“Scegliere una lingua è come indossare un abito adeguato”

Con un’offerta didattica di quaranta lingue, la scelta può essere ardua. Curiosità intellettuale, inclinazioni personali, valutazione sulle prospettive di lavoro, passione possono essere uno dei tanti motivi per cui ci si iscrive a L’Orientale. Intraprendere lo studio di una lingua straniera significa, in ogni modo, approcciarsi ad una dimensione linguistico-culturale che oltrepassa l’esperienza della propria lingua madre, per tornarne nuovamente arricchiti. Tuttavia, scegliere una lingua è come indossare l’abito adatto, quello che più si addice, ed è complementare al profilo delle potenziali matricole. Lo sanno bene gli studenti degli anni successivi. “Ho scelto di studiare spagnolo perché è la seconda lingua più parlata al mondo. Inoltre, ho sempre avuto un forte richiamo verso i suoni di questa lingua dal fascino indiscusso”, racconta Federica Izzo, 29 anni, laureanda della Specialistica in Lingue e Comunicazione interculturale in area euro-mediterranea, che sottolinea: “A differenza della Triennale, alla Specialistica l’esame finale consente allo studente, attraverso un proprio elaborato, di compiere ricerche autonome. L’apprendimento, dunque, è più attivo e formativo”. Alle matricole consiglia la presenza, “di frequentare i corsi sia dei docenti che di madrelingua, poiché la lingua va ascoltata e parlata giorno dopo giorno”. Federica, impegnata nella redazione di una tesi sulle strategie di comunicazione dei nuovi media, anche se conscia che “in una realtà compromessa come quella in cui ci troviamo il posto fisso non esiste. Lo spazio lavorativo deve essere inventato sulla base delle competenze acquisite negli anni di studio”, ambirebbe lavorare “come consulente linguistico in un’azienda”.
“Dopo il diploma – spiega Francesca Ferrigno, 26 anni, laureanda dello stesso Corso di Laurea in lingua araba – mi consigliarono di studiare una lingua extra-europea per essere più competitiva nel mondo del lavoro. La mia scelta però è scaturita da una motivazione personale, ossia l’interesse verso il mondo arabo-islamico all’indomani degli attentati dell’undici settembre 2001”. Iscriversi a L’Orientale, una decisione naturale “perché era l’unico Ateneo in Campania che mi permetteva di intraprendere lo studio dell’arabo”. L’assimilazione di una lingua, afferma Francesca, “non avviene mai in maniera totale data la sua complessità intrinseca, figuriamoci poi per una lingua complicata come l’arabo!”. L’arabo, nella sua forma scritta, è una lingua non vocalizzata, le parole riportano solo lo scheletro consonantico, da qui una delle grandi difficoltà per gli studenti nell’approccio verso questa lingua. “Pur avendo quattro ore a disposizione, svolgere una traduzione di un testo specialistico non è un’impresa semplice, ti ritrovi davanti un testo con molti tecnicismi, di cui non hai mai preso visione prima, e il dizionario da solo non fa miracoli… ho dovuto ripetere l’esame di arabo quattro volte prima di riuscire a superarlo”, racconta Francesca con il tono di chi ha dovuto sudare molto prima di raggiungere il risultato finale. “Alla prova scritta – continua – segue una prova orale, ed anche lì ti ritrovi a dover superare una corsa ad ostacoli. Inoltre, tra la Triennale e la Specialistica vi è un grande dislivello nelle competenze richieste agli studenti”. A coloro che intendono seguire le sue orme, suggerisce di “armarsi di tanta pazienza, buona volontà e spirito di sacrificio”. Trasferirsi all’estero “per lavorare in un contesto multiculturale, perché è l’unico modo per immergersi ed entrare completamente nell’esperienza di una lingua seconda”: i propositi di Francesca per il post-laurea.
Adele Petrella, 25 anni, ha deciso di accostare allo studio del francese quello della lingua albanese, al fine di dare al suo percorso formativo un valore aggiunto. “Dato il numero esiguo di studenti – spiega Adele – al corso di albanese, della durata di quattro ore settimanali, il rapporto quasi confidenziale ci permette di interagire in totale tranquillità sia con il docente che con gli altri colleghi”. Attività didattiche ed extra didattiche complementari: “conferenze, seminari, feste legate al calendario albanese danno l’opportunità a noi studenti di uscire dagli schemi tradizionali di apprendimento di una lingua”. Adele è vincitrice quest’anno dell’Erasmus Placement, un programma volto a promuovere l’attivazione di stage presso aziende, centri di formazione, ricerca in uno dei Paesi europei partecipanti. Partirà a metà ottobre per svolgere un tirocinio presso l’Istituto culturale italiano di Parigi e tornerà a febbraio per discutere la tesi. L’invito di Adele alle matricole “vivere a pieno lo spirito accademico per recepirne gli stimoli, la vivacità culturale”. 
Maria Teresa Iervolino, detta Maite, 38 anni, dopo aver conseguito la laurea quadriennale del vecchio ordinamento in Lingue e Letterature straniere in inglese e ceco, è al conferimento di un secondo titolo accademico. Curiosità intellettuale, passione per le lingue slave unite alla rivalutazione degli studi sul Mediterraneo sono stati per Maite tra i motivi per biennalizzare lo studio del serbo croato. Vincitrice di una borsa di studio promossa da un bando pubblico dell’Università di Zara in collaborazione con la Camera di Commercio croata, Maite ha svolto un soggiorno studio presso la capitale storica della Dalmazia, per due settimane ad agosto. La grande sensibilità e attenzione al tema delle foibe guiderà uno dei progetti post-laurea di Maite, ossia la traduzione e pubblicazione di poesie inedite del prof. Giacomo Scotti, scrittore, giornalista e traduttore originario di Saviano. Ai ragazzi che si apprestano a scegliere un Corso di Laurea consiglia di “indirizzarsi verso quello che piace di più per soddisfare le proprie inclinazioni”.
Rosaria Illiano
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