Lingue: “non c’è più tempo da perdere”

L’SOS lanciato da Lingue attraverso un documento approvato all’unanimità dal Consiglio di Corso di Laurea, ha fatto il giro dell’Ateneo. “Il documento che abbiamo sottoscritto vuole essere un quadro chiaro dell’attuale situazione in cui versa il Corso. In base alla riforma, il settore linguistico, oltre all’insegnamento di Didattica delle lingue straniere e di Filologia germanica, quantitativamente, non riesce a riempire il minimo previsto dai decreti ministeriali. Non si tratta di una valutazione, un’opinione, ma di un dato di fatto”, commenta il Presidente del Corso di Laurea Antonio Gargano, docente di Lingue e Letteratura Spagnola, da poco rientrato da un viaggio studio “Ci auguriamo che l’Ateneo ci venga incontro:  i miracoli non si possono fare, né tanto meno si può chiedere ai docenti di lingue di lavorare il doppio o il triplo di quello previsto dalla legge per consentire l’avvio della laurea triennale. E come se ad un lavoratore invece di fare quaranta ore settimanali se ne chiedessero centoventi”. Il professore ha, poi, garantito che al documento siglato lo scorso ottobre ne seguirà un altro completo di dati e numeri per monitorare lo stato di salute del Corso di Laurea, anche se si conosce l’esito. “La Facoltà -chiosa Gargano- mi ha chiesto di fornire dati precisi, mi sembra che il primo documento, votato dall’intero Consiglio, fosse fin troppo chiaro, evidentemente mi sbagliavo. Vuol dire che ne faremo uno analitico, speriamo che i risultati, alla fine, ci siano”. 
“La questione di Lingue è molto semplice. Si tratta di vedere se l’ateneo è intenzionato a puntare su questa sua risorsa, potenziandola, a fronte di una domande crescente, oppure no”: è il commento del professor Stefano Manferlotti, docente di Lingua e Letteratura inglese, ex presidente del Corso di Laurea. “Il nostro Corso è l’unico che ogni anno incrementa il numero dei propri iscritti. C’è una domanda in città elevatissima, mi sembra assurdo lasciare ad altri il controllo di questo nostro bagaglio formativo nel settore linguistico. In alternativa una scelta diversa significherà non insegnare le lingue alla Federico II, ma solo le letterature. Una scelta suicida!”. “Mi conforta –aggiunge Manferlotti-  sapere di avere tutta la Facoltà, con a capo il preside Nazzaro, dalla nostra parte, così come il presidente del polo umanistico, Cantillo, che ha sempre manifestato la sua piena solidarietà e tutto il suo appoggio. Ma non c’è davvero più da aspettare”.  “Per la verità -dichiara Manferlotti- mi sento sereno; una serenità che deriva dalla mia qualifica di intellettuale e di operatore culturale. L’Università dovrà fare quello che non ha fatto in passato. Noi non siamo una parte staccata della Federico II, ma una componente integrante; ed è proprio per questo che chiediamo che venga potenziato l’organico docenti con dieci nuovi posti. E’ vero: si tratta di una somma che il budget di Facoltà non può far fronte, per questo diventa una scelta dell’Ateneo e non della singola facoltà.  Vuol dire che si investirà in questo settore, anziché in un altro, se si  vuole essere competitivi come oggi ci viene richiesto….. Altrimenti la sfida è persa per sempre”. 
Elviro Di Meo 
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