“Non si dà nulla per scontato”

Sei esami distribuiti nel corso di due semestri per completare il primo anno del Corso di Laurea in Farmacia. Quattro sono gli esami da 10 crediti: Matematica e Fisica, Biologia animale e vegetale, Anatomia umana, Chimica generale ed inorganica. Completano il piano di studi i corsi di Informatica (6 crediti) e di Inglese (5 crediti). Non deve spaventarsi chi ritiene di non aver studiato a sufficienza queste discipline durante gli anni scolastici. A rassicurare le matricole è la professoressa di Chimica Organica Patrizia Ciminiello: “sicuramente tutti hanno la possibilità di seguire nel migliore dei modi i corsi perché ogni materia viene affrontata dalle basi. Non si dà nulla per scontato, quindi c’è la possibilità di fare bene anche se alle superiori queste materie non sono state studiate. Insomma, partono tutti dallo stesso livello”. L’insegnamento della lingua straniera è suddiviso in due sezioni che corrispondono a due diversi gradi di competenza linguistica. Nella prima parte dell’anno accademico verrà tenuto il primo modulo, necessario per l’acquisizione del livello base A1. Il secondo modulo è finalizzato, invece, allo step successivo, ossia il livello elementare A2. Appositi test, che si terranno all’inizio dei corsi, consentiranno di assegnare ogni singolo studente al modulo che più si addice alle proprie competenze. Lo spiega la docente: “l’esame di inglese non si sostiene se si è in possesso di un certificato che attesti il livello A2. Si tratta comunque di un esame senza voto. Ci si limita a un colloquio orale a fine corso”. Per iscriversi al secondo anno è indispensabile superare almeno due dei quattro esami scientifici. Gli studenti che non riusciranno a rispettare questa condizione dovranno iscriversi nuovamente al primo anno come ripetenti: “il ripetente non viene affatto svantaggiato. Anzi, lo studente può anche decidere sua sponte di rifare un anno perché magari si rende conto che non gli è utile accumulare troppi esami”. Per gli esami è prevista la propedeuticità. Non è cioè possibile sostenere un esame senza prima aver superato il modulo precedente: “tutti gli esami sono propedeutici ad altri. Il piano di studi è stato pensato per ottimizzare il percorso”. La docente ha quindi aggiunto: “il consiglio che dò è quello di frequentare l’università e di seguire sempre. È importante, inoltre, affrontare lo studio come si faceva per la scuola superiore, cioè lavorando di volta in volta. Studiare un esame tutto insieme è inutile, le disperate imprese di gennaio non aiutano. Proprio per evitarle, cerchiamo di aiutare gli studenti con le prove in itinere che, come abbiamo potuto notare in questi anni, rappresentano uno stimolo continuo allo studio”. 
Gli studenti
Si parte da zero… 
ma si corre troppo
Conferma Chiara Langella, studentessa ventiseienne che il prossimo ottobre concluderà i suoi studi in Farmacia, spiega quanto sia importante seguire: “Anche se la frequenza è libera, alcuni docenti prendono comunque le presenze. Stare all’università aiuta perché per molti corsi sono previste delle prove in itinere”. Non solo lezioni frontali: “i professori sono sempre a disposizione, sia a fine lezione sia durante le ore di ricevimento. Con gli assistenti, inoltre, è possibile fare diverse esercitazioni che aiutano a fissare la materia. Sono aiuti molto importanti perché, se è vero che i programmi di studio partono da zero, è anche vero che si procede in maniera abbastanza spedita. Per questo non sono pochi quelli che hanno difficoltà con materie base come Matematica e Fisica”. La difficoltà di un esame, naturalmente, è un fatto soggettivo: “per me l’esame più difficile è Anatomia, anche perché c’è troppa teoria e poca pratica. Questo è un limite per tutti gli anni di studio. In cinque anni ci sono solo tre laboratori, secondo me ne servirebbero molti di più”. Ha un’idea diversa Mariarita Caserta, fresca di laurea: “l’esame più pesante è quello di Fisica, anche perché secondo me non c’entra nulla con quello che si va a fare dopo”. Pure per lei, stare in aula è fondamentale: “alle matricole dico di seguire tutti i giorni. Io non l’ho fatto all’inizio e poi sono dovuta ricorrere a lezioni private, con tutte le spese che questa scelta comporta. Secondo me è importante anche studiare in gruppo e all’università, perché ci si confronta e perché si può andare insieme in Dipartimento per chiedere spiegazioni”. Anche ai docenti viene dato un consiglio: “si può migliorare l’ascolto da parte del professore. Gli studenti sono tanti e dovrebbero essere spronati a recarsi in ufficio a chiedere spiegazioni”. Una critica è riservata al piano di studi: “in diversi casi il numero di crediti non è proporzionato al carico effettivo di un esame. Ci sono esami molto pesanti che valgono gli stessi crediti di altri sicuramente più fattibili”. 
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