“Saremo penalizzati nei fondi di ricerca a noi destinati per colpa di 50-60 professori che non fanno assolutamente nulla nelle Facoltà del Federico II”, – ma evidentemente molto nell’attività privata, – “al punto da essere una zavorra, culturale e scientifica, per quella parte di docenti che invece lavora e si impegna”. Chi i colpevoli? “Tutto il settore giuridico di alcune facoltà, Giurisprudenza in particolare”. A parlare è il prof. Francesco Lucarelli, docente di Diritto Privato alla Facoltà di Economia, Preside di questa Facoltà per 18 anni, Presidente del CLEDIA, il Corso di Laurea giuridico della Facoltà di Economia, e fra gli esponenti di punta dell’area giuridica del Federico II, per i suoi numerosi riconoscimenti internazionali (Unesco fra questi). Il motivo di tanta rabbia? “I risultati della recente ricerca del CIVR, il Centro Italiano di Valutazione della Ricerca, universitaria e degli Enti di ricerca. Dati che ci confinano agli ultimi posti in Italia. E siccome questi risultati saranno il parametro per la distribuzione dei fondi ministeriali”, – la frittata è bella e fatta – ovvero: “per colpa di quei 50-60, soprattutto di Giurisprudenza, rischieremo di ricevere ben pochi fondi, con danno alle attività di studio e di ricerca”. E ribadisce: “docenti zavorra, culturale e scientifica. Nullafacenti nell’istituzione: molto attivi professionalmente, scarsamente impegnati nella didattica – ed è un eufemismo, – quasi nulli nella ricerca”.
“Questa mia convinzione mi è stata confermata dalla circostanza che sono l’unico accademico napoletano ad avere avuto un progetto di finanziamento, del settore giuridico, approvato dal Cofin (progetti ministeriali approvati con valutazione di membri internazionali): non so se perché sono più bravo o perché sono stato l’unico a presentare una proposta”. “Anche altre facoltà del Federico II hanno docenti impegnati nella libera professione. Ma non dimenticano l’impegno accademico. Si veda il caso della Facoltà di Ingegneria, ai primi posti fra i centri di ricerca italiani nella stessa graduatoria CIVR. Evidentemente, lì i colleghi hanno un ben altro modo di vivere l’istituzione universitaria”. Ripeto, “è un danno per l’intero settore giuridico delle facoltà del Federico II”.
Per la cronaca, la ricerca, su cui il prof. Lucarelli godrà di un finanziamento, ha per titolo: “I nuovi diritti soggettivi: beni culturali, ambiente, energia, telerilevamento, informatica”. Con implicazioni sulle innovazioni che la Costituzione sta subendo e la ricaduta sui principi generali del diritto privato.
“Questa mia convinzione mi è stata confermata dalla circostanza che sono l’unico accademico napoletano ad avere avuto un progetto di finanziamento, del settore giuridico, approvato dal Cofin (progetti ministeriali approvati con valutazione di membri internazionali): non so se perché sono più bravo o perché sono stato l’unico a presentare una proposta”. “Anche altre facoltà del Federico II hanno docenti impegnati nella libera professione. Ma non dimenticano l’impegno accademico. Si veda il caso della Facoltà di Ingegneria, ai primi posti fra i centri di ricerca italiani nella stessa graduatoria CIVR. Evidentemente, lì i colleghi hanno un ben altro modo di vivere l’istituzione universitaria”. Ripeto, “è un danno per l’intero settore giuridico delle facoltà del Federico II”.
Per la cronaca, la ricerca, su cui il prof. Lucarelli godrà di un finanziamento, ha per titolo: “I nuovi diritti soggettivi: beni culturali, ambiente, energia, telerilevamento, informatica”. Con implicazioni sulle innovazioni che la Costituzione sta subendo e la ricaduta sui principi generali del diritto privato.
“S. Paolo: niente
finanziamenti senza
progetto”
finanziamenti senza
progetto”
Lucarelli interviene anche sulla stretta attualità di questi giorni. “Ma siamo certi che i tagli di finanziamento del S. Paolo – Banco di Napoli – contro cui il nostro Rettore giustamente si batte – siano dovuti a disinteresse per la nostra città e non alla carenza di progetti presentati? Oggi come oggi, nessuno ti dà più fondi al buio. Chi elargisce finanziamenti lo fa su progetti utili, innovativi, di interesse generale e che eventualmente possano avere anche una proiezione futura”. I tempi delle vacche grasse, sono insomma terminati. “Per questo motivo, – conclude l’ex Preside – è anche necessario che i gruppi scientifici, il settore giuridico nel mio caso, producano innovazione, producano scienza e la rendano anche visibile”. Insomma, un invito a darsi da fare, anche per non danneggiare coloro che nell’ateneo lavorano con impegno.
(P.I.)
(P.I.)