Due giorni di incontri di approfondimento sui diversi settori e Corsi di Laurea con visite guidate alle strutture e ai laboratori. Un’organizzazione quasi industriale e senza sbavature, per presentare l’offerta formativa in Ingegneria. È l’iniziativa di orientamento promossa dal Collegio di Ingegneria che ha aperto le porte ai ragazzi delle scuole superiori di Napoli e provincia il 16 (sedi di Fuorigrotta) e 17 febbraio (Fuorigrotta e San Giovanni) ed ha coinvolto
numerosi docenti. “Tutti hanno avuto la possibilità di verificare le proprie idee e capire se l’area nel suo complesso può rappresentare un’attrattiva”, commenta il prof. Piero Salatino, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, entusiasta al termine della manifestazione che ha toccato anche i Collegi di Scienze e Architettura nell’arco di una intera settimana. I ragazzi che si apprestano a varcare la soglia universitaria sono tutti nativi digitali, millennials con un’elevata capacità di attingere informazioni da molte fonti. “Questa grande disposizione di nozioni è sicuramente un bene, ma nasconde anche dei rischi. Per noi è importante anche mostrare le strutture. Ricordo ancora la prima volta che sono entrato ad Ingegneria, l’emozione e la preoccupazione di non saper trovare l’aula”, afferma il prof. Salatino. “Abbiamo incontrato ragazzi motivati – dice il prof. Giuseppe Del Giudice, referente per l’orientamento, che ha tenuto gli incontri plenari e rappresentato l’area Civile al tempo stesso – In questa edizione abbiamo preferito dare più spazio ai laboratori”. “Si tratta di un campo di studi che dà grandi contributi alla società. Un aspetto da valutare”, sottolinea il prof. Massimo Martorelli, docente
di Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale, che illustra ai ragazzi il funzionamento della stampante in tre dimensioni del Laboratorio di Ricerca Interactive Design and Simulation (IDEAS) del Dipartimento di Ingegneria Industriale. “Qui, se i ragazzi entrano fricchettoni, poi devono diventare persone serie”, aggiunge il prof. Antonio Lanzotti, docente di Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale. “Il settore Meccanico è molto trasversale. Accanto alle applicazioni tradizionali, oggi ci sono le nuove frontiere dell’energia e della Meccatronica per i sistemi
intelligenti, ma l’idea di avere subito un successo professionale è troppo futile”, sottolinea Mario Terzo, ricercatore di Meccanica Applicata alle Macchine che ha presentato il Corso di Ingegneria Meccanica. “Formiamo una figura con un’ottica di sistema attenta sia agli aspetti manageriali che tecnici”, dice Cristina Ponsiglione, ricercatrice di Ingegneria Economico-Gestionale che ha presentato il Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale. “La passione per il volo e lo spazio sono elementi di vantaggio, ma ci sono anche applicazioni fluidodinamiche e nel campo dei trasporti. Il nostro è un metodo di lavoro”, fa notare il prof. Francesco Franco in rappresentanza del Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale. Nell’atrio della sede di Piazzale Tecchio, i Dipartimenti di Area Civile hanno allestito un’intera sala con schermi interattivi da cui è possibile scaricare video disponibili anche sui siti, pannelli illustrativi e postazioni di approfondimento, mentre sul pavimento è stata posizionata una gigantesca pianta della città. “Speriamo di aver trovato un modo di spiegare, con un linguaggio accessibile, tutto il potenziale espresso dal nostro settore – dice la prof.ssa Carmela Gargiulo, docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica – Stiamo
cercando di non essere etichettati come tecnici e paludati, perché oggi l’Ingegneria Civile rappresenta molto di più”. Edilizia, ambiente, recupero idrogeologico, energie rinnovabili: il campo oggi è molto dinamico, nonostante le grandi opere segnino il passo. “Ci auguriamo di ridurre gli abbandoni”, sottolinea il prof. Emidio Nigro, docente di Tecnica delle Costruzioni. “Pochi fra i ragazzi con cui abbiamo parlato finora sono decisi ad iscriversi ad Ingegneria. Non è un male, l’importante è fare scelte ponderate”, commenta la prof.ssa Lia Maria Papa, Coordinatrice del Corso di Laurea in Ingegneria Edile. “I nostri laureati sono ovunque nel mondo e la loro testimonianza è il nostro biglietto da visita più importante. L’Elettronica è alla base della società dell’informazione ed è in tutto quello che ci circonda, ma occorre curiosità, si deve voler scoprire come funzionano le cose che usiamo tutti i giorni”, suggerisce il prof. Antonio Giuseppe Maria Strollo, Coordinatore del Corso in Ingegneria Elettronica. “Occorre una certa vocazione per voler imparare a risolvere problemi e migliorare la vita. Non venite perché vi piace la play-station, ma, al contrario, se vi piace l’Informatica troverete una nuova ragione metodologica nel gioco”, sottolinea il Coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria Informatica Antonio Picariello. Reti Intelligenti, flussi di informazioni, fonti rinnovabili, industria, automotive, impiantistica, trasporto e l’elenco potrebbe continuare. Sono i settori di interesse degli ingegneri elettrici: “siamo trasversali a tutti i settori industriali. Inoltre, siamo un Corso di piccole dimensioni con un ottimo rapporto docenti-studenti”, commenta Daniela Proto, ricercatricedi Sistemi Elettrici per l’Energia. “L’ingegnere biomedico è una figura di coordinamento fra due mondi dei quali conosce i linguaggi, con uno spazio sempre maggiore nell’ambito commerciale e dell’organizzazione ospedaliera”, sottolinea Mario Sansone, ricercatore di Bioingegneria Elettronica e Informatica. L’Ingegnere delle Telecomunicazioni ha, per molti versi, attitudini che l’avvicinano a un fisico o a un matematico per la grande conoscenza dei fattori aleatori e della Fisica, in particolare dell’Elettromagnetismo: “oltre le comunicazioni e gli impianti satellitari, ci interessiamo di image processing in ambito forense”, specifica il Coordinatore del Corso Amedeo Capozzoli. “Il nostro è un percorso che richiede una formazione quinquennale. Le ricadute sono enormi come le possibilità di esperienze all’estero”, conclude il prof. Bruno Siciliano, Coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria dell’Automazione.
“È come vedersi allo specchio” Tra i protagonisti della manifestazione di orientamento, laureandi e ricercatori che hanno seguito gli ospiti per due giorni fornendo indicazioni logistiche, accompagnando i gruppi in visita, rispondendo alle domande, mostrando il loro lavoro quotidiano. “È interessante parlare con i ragazzi, è come vedersi allo specchio qualche anno fa, lo stesso spaesamento, gli stessi dubbi, le stesse domande”, sono le impressioni di Umberto Fattore e Roberto Ruggiero, rispettivamente 23 e 28 anni, laureandi Magistrali in Ingegneria Informatica che hanno partecipato agli eventi della due giorni. “Abbiamo scelto un ambito che trovavamo molto appassionante perché ci piace tutto quello che è tecnologico. Molti lo scelgono, oltre che per l’interesse culturale, per le prospettive occupazionali. Però, pensare solo al futuro non serve ad affrontare lo studio.
Perché se manca la passione, soprattutto ai primi anni, quando bisogna farsi le basi, si rischia di cadere perché può mancare la motivazione. È difficile, si deve mantenere l’equilibrio fra molte spinte”. Gli studenti Magistrali di Ingegneria Informatica Vincenzo De Simone e Vincenzo Riccio e il collega di Ingegneria Meccanica Andrea
Falco accompagnano i gruppi in visita ai laboratori, facendo la spola fra l’edificio di Piazzale Tecchio e la sede di Via Claudio: “la prima cosa che si apprende qui è una certa forma mentis. I ragazzi con cui stiamo interagendo mostrano di avere molta consapevolezza. Il primo consiglio resta sempre quello di parlare con chi è più grande, adulti o colleghi universitari che siano”. Fra i ragazzi coinvolti, ci sono anche gli studenti a contratto part-time, afferenti all’intera Scuola, senza distinzione di Collegio, come Simone Pallonetto, al quinto anno di Architettura: “è stato strano, ci hanno posto domande sulla scelta che rivolgevamo a noi stessi. Alla fine l’unica risposta che resta è la passione”. “Intorno alla Scuola di Ingegneria ci sono molti preconcetti. Si tratta di studi da affrontare passo dopo passo con costanza e metodo”, racconta Filomena Mauriello, giovane professionista e collaboratrice del
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, approdata, a suo tempo, al Corso di Laurea in Ingegneria Civile, proveniente dal Liceo Psicopedagogico. Quindi, “non avevo basi di alcun genere, però mi piaceva l’idea di concretizzare l’unione fra la teoria e le applicazioni, e mi affascinava la prospettiva di poter modellare la natura. Ricordo ancora l’emozione che ho provato la prima volta che sono salita su una diga. Se ce l’ho fatta io, possono
riuscirci tutti quelli che hanno passione, perché è un campo che apre la mente”. “Si tratta di un ramo scientifico che ha molte intersezioni. Ci occupiamo di energia, cambiamenti climatici, sicurezza, conservazione del patrimonio, beni culturali. L’approccio deve essere olistico e il lavoro non è per niente noioso”, aggiunge Antonio Bilotta, ricercatore in Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura. “Partendo dalle materie di interesse, guardate i dati di Alma Laurea, leggete i programmi, informatevi sulle previsioni del mondo del lavoro e decidete”, è la ricetta di Fabio Ruggiero, ricercatore di Automatica, il quale, insieme alla collega Fanny
Ficuciello, ha illustrato il lavoro del Laboratorio di Robotica Prisma. La sua esperienza: “Da ragazzo ero indeciso fra Matematica e Ingegneria. Poi ha prevalso il pallino per i robot. In seguito è maturata la decisione di intraprendere la strada della ricerca, ma il nostro campo è uno dei più gratificanti anche fuori da queste mura”. Maurizio Ventre, ricercatore del Laboratorio di Polimeri del Dipartimento di Ingegneria Chimica dei Materiali e della Produzione Industriale, ha mostrato i prodigi della Medicina rigenerativa nel Laboratorio di materiali polimerici: “si
tratta di qualcosa di nuovo per il settore ingegneristico. Una volta il medico e l’ingegnere erano figure separate che si parlavano poco, ma noi abbiamo caratteristiche culturali che ci consentono di poter essere di grande aiuto nell’ambito di una soluzione terapeutica”. Se dovesse dare un suggerimento per valutare la possibilità di iscriversi a Ingegneria, evidenzierebbe: “che la nostra è una figura che cerca di traslare la ricerca all’esterno”.
L’Open Day ad Ingegneria è a cura di Simona Pasquale
numerosi docenti. “Tutti hanno avuto la possibilità di verificare le proprie idee e capire se l’area nel suo complesso può rappresentare un’attrattiva”, commenta il prof. Piero Salatino, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, entusiasta al termine della manifestazione che ha toccato anche i Collegi di Scienze e Architettura nell’arco di una intera settimana. I ragazzi che si apprestano a varcare la soglia universitaria sono tutti nativi digitali, millennials con un’elevata capacità di attingere informazioni da molte fonti. “Questa grande disposizione di nozioni è sicuramente un bene, ma nasconde anche dei rischi. Per noi è importante anche mostrare le strutture. Ricordo ancora la prima volta che sono entrato ad Ingegneria, l’emozione e la preoccupazione di non saper trovare l’aula”, afferma il prof. Salatino. “Abbiamo incontrato ragazzi motivati – dice il prof. Giuseppe Del Giudice, referente per l’orientamento, che ha tenuto gli incontri plenari e rappresentato l’area Civile al tempo stesso – In questa edizione abbiamo preferito dare più spazio ai laboratori”. “Si tratta di un campo di studi che dà grandi contributi alla società. Un aspetto da valutare”, sottolinea il prof. Massimo Martorelli, docente
di Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale, che illustra ai ragazzi il funzionamento della stampante in tre dimensioni del Laboratorio di Ricerca Interactive Design and Simulation (IDEAS) del Dipartimento di Ingegneria Industriale. “Qui, se i ragazzi entrano fricchettoni, poi devono diventare persone serie”, aggiunge il prof. Antonio Lanzotti, docente di Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale. “Il settore Meccanico è molto trasversale. Accanto alle applicazioni tradizionali, oggi ci sono le nuove frontiere dell’energia e della Meccatronica per i sistemi
intelligenti, ma l’idea di avere subito un successo professionale è troppo futile”, sottolinea Mario Terzo, ricercatore di Meccanica Applicata alle Macchine che ha presentato il Corso di Ingegneria Meccanica. “Formiamo una figura con un’ottica di sistema attenta sia agli aspetti manageriali che tecnici”, dice Cristina Ponsiglione, ricercatrice di Ingegneria Economico-Gestionale che ha presentato il Corso di Laurea in Ingegneria Gestionale. “La passione per il volo e lo spazio sono elementi di vantaggio, ma ci sono anche applicazioni fluidodinamiche e nel campo dei trasporti. Il nostro è un metodo di lavoro”, fa notare il prof. Francesco Franco in rappresentanza del Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale. Nell’atrio della sede di Piazzale Tecchio, i Dipartimenti di Area Civile hanno allestito un’intera sala con schermi interattivi da cui è possibile scaricare video disponibili anche sui siti, pannelli illustrativi e postazioni di approfondimento, mentre sul pavimento è stata posizionata una gigantesca pianta della città. “Speriamo di aver trovato un modo di spiegare, con un linguaggio accessibile, tutto il potenziale espresso dal nostro settore – dice la prof.ssa Carmela Gargiulo, docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica – Stiamo
cercando di non essere etichettati come tecnici e paludati, perché oggi l’Ingegneria Civile rappresenta molto di più”. Edilizia, ambiente, recupero idrogeologico, energie rinnovabili: il campo oggi è molto dinamico, nonostante le grandi opere segnino il passo. “Ci auguriamo di ridurre gli abbandoni”, sottolinea il prof. Emidio Nigro, docente di Tecnica delle Costruzioni. “Pochi fra i ragazzi con cui abbiamo parlato finora sono decisi ad iscriversi ad Ingegneria. Non è un male, l’importante è fare scelte ponderate”, commenta la prof.ssa Lia Maria Papa, Coordinatrice del Corso di Laurea in Ingegneria Edile. “I nostri laureati sono ovunque nel mondo e la loro testimonianza è il nostro biglietto da visita più importante. L’Elettronica è alla base della società dell’informazione ed è in tutto quello che ci circonda, ma occorre curiosità, si deve voler scoprire come funzionano le cose che usiamo tutti i giorni”, suggerisce il prof. Antonio Giuseppe Maria Strollo, Coordinatore del Corso in Ingegneria Elettronica. “Occorre una certa vocazione per voler imparare a risolvere problemi e migliorare la vita. Non venite perché vi piace la play-station, ma, al contrario, se vi piace l’Informatica troverete una nuova ragione metodologica nel gioco”, sottolinea il Coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria Informatica Antonio Picariello. Reti Intelligenti, flussi di informazioni, fonti rinnovabili, industria, automotive, impiantistica, trasporto e l’elenco potrebbe continuare. Sono i settori di interesse degli ingegneri elettrici: “siamo trasversali a tutti i settori industriali. Inoltre, siamo un Corso di piccole dimensioni con un ottimo rapporto docenti-studenti”, commenta Daniela Proto, ricercatricedi Sistemi Elettrici per l’Energia. “L’ingegnere biomedico è una figura di coordinamento fra due mondi dei quali conosce i linguaggi, con uno spazio sempre maggiore nell’ambito commerciale e dell’organizzazione ospedaliera”, sottolinea Mario Sansone, ricercatore di Bioingegneria Elettronica e Informatica. L’Ingegnere delle Telecomunicazioni ha, per molti versi, attitudini che l’avvicinano a un fisico o a un matematico per la grande conoscenza dei fattori aleatori e della Fisica, in particolare dell’Elettromagnetismo: “oltre le comunicazioni e gli impianti satellitari, ci interessiamo di image processing in ambito forense”, specifica il Coordinatore del Corso Amedeo Capozzoli. “Il nostro è un percorso che richiede una formazione quinquennale. Le ricadute sono enormi come le possibilità di esperienze all’estero”, conclude il prof. Bruno Siciliano, Coordinatore del Corso di Laurea in Ingegneria dell’Automazione.
“È come vedersi allo specchio” Tra i protagonisti della manifestazione di orientamento, laureandi e ricercatori che hanno seguito gli ospiti per due giorni fornendo indicazioni logistiche, accompagnando i gruppi in visita, rispondendo alle domande, mostrando il loro lavoro quotidiano. “È interessante parlare con i ragazzi, è come vedersi allo specchio qualche anno fa, lo stesso spaesamento, gli stessi dubbi, le stesse domande”, sono le impressioni di Umberto Fattore e Roberto Ruggiero, rispettivamente 23 e 28 anni, laureandi Magistrali in Ingegneria Informatica che hanno partecipato agli eventi della due giorni. “Abbiamo scelto un ambito che trovavamo molto appassionante perché ci piace tutto quello che è tecnologico. Molti lo scelgono, oltre che per l’interesse culturale, per le prospettive occupazionali. Però, pensare solo al futuro non serve ad affrontare lo studio.
Perché se manca la passione, soprattutto ai primi anni, quando bisogna farsi le basi, si rischia di cadere perché può mancare la motivazione. È difficile, si deve mantenere l’equilibrio fra molte spinte”. Gli studenti Magistrali di Ingegneria Informatica Vincenzo De Simone e Vincenzo Riccio e il collega di Ingegneria Meccanica Andrea
Falco accompagnano i gruppi in visita ai laboratori, facendo la spola fra l’edificio di Piazzale Tecchio e la sede di Via Claudio: “la prima cosa che si apprende qui è una certa forma mentis. I ragazzi con cui stiamo interagendo mostrano di avere molta consapevolezza. Il primo consiglio resta sempre quello di parlare con chi è più grande, adulti o colleghi universitari che siano”. Fra i ragazzi coinvolti, ci sono anche gli studenti a contratto part-time, afferenti all’intera Scuola, senza distinzione di Collegio, come Simone Pallonetto, al quinto anno di Architettura: “è stato strano, ci hanno posto domande sulla scelta che rivolgevamo a noi stessi. Alla fine l’unica risposta che resta è la passione”. “Intorno alla Scuola di Ingegneria ci sono molti preconcetti. Si tratta di studi da affrontare passo dopo passo con costanza e metodo”, racconta Filomena Mauriello, giovane professionista e collaboratrice del
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale, approdata, a suo tempo, al Corso di Laurea in Ingegneria Civile, proveniente dal Liceo Psicopedagogico. Quindi, “non avevo basi di alcun genere, però mi piaceva l’idea di concretizzare l’unione fra la teoria e le applicazioni, e mi affascinava la prospettiva di poter modellare la natura. Ricordo ancora l’emozione che ho provato la prima volta che sono salita su una diga. Se ce l’ho fatta io, possono
riuscirci tutti quelli che hanno passione, perché è un campo che apre la mente”. “Si tratta di un ramo scientifico che ha molte intersezioni. Ci occupiamo di energia, cambiamenti climatici, sicurezza, conservazione del patrimonio, beni culturali. L’approccio deve essere olistico e il lavoro non è per niente noioso”, aggiunge Antonio Bilotta, ricercatore in Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura. “Partendo dalle materie di interesse, guardate i dati di Alma Laurea, leggete i programmi, informatevi sulle previsioni del mondo del lavoro e decidete”, è la ricetta di Fabio Ruggiero, ricercatore di Automatica, il quale, insieme alla collega Fanny
Ficuciello, ha illustrato il lavoro del Laboratorio di Robotica Prisma. La sua esperienza: “Da ragazzo ero indeciso fra Matematica e Ingegneria. Poi ha prevalso il pallino per i robot. In seguito è maturata la decisione di intraprendere la strada della ricerca, ma il nostro campo è uno dei più gratificanti anche fuori da queste mura”. Maurizio Ventre, ricercatore del Laboratorio di Polimeri del Dipartimento di Ingegneria Chimica dei Materiali e della Produzione Industriale, ha mostrato i prodigi della Medicina rigenerativa nel Laboratorio di materiali polimerici: “si
tratta di qualcosa di nuovo per il settore ingegneristico. Una volta il medico e l’ingegnere erano figure separate che si parlavano poco, ma noi abbiamo caratteristiche culturali che ci consentono di poter essere di grande aiuto nell’ambito di una soluzione terapeutica”. Se dovesse dare un suggerimento per valutare la possibilità di iscriversi a Ingegneria, evidenzierebbe: “che la nostra è una figura che cerca di traslare la ricerca all’esterno”.
L’Open Day ad Ingegneria è a cura di Simona Pasquale