2.535 laureati in un anno, 186 della specialistica

Il primo Consiglio di Ingegneria del nuovo anno, che si è svolto giovedì 18 gennaio, inizia subito con la comunicazione da parte del Preside dei dati ufficiali relativi alle immatricolazioni ed alle lauree. I nuovi iscritti sono stati 2.850 (considerando anche i ripetenti del primo anno, si arriva ad un totale di circa 3.000 studenti). Il dato più interessante, è rappresentato dai laureati nell’anno solare 2006. Sono 2.535. Tra questi, il 50% circa è costituito da laureati di vecchio o vecchissimo ordinamento (47 del vecchissimo ordinamento, 1.204 del vecchio ordinamento, 21 vecchi diplomi universitari). La restante metà è costituita da 1.087 laureati triennali e 186 laureati specialistici. “Prima nessuno riusciva a laurearsi in cinque anni. Con il nuovo sistema, invece, qualcuno completa il ciclo nei tempi previsti. Non significa che il sistema funzioni ma qualche dato positivo c’è”, commenta il Preside Edoardo Cosenza. 
Tra le novità presentate in Consiglio, le modifiche apportate al regolamento di Ateneo, relative al riconoscimento dei crediti formativi acquisiti fuori dall’università. “C’è stata in principio una grande liberalizzazione seguita poi, giustamente secondo me, da una certa restrizione. Le cose per noi non cambiano molto, perché la nostra facoltà non ha mai avuto molta simpatia per questi sistemi”. Il regolamento prevede che possano essere considerati validi ai fini del conseguimento dei crediti formativi universitari, competenze acquisite in ambito professionale, purché congruenti con gli argomenti affrontati nel corso di studi scelto. Lo stesso vale per il personale delle Pubbliche Amministrazioni. Il limite quantitativo posto è di 60 crediti per i corsi di laurea triennale e di laurea magistrale a ciclo unico e di 40 crediti per le lauree magistrali biennali. 
Efficacia dei Master, 
dibattito serrato
Nel corso della seduta, il Preside parla a lungo sulla riunione del Senato Accademico del 28 dicembre che ha affrontato la spinosa questione del bilancio di Ateneo. “Per ora, l’Ateneo non assumerà nessuno. Il bilancio è stato approvato sub condicio, in attesa di un piano di rientro. È bene che tutti ne siamo messi al corrente. Per la prima volta nella storia dell’ateneo, il Fondo di Finanziamento Ordinario elargito dal Ministero, non sarà sufficiente nemmeno a pagare gli stipendi. La situazione è assolutamente drammatica”. Per contenere le spese, sono previsti una serie di tagli e una Commissione, della quale fanno parte il Rettore e lo stesso Preside Cosenza, vaglierà l’effettiva efficacia dei Master universitari, in relazione alle spese da sostenere. “Si dice che siano a costo zero, ma nessuna iniziativa che richieda organizzazione lo è davvero. Personalmente, sono molto critico nei confronti di questi corsi ed anche gli studenti ci rimproverano di aver creato dei parcheggi per disoccupati. Senza dimenticare che i Master delle Facoltà i cui laureati hanno maggiori difficoltà a trovare lavoro, sono i più affollati. La questione, comunque è globalmente più delicata di quella che noi percepiamo dal nostro punto di vista qui ad Ingegneria” spiega il Preside all’assemblea. “Apprezzo che il Preside si interessi alla materia, ma vorrei farvi notare che, l’università incassa una buona parte dei soldi che i Master portano. È un guadagno percentuale e ripaga abbondantemente del disturbo che formalmente l’organizzazione richiede” afferma il prof. Antonino Mazzeo che racconta in aula tutti i problemi che sta incontrando per bandire un Master sulla gestione documentale. “Non avete idea di quello che sto penando, a causa della burocrazia. Bisogna comunicare in anticipo la copertura di tutti i contratti e i soldi devono essere praticamente già in cassa, non ci si fida più nemmeno di una lettera formale. Ho avuto persino dei problemi con gli arrotondamenti di 4 o 5 euro per il costo orario dei docenti. Vi dico questo perché ho avuto la sensazione che i Master siano avversati nell’Ateneo. Se è così ditelo chiaramente, perché è inutile sprecare tutte queste energie” . “Il problema è complesso. Credo che sia importante realizzare delle strutture apposite, come ce ne sono in altre università. Inoltre, questi corsi dovrebbero avere un forte collegamento con i dottorati. Questo regolamento di Ateneo non affronta il problema, che pure esiste, del riconoscimento dei crediti dei Master nel dottorato” sostiene nel suo intervento il prof. Antonello De Luca. La risposta del Preside non si fa attendere: “con tutti i problemi organizzativi che ci sono, è molto difficile che io diventi un sostenitore dei Master, anche se richiedono poche aule e poco spazio. In quanto preside, credo che il numero dei Master vada contingentato in base al contesto e al grado di occupazione. In questa Facoltà, alcuni corsi di Master funzionano benissimo ma non tutti i laureati vengono assorbiti dal mondo del lavoro allo stesso modo. La questione, vista dall’Ateneo, è molto delicata”. 
Il Consiglio, poi, affronta un altro tema importante: la proposta del prof. Enrico De Rosa di istituire dei corsi per Responsabile di Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e Addetto del Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP), figure professionali che si occupano di sicurezza nei luoghi di lavoro, previste dal decreto legislativo 626 del ’94. In base a questa normativa, qualsiasi datore di lavoro è tenuto ad elaborare un documento contenente le previsioni sui rischi per la salute dei lavoratori, le indicazioni sui sistemi di prevenzione e un programma di informazione rivolto ai dipendenti. Il datore di lavoro può redigere questo documento da solo, se ne ha le competenze, oppure può organizzare un servizio di prevenzione e protezione, costituito da un responsabile e da un certo numero di addetti sia interni che esterni all’azienda. Un decreto successivo (il 195 del 2003) ha previsto che queste due figure professionali debbano essere in possesso di un attestato di frequenza di specifici corsi. Tra gli enti formatori individuati ci sono le università. Il percorso è suddiviso in tre moduli e tutti prevedono una tassa d’iscrizione. “La grande maggioranza dei contenuti di questi corsi è di nostro dominio, per questo abbiamo candidato la Facoltà ad ospitarli” sottolinea il docente. “Questi corsi rappresenterebbero una fonte di entrata per la Facoltà. Il Direttore Amministrativo ed il Rettore dovranno mettere a punto un decreto attuativo, con delega ad Ingegneria” ribadisce il Preside. “È un’opportunità importante ma è necessario avere una struttura organizzativa. Questo esempio si collega al discorso dei Master. Forniamo un servizio che, diversamente, sarebbe appannaggio di aziende esterne o società no profit, ma il servizio che possiamo offrire noi è di gran lunga migliore” sostiene il prof. Giorgio Serino che da quest’anno gestisce un Master che si svolge parte in Italia e parte negli Stati Uniti. “Il parallelismo tra i Master e questi corsi c’è ma le differenza sono molte”, taglia corto il Preside. 
Simona Pasquale
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