a fare anche film brevi. E’ importante far circolare più film possibile”. Umberto Massa, produttore, società Kubla Khan, ha sottolineato le difficoltà del fare cinema. “Produco da tempo film, ma solo con le mie energie. Penso che dovrò fare un altro lavoro e fare film per passione. Faccio film grazie ai miei collaboratori, gli attori, le troupe. Riesco anche a trovare parziali finanziamenti: magari due milioni di euro, ma me ne occorrono altri 1,8 per un film che sto producendo”. Fra i problemi: le banche: “se non rispetti i tempi, ti fanno fallire”. “Ho mandato i copioni di vari film a Rai, società di produzione, senza avere esiti positivi. Eppure, poi, i nostri film sono andati bene. Premiati a Venezia come il prossimo Mater Natura, o a Berlino come Pater Familias, poi andato in onda anche in Rai”. Yari Gugliucci, giovane attore di successo, ha ricordato che in Francia “per ogni biglietto staccato, un euro va alla produzione di nuovi film. In Italia invece non si fa nulla”. “Il problema non è solo dei finanziamenti -sottolinea Nicola Giuliano – negli anni ’90 e fine ’80, sono arrivati tanti finanziamenti al cinema ma sono state prodotte cose pessime perché ci sono stati finanziamenti clientelari. Perciò è un problema di politica culturale”. In merito, rileva Caprara, “Le scelte andranno fatte sul gusto e sul bello. E non per gli amici degli amici da finanziare. Non sempre l’erogazione di fondi fa realizzare cose belle”.
Poi la premiazione: miglior corto 127 battiti, realizzato in sei mesi “perché stavamo attendendo che l’attore protagonista finisse la tournée”, confessa Francesco Prisco. Premiato con il secondo posto per la migliore idea Due bravi ragazzi su vicende di mafia. “Ci è piaciuta molto la regia, l’interpretazione, straordinaria, degli attori. Si è perso però sul finale troppo stereotipato”, il giudizio della giuria. “Abbiamo cercato di fare qualcosa di non stereotipato. Ma il finale è quello, c’è poco da fare. Il ribaltamento sta nella scena dei panini, Quando i due attori scherzano sulla morte e sull’assassinio finale”, replica il regista e attore Tony Palazzo.
Infine, targa speciale a Paolo Sorrentino per il pluridecorato Le conseguenze dell’amore. 
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