“Osare. Parlare è l’unica chiave per imparare bene la lingua”

La grammatica di base è alternata al linguaggio scientifico. L’italiano resta fuori dall’aula, per due ore si parla esclusivamente in inglese. La traduzione in italiano nelle esercitazioni è abolita o quasi, perché “l’importante è che gli studenti leggano, riassumano un testo scientifico e comunichino tra loro. È così che si acquisisce la lingua a un livello necessario per parlare a una conferenza e per leggere articoli in inglese”. Sono questi alcuni degli ingredienti dei corsi di Inglese per gli studenti di area medica. A parlarne è il prof. Alberto Brandi. Classe ’76, il suo curriculum parla di una Laurea in Lettere a L’Orientale, seguita da una Laurea in didattica della lingua inglese conseguita all’Università di Cambridge, per la quale lavora oggi come esaminatore. Da tre anni ha
portato alla Federico II “il metodo di insegnamento ESL, English as Second Language. Insegno solo in lingua e faccio interagire molto i ragazzi tra loro, cercando di dare un’impostazione che permetta non solo di superare il test scritto che preparerò io per il Centro Linguistico di Ateneo, ma per acquisire un livello di inglese dignitoso per il lavoro e il tempo libero. Gli studenti saranno capaci di scrivere, parlare e capire”. Sono una cinquantina gli aspiranti medici che, dallo scorso 6 marzo, seguono le sue lezioni il lunedì, dalle 12 alle 14, nell’aula grande dell’Edificio 20: “consiglierei di frequentare il corso anche ai ragazzi che hanno superato il placement test. Capisco la fitta rete di impegni, ma l’inglese va allenato”. Stessi numeri anche per le lezioni destinate agli
studenti dei Corsi di Laurea Triennali delle Professioni sanitarie che si tengono il mercoledì a partire dalle 10.30 a via De Amicis, nell’edificio di Biotecnologie. In questo caso, il livello da raggiungere scende da B1, livello intermedio del quadro comune di riferimento europeo, ad A2, livello
elementare: “nella seconda parte del corso cerco di impostare il lavoro a un livello di difficoltà superiore. La risposta degli studenti è buona”.
Il consiglio a tutti è di: “osare. A me non importa che i ragazzi parlino bene inglese, ma che provino a utilizzare il linguaggio che conoscono. Iniziare a parlare è l’unica chiave per imparare bene la lingua”. Una matricola a fine lezione spiega: “seguire il corso è importante, soprattutto per me che di inglese non so molto. Per ora siamo ancora su argomenti generici. Facciamo grammatica e poi conversazioni tra noi”. Un suo collega: “il docente è bravo, soprattutto perché ci fornisce molti materiali sui quali studiare. Una lezione si struttura spesso su brani da leggere, seguiti da domande relative al testo
con risposte aperte o a crocetta. La difficoltà della lezione è media. Sto già notando qualche miglioramento, anche se è ancora presto per vedere grossi risultati”. L’impatto con i corsi e gli esami del primo semestre è stato uno stimolo importante per un altro studente di Medicina iscritto al
primo anno: “credo che studiare inglese per noi studenti di Medicina sia molto importante. Al corso di Biologia, ad esempio, ho incontrato
molti termini che non conoscevo. Siamo partiti proprio dalle basi. Oggi abbiamo studiato i verbi. Spero di acquisire durante queste lezioni i contenuti necessari per affrontare al meglio lo studio futuro”. Parla diopportunità un frequentante appena uscito dall’aula: “è un corso gratuito
che permette di approfondire. Ho seguito finora due lezioni su quattro. Il professore è bravo, spiega e ci fa fare tanti esercizi. La lezione ci impegna due ore a settimana, quindi conciliarlo con gli altri impegni è più che fattibile”.
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