Una grande incertezza sul proprio futuro e un mondo lavorativo dai contorni poco definiti sono le prospettive della vita post-universitaria condivise da molti studenti. In virtù di ciò, la Facoltà di Psicologia ha promosso il 30 maggio un incontro con il dott. Raffaele Felaco, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania dal titolo “Aspetti deontologici della professione dello psicologo”. A fare gli onori di casa, la Preside Alida Labella, che ha colto l’occasione per un importante annuncio: “in un momento molto difficile per la professione degli psicologi, abbiamo chiesto di ridurre il numero di iscritti a questa Facoltà a 150 per la Triennale e 70-80 per la Magistrale. Fare una scelta di questo tipo significherà mettere sul mercato flussi più contenuti e mediamente più preparati, dal momento che adesso i laureati sono una massa ingovernabile e in alcuni casi dequalificano la professione”. Un veloce saluto dal prof. Dario Bacchini, docente di Psicologia dello sviluppo, che ha organizzato l’evento. Poi la parola al dott. Felaco: “Sono nate nuove istanze nella nostra società, grafologi e consulenti di vario tipo, che stanno erodendo fasci della nostra professione. A queste persone, noi possiamo controbattere solo con la nostra professionalità perché dieci anni di studio sono cosa ben diversa da un paio di anni di corso”. Ma gli ostacoli per i giovani laureati sono una lunga lista, a cominciare da un mercato ormai saturo: in Italia ci sono un terzo degli psicologi di tutta Europa, circa 83 mila, e oltre 80 mila studenti. In secondo luogo, c’è una certa confusione sulla propria identità professionale: “mi sono arrivate diverse e-mail di ragazzi delusi per non essere stati ammessi al concorso per educatori; c’è bisogno di un’identità più forte, bisogna osservare e riconoscere il ruolo che la psicologia svolge nella nostra società, la sua funzione nella trasformazione della stessa professione sanitaria”, precisa Felaco. Segue qualche suggerimento per poter sfruttare al meglio le conoscenze acquisite all’Università per dar vita a nuove figure professionali, seppure in contesti insospettabili: le riunioni di condominio, rese celebri da un film di Fantozzi, possono realmente diventare situazioni di sofferenza per le persone coinvolte, eppure non ci sono interventi per affrontare questi problemi. Sono stati quindi passati in rassegna gli articoli più importanti del codice deontologico, dall’obbligo di continui aggiornamenti per i professionisti, all’etica da mantenere riguardo gli orientamenti sessuali e il problema del segreto professionale, argomento su cui è arrivata una domanda dalla platea: “Anche se siamo chiamati alla testimonianza da un giudice o da un magistrato siamo tenuti al segreto?”. “Se ci convoca un magistrato siamo in presenza di reati; non solo siamo tenuti a testimoniare, ma anche a denunciare, come nel caso di abusi sessuali. Se non siamo in presenza di reati, come nei casi di separazione, lo psicologo si attiene a testimoniare dei fatti di cui ha la certezza assoluta e che non siano sue supposizioni”, risponde Felaco. Un’altra domanda: “Si sta facendo qualcosa per il lungo percorso degli psicologi, che come i medici devono studiare 10 anni ma a differenza dei quali non hanno la possibilità di venire a contatto con nessun paziente?”. “E’ stato eliminato il tirocinio obbligatorio perché era diventato una farsa, in quanto le università non hanno degli spazi clinici al loro interno. Il problema sta nelle Scuole di specializzazione che nella maggior parte dei casi sono private e non ci sono borse di studio per pagare gli specializzandi. L’Ordine dei medici ha più di 100 anni, il nostro appena 20; anche se le nostre pretese sarebbero più che legittime, non abbiamo lo stesso peso”. Una considerazione del prof. Bacchini: “Ho la sensazione che molti si iscrivano a Psicologia pur non essendo convinti di diventare psicologi, c’è una forte disillusione”. “In tutte le professioni è difficile e solo quelli bravi riescono, ma il nostro è l’unico lavoro che dà la possibilità di restare sempre giovani”, l’opinione di Felaco.
Soddisfatti dell’incontro gli studenti, che finalmente hanno le idee un po’ più chiare riguardo la loro professione. “Lezioni come queste sono molto interessanti perché ci mettono di fronte a quel che ci attende dopo; sono d’accordo con il prof. Bacchini, c’è molta disillusione, ma personalmente sono convinta di voler fare la psicologa”, afferma Simona, secondo anno. “Condivido pienamente il problema dei tirocini che è stato esposto, dieci anni di studio e nessun contatto diretto con i pazienti mi sembra assurdo”, ammette Paola, studentessa magistrale. La sua amica Francesca condivide: “francamente, nella situazione in cui ci troviamo, io non ho pretese e mi accontenterei di qualsiasi professione che possa permettermi di sfruttare le conoscenze acquisite, anche se non dovesse significare fare la psicologa”. Infine Marina, secondo anno: “ho trovato molto affascinante la parte sul codice deontologico, d’altra parte è bene mettere in chiaro sin da ora a cosa stiamo andando incontro”.
Anna Verrillo
Soddisfatti dell’incontro gli studenti, che finalmente hanno le idee un po’ più chiare riguardo la loro professione. “Lezioni come queste sono molto interessanti perché ci mettono di fronte a quel che ci attende dopo; sono d’accordo con il prof. Bacchini, c’è molta disillusione, ma personalmente sono convinta di voler fare la psicologa”, afferma Simona, secondo anno. “Condivido pienamente il problema dei tirocini che è stato esposto, dieci anni di studio e nessun contatto diretto con i pazienti mi sembra assurdo”, ammette Paola, studentessa magistrale. La sua amica Francesca condivide: “francamente, nella situazione in cui ci troviamo, io non ho pretese e mi accontenterei di qualsiasi professione che possa permettermi di sfruttare le conoscenze acquisite, anche se non dovesse significare fare la psicologa”. Infine Marina, secondo anno: “ho trovato molto affascinante la parte sul codice deontologico, d’altra parte è bene mettere in chiaro sin da ora a cosa stiamo andando incontro”.
Anna Verrillo