Il prof. Claudio Claudi di S. Michael è il nuovo Preside della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II. L’elezione giovedì 29 maggio, alle 16.15. Entrerà in carica l’1 novembre e prenderà il posto del prof. Benedetto Gravagnuolo in carica per 6 anni (due mandati). Un’elezione scontata, dopo il risultato del primo turno dove con 81 preferenze si era fermato a 2 voti dalla proclamazione. Risultato finale: 101 preferenze per Claudi, 41 per la Amirante, 14 per Scarano, 2 le schede bianche; votanti 158 su 164. In pratica, quasi intatto (-4 voti a testa e 2 assenti giustificati) è rimasto l’elettorato della Amirante – rispetto al primo turno – e di Scarano. Su Claudi è confluita buona parte dei 14 voti andati al primo turno a Baratta. A sigillare la chiusura della competizione elettorale, a spoglio concluso, i festeggiamenti con un “babà” di Scaturchio, offerto dal decano, prof. Guido D’Angelo, negli spazi istituzionali della Presidenza al secondo piano di Palazzo Gravina, supportato dalla sig.ra Pina della Presidenza.
Le reazioni. “Sono emozionato e talmente contento per questa lunga galoppata” afferma ad Ateneapoli il neo eletto mentre stringe mani e abbraccia colleghi. “Ringrazio tutti, chi mi ha votato, in primis, ma anche chi, lealmente, ha deciso di votare diversamente. Naturalmente, sono aperto a chiunque vorrà collaborare allo sviluppo della Facoltà: di qualsiasi Dipartimento, area disciplinare” o visione del mondo e della vita. Che tipo di Facoltà ha in mente? “Una Facoltà che amo profondamente e in cui credo enormemente. Una Facoltà difficile ed eccellente, per la compresenza di due anime, una umanistica ed una scientifica, e farò di tutto perché emergano ulteriormente le eccellenze di entrambe le anime, perché sono le vere risorse della Facoltà”. Politecnico Regionale: “la Facoltà di Architettura deve entrare a pieno titolo nel progetto che andrà a delinearsi”. Si impegnerà molto per la Facoltà, promette: “come ho fatto alla Presidenza del Corso di Laurea e alla Direzione del Dipartimento: dal lunedì al giovedì, dalle 9.00 alle 19.30, e il venerdì fino alle 14.00, perché anche io ho una vita privata”. Agli studenti lancia un messaggio: “ho sempre dato prova di attenzione nei loro confronti. Come per gli iscritti al vecchio ordinamento, che sotto la mia Presidenza di Corso di Laurea, sono passati da 5.500 a 700 creando le condizioni per farli giungere rapidamente alla laurea” insomma concretezza, non filosofia. Ed aggiunge: “però tutti i Corsi di Laurea debbono andare in un unico alveo” remare nella stessa direzione: “pur nel rispetto dell’autonomia, non è pensabile che ci siano forti differenze, organizzative, addirittura con date di inizio corsi totalmente diverse”. Parole chiave: “unitarietà, e ruolo forte della Facoltà nei luoghi decisionali”.
Roberta Amirante. Sconfitta ma contenta: “sono contenta che sia stato eletto il nuovo Preside. Avevo aderito alla ‘sollecitazione appassionata e convincente’ di diversi colleghi (Laura Bellia, Francesco Bruno, Arcangelo Cesarano, Ferruccio Izzo, Daniela Lepore, Giovanna Maraventano, Piero Mazzei, Pasquale Miano, Fabrizio Spirito, Sergio Villari) di ripresentare la mia candidatura al secondo turno e vedo che il voto, tranne 3 assenti giustificati, è stato all’incirca confermato all’unità su quello del primo turno. Ci sono differenze di programmi e di impostazione con il Preside neo eletto, c’è però stato un ampio dibattito, i colleghi sono stati particolarmente attivi, la Facoltà si è espressa”. Qualcuno dice che ha vinto la ragione sul cuore. “Ha vinto la Facoltà. Si votava un Preside. Null’altro”.
Per i rappresentanti degli studenti la parola alla leader degli eletti, quasi tutti di Confederazione, Delia Evangelista: “facciamo gli auguri al nuovo Preside. E chiediamo maggiore attenzione sulla didattica, l’internazionalizzazione, il mercato del lavoro, maggiore unità dei Dipartimenti sulle questioni del sapere. Dagli studenti il nuovo Preside riceverà collaborazione, ma anche opposizione se ci sarà da difendere i nostri interessi”.
Il prof. Rolando Scarano aveva, invece, così motivato la sua ripresentazione in seconda tornata, nonostante l’esiguo esito elettorale: “una democrazia adulta deve sviluppare forme di dialettica condivisa – pur essendoci stata un’espressione chiara del corpo elettorale al primo turno – per costruire, per il futuro, insieme, operazioni concertate all’interno di finalità comuni”. Anche perché, “l’unanimismo non è nella storia della nostra Facoltà”.
Paolo Iannotti
Le reazioni. “Sono emozionato e talmente contento per questa lunga galoppata” afferma ad Ateneapoli il neo eletto mentre stringe mani e abbraccia colleghi. “Ringrazio tutti, chi mi ha votato, in primis, ma anche chi, lealmente, ha deciso di votare diversamente. Naturalmente, sono aperto a chiunque vorrà collaborare allo sviluppo della Facoltà: di qualsiasi Dipartimento, area disciplinare” o visione del mondo e della vita. Che tipo di Facoltà ha in mente? “Una Facoltà che amo profondamente e in cui credo enormemente. Una Facoltà difficile ed eccellente, per la compresenza di due anime, una umanistica ed una scientifica, e farò di tutto perché emergano ulteriormente le eccellenze di entrambe le anime, perché sono le vere risorse della Facoltà”. Politecnico Regionale: “la Facoltà di Architettura deve entrare a pieno titolo nel progetto che andrà a delinearsi”. Si impegnerà molto per la Facoltà, promette: “come ho fatto alla Presidenza del Corso di Laurea e alla Direzione del Dipartimento: dal lunedì al giovedì, dalle 9.00 alle 19.30, e il venerdì fino alle 14.00, perché anche io ho una vita privata”. Agli studenti lancia un messaggio: “ho sempre dato prova di attenzione nei loro confronti. Come per gli iscritti al vecchio ordinamento, che sotto la mia Presidenza di Corso di Laurea, sono passati da 5.500 a 700 creando le condizioni per farli giungere rapidamente alla laurea” insomma concretezza, non filosofia. Ed aggiunge: “però tutti i Corsi di Laurea debbono andare in un unico alveo” remare nella stessa direzione: “pur nel rispetto dell’autonomia, non è pensabile che ci siano forti differenze, organizzative, addirittura con date di inizio corsi totalmente diverse”. Parole chiave: “unitarietà, e ruolo forte della Facoltà nei luoghi decisionali”.
Roberta Amirante. Sconfitta ma contenta: “sono contenta che sia stato eletto il nuovo Preside. Avevo aderito alla ‘sollecitazione appassionata e convincente’ di diversi colleghi (Laura Bellia, Francesco Bruno, Arcangelo Cesarano, Ferruccio Izzo, Daniela Lepore, Giovanna Maraventano, Piero Mazzei, Pasquale Miano, Fabrizio Spirito, Sergio Villari) di ripresentare la mia candidatura al secondo turno e vedo che il voto, tranne 3 assenti giustificati, è stato all’incirca confermato all’unità su quello del primo turno. Ci sono differenze di programmi e di impostazione con il Preside neo eletto, c’è però stato un ampio dibattito, i colleghi sono stati particolarmente attivi, la Facoltà si è espressa”. Qualcuno dice che ha vinto la ragione sul cuore. “Ha vinto la Facoltà. Si votava un Preside. Null’altro”.
Per i rappresentanti degli studenti la parola alla leader degli eletti, quasi tutti di Confederazione, Delia Evangelista: “facciamo gli auguri al nuovo Preside. E chiediamo maggiore attenzione sulla didattica, l’internazionalizzazione, il mercato del lavoro, maggiore unità dei Dipartimenti sulle questioni del sapere. Dagli studenti il nuovo Preside riceverà collaborazione, ma anche opposizione se ci sarà da difendere i nostri interessi”.
Il prof. Rolando Scarano aveva, invece, così motivato la sua ripresentazione in seconda tornata, nonostante l’esiguo esito elettorale: “una democrazia adulta deve sviluppare forme di dialettica condivisa – pur essendoci stata un’espressione chiara del corpo elettorale al primo turno – per costruire, per il futuro, insieme, operazioni concertate all’interno di finalità comuni”. Anche perché, “l’unanimismo non è nella storia della nostra Facoltà”.
Paolo Iannotti