Dalle parole ai fatti. Gli studenti non hanno perso tempo e sono passati all’attacco, anche se con toni e forme ragionevoli. Giù le mani dagli spazi destinati agli studenti; anzi “chè la Facoltà si impegni a trovarne altri, più adatti alle nostre esigenze”. E’ l’appello sollevato nell’ultimo Consiglio di Facoltà, quello del 29 novembre, in cui è stato letto un documento a firma di alcuni rappresentanti degli studenti, tra cui Andrea Di Miele. Un documento affinché Preside e Facoltà si attivino in tempi brevi. “Dopo numerosi appelli-si legge-da parte della rappresentanza studentesca in merito alla questione degli spazi del complesso di San Pietro Martire, ci sembra ora opportuno chiedere a più alta voce il rispetto delle nostre proposte”. “Nel febbraio scorso, infatti, in una lettera aperta ed indirizzata agli studenti tutti, al preside di questa Facoltà, professor Nazzaro, a tutti i presidenti dei corsi di laurea, nonché al capo della prima area tecnica dell’Ateneo, architetto Pinto, chiedevamo che fosse destinata a locali studi tutta l’attuale sezione di studi storici religiosi. Da allora le cose sono cambiate in peggio. Infatti a fronte di crescenti attività da noi organizzate, il laboratorio teatrale, le iniziative sull’editoria cartacea e multimediali, gli stage, i seminari, gli incontri di sensibilizzazione politica e di informazione studentesca, gli spazi a nostra disposizione sono diminuiti. “L’aula-continua il documento- che precedentemente ospitava le nostre iniziative è stata occupata dal centro servizi didattico-scientifici con un laboratorio che a tutt’oggi resta chiuso per mancanza di un funzionario specializzato”. Eppure, si legge nel documento, quando il Consiglio degli Studenti di Facoltà espresse parere favorevole alla rifunzionalizzazione dell’aula, erano state chieste delle garanzie “l’individuazione di uno spazio alternativo per l’aggregazione studentesca; un’equa distribuzione del tempo di utenza dell’aula multimediale”. “Ma allo stato attuale constatiamo che, nonostante gli sforzi del preside Nazzaro e dello stesso professor Tortora, la Facoltà non è oggettivamente in grado di mantenere gli impegni presi con la componente studentesca. Giudichiamo questo fatto estremamente grave”. Gli studenti ritengono che, in fase di attuazione della riforma, sia rischioso per tutti delegittimare la rappresentanza studentesca e le sue richieste. Lo spirito della riforma rappresenta anche la possibilità di luoghi di formazione partecipata, una formazione che non finisce con la didattica ma che coinvolge gli studenti tutti nella gestione di una difficile fase di transizione. E in nome di questa responsabilità, gli studenti chiedono di addivenire al più presto ad una soluzione ragionevole. La proposta è quella di destinare l’aula 7 –quella del seminterrato-a spazi di aggregazione per attività studentesche. “Per far questo basterebbe rimuovere le file fisse di banchi e di sedie, inadeguate, a nostro avviso, anche solo per studiare. Auspichiamo il ritorno ad una soluzione a quella della biblioteca studio con tavoli e sedie mobili che ci permetterebbe anche un utilizzo polifunzionale di un’aula che, per altro, non risponde completamente ai requisiti di un’aula studio, perché è umida, fredda e costantemente illuminata da luce elettrica”.