“Per uno studente di Architettura partire per un periodo Erasmus è fondamentale. Quando i giovani pensano alla destinazione, li invito sempre a considerare anche gli aspetti culturali e a scegliere in base ai loro interessi artistici. Noi, in realtà, cerchiamo di farli soggiornare sempre in sedi che si trovino in un contesto urbano stimolante, perché per chi studia Architettura o Design non solo l’Ateneo ma la città stessa deve rappresentare uno spunto di crescita”, sono le parole del prof. Nicola Pisacane, delegato Erasmus per Architettura della Vanvitelli. “Sarei felice se tutti gli studenti andassero in Erasmus! Si tratta, infatti, al di là dell’aspetto formativo, di un’esperienza che li fa crescere: si allontanano dalla famiglia e si trovano ad affrontare esperienze quotidiane e risolvere problemi da soli”. Sono 42 le borse per studio destinate ad Architettura quinquennale e alla Specialistica e 12 per i due Corsi
di Design e Comunicazione e Design per la moda, in aumento rispetto allo scorso anno, e a cui si vanno ad aggiungere le borse di mobilità extraeuropea e per i traineeship, “queste sono suddivise in base a graduatorie di Ateneo, ma abbiamo avuto un ottimo riscontro già dallo scorso anno e contiamo di avere buoni numeri anche nel 2017”. A differenza dei loro colleghi, gli studenti di Architettura non prediligono la Spagna ma la Turchia, almeno fino a qualche mese fa: “Prima degli ultimi eventi politici la meta preferita era Istanbul, ma dallo scorso anno non siamo riusciti a mandare più nessuno. La Spagna anche da noi ha comunque un buon riscontro, così come il Portogallo dove ci sono importanti scuole di design. A seguire la Francia e i Paesi dell’Est che sono in forte crescita anche per il tipo di servizi offerti dagli Atenei”. Tra le mete extraeuropee è la Cina ad ospitare attualmente due studenti all’East China University, “anche se quest’anno puntiamo ad inviare ragazzi anche in Brasile e Bolivia. Si tratta ancora di un tipo di mobilità in via di sperimentazione: se è vero che la borsa copre il soggiorno e che generalmente si tratta di Atenei con residenze interne, è anche vero che i ragazzi possono essere spaventati da problemi burocratici o dalla distanza. Ho potuto però constatare che i nostri giovani sono tutti molto motivati e interessati a questa opportunità”. Il Dipartimento mette a disposizione dei candidati Erasmus una commissione composta da cinque docenti con l’obiettivo di aiutare e sostenere nelle scelte, oltre al supporto del personale amministrativo e di due buddies, studenti ‘anziani’ che offrono la loro esperienza elargendo anche consigli pratici. Il consiglio del prof. Pisacane è comunque quello di imparare bene l’inglese e di rimanere per almeno sei mesi in Erasmus, “anche se è sempre più frequente che molti ragazzi chiedano di rimanere un anno. Molte delle sedi che abbiamo in convenzione sono stimolanti e il fatto di sapersi riconosciuti tutti i crediti formativi invoglia i giovani a rimanere all’estero. Ad esempio, abbiamo due studentesse che dopo un semestre in Spagna con Erasmus hanno chiesto di andare altri sei mesi a Shangai con la mobilità extraeuropea. Il desiderio di muoversi e di conoscere è, in realtà, insito nel tipo di studi che hanno scelto".
di Design e Comunicazione e Design per la moda, in aumento rispetto allo scorso anno, e a cui si vanno ad aggiungere le borse di mobilità extraeuropea e per i traineeship, “queste sono suddivise in base a graduatorie di Ateneo, ma abbiamo avuto un ottimo riscontro già dallo scorso anno e contiamo di avere buoni numeri anche nel 2017”. A differenza dei loro colleghi, gli studenti di Architettura non prediligono la Spagna ma la Turchia, almeno fino a qualche mese fa: “Prima degli ultimi eventi politici la meta preferita era Istanbul, ma dallo scorso anno non siamo riusciti a mandare più nessuno. La Spagna anche da noi ha comunque un buon riscontro, così come il Portogallo dove ci sono importanti scuole di design. A seguire la Francia e i Paesi dell’Est che sono in forte crescita anche per il tipo di servizi offerti dagli Atenei”. Tra le mete extraeuropee è la Cina ad ospitare attualmente due studenti all’East China University, “anche se quest’anno puntiamo ad inviare ragazzi anche in Brasile e Bolivia. Si tratta ancora di un tipo di mobilità in via di sperimentazione: se è vero che la borsa copre il soggiorno e che generalmente si tratta di Atenei con residenze interne, è anche vero che i ragazzi possono essere spaventati da problemi burocratici o dalla distanza. Ho potuto però constatare che i nostri giovani sono tutti molto motivati e interessati a questa opportunità”. Il Dipartimento mette a disposizione dei candidati Erasmus una commissione composta da cinque docenti con l’obiettivo di aiutare e sostenere nelle scelte, oltre al supporto del personale amministrativo e di due buddies, studenti ‘anziani’ che offrono la loro esperienza elargendo anche consigli pratici. Il consiglio del prof. Pisacane è comunque quello di imparare bene l’inglese e di rimanere per almeno sei mesi in Erasmus, “anche se è sempre più frequente che molti ragazzi chiedano di rimanere un anno. Molte delle sedi che abbiamo in convenzione sono stimolanti e il fatto di sapersi riconosciuti tutti i crediti formativi invoglia i giovani a rimanere all’estero. Ad esempio, abbiamo due studentesse che dopo un semestre in Spagna con Erasmus hanno chiesto di andare altri sei mesi a Shangai con la mobilità extraeuropea. Il desiderio di muoversi e di conoscere è, in realtà, insito nel tipo di studi che hanno scelto".