Diritto Privato, come affrontarlo

Istituzioni di diritto privato è per chi frequenta la facoltà di Giurisprudenza uno degli esami più difficili da superare. Richiede molta attenzione da parte dello studente per la complessità e la vastità degli argomenti, inoltre è necessaria una terminologia tecnico-giuridica adeguata, un linguaggio specifico che molto spesso uno studente alle prime armi non ha. E quindi molti studenti preferiscono rimandare l’esame fino a quando non hanno una conoscenza più approfondita del diritto in generale. Ma non bisogna dimenticare che l’insegnamento è propedeutico per tutti gli altri esami in materia civilista, e quindi con il passare del tempo il non aver affrontato tale disciplina comporta notevoli disagi. Per evitare simili inconvenienti, e per offrire un aiuto concreto agli studenti che intendono superare l’esame a breve, siamo andati in Dipartimento di Diritto comune (quarto piano dell’edificio di via Porta di Massa) a porre qualche domanda ai collaboratori della cattedra del professore Fernando Bocchini.
Diritto Privato è un esame del primo anno di corso, un esame che si svolge quando gli studenti non conoscono ancora bene il mondo del diritto, secondo voi quale potrebbe essere il miglior approccio alla materia?
“E’ indispensabile per gli studenti seguire i corsi e i seminari proposti dalla cattedra che inizieranno a marzo. Bisogna utilizzare una edizione del Codice Civile recentemente aggiornata, oltre che studiare tutte le discipline coinvolte nel libro del professore. Inoltre per risolvere eventuali dubbi, per chiedere spiegazioni, o per avere delle informazioni si può venire in dipartimento dove i collaboratori ricevono gli studenti per aiutarli”.
Perché, secondo voi, la materia del Diritto Privato viene considerata difficile e quindi di conseguenza l’esame viene collocato nella categoria esami ostici?
“L’esame è complesso perché vasto e quindi occorre un certo periodo di tempo, che varia a seconda delle capacità dello studente, per acquisire un linguaggio giuridico appropriato, un linguaggio che esponga la materia in modo esauriente. E’ un esame tecnico e per questo ha difficoltà maggiori”.
Gli studenti spesso rimandano l’esame fino a quando non si sentono più sicuri. Secondo voi perché è consigliabile invece affrontarlo già dopo la fine dei corsi del secondo semestre?
“L’esame è propedeutico agli altri esami civilisti e quindi se non viene affrontato subito rallenta la carriera universitaria. Inoltre, gli studenti hanno avuto la possibilità con il primo semestre di rapportarsi alla sfera giuridica. Quindi con un po’ di impegno e costanza si può studiare l’esame già da subito”.
Ci sono argomenti più richiesti all’esame, punti su cui focalizzare l’attenzione, o temi su cui gli studenti trovano maggiori difficoltà?
“Bisogna studiare tutto il libro in quanto le domande vertono sull’intero programma, non ci sono argomenti più richiesti. Però, secondo la nostra esperienza, ci sono alcune parti su cui gli studenti trovano maggiori difficoltà, ad esempio le successioni e le obbligazioni. Durante il seminario vengono distribuite fotocopie aggiuntive riguardanti questi argomenti e non solo. Vogliamo ricordare inoltre che in dipartimento i ragazzi possono chiedere chiarimenti.  Il programma è uguale sia per gli studenti del nuovo ordinamento sia per gli studenti del vecchio ordinamento”.
Abbiamo assistito a degli esami e i voti non erano molto alti. E’ indice di uno scarso impegno degli studenti o ci si mantiene su voti bassi perché Diritto Privato è un esame importante?
“Non c’è alcuna preclusione al voto, non c’è alcuna forma di discriminazione in quanto vi sono voti alti come vi sono quelli bassi. I meriti vanno premiati e se un ragazzo ha studiato non c’è un atteggiamento di chiusura anzi si premiano le sue capacità. Noi consigliamo sempre di seguire corsi e seminari in quanto la materia viene in questo modo chiarita al meglio e con una buona dose di studio si può aspirare a voti alti”.
C’è un metodo di studio particolare che faciliti l’apprendimento della materia?
“Sicuramente consigliamo uno studio non mnemonico, bisogna capire quello che si sta studiando senza ripeterlo a memoria come una filastrocca. L’apprendimento a memoria non facilita certo la preparazione dell’esame”.
Susy Lubrano
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