892 in corsa per soli 44 posti!

Alla Seconda Università 365 candidati per 24 posti. Ottocentoquarantatrè si erano prenotati alla prova, ma “solo” cinquecentoventisette si sono presentati l’otto settembre al Federico II per 20 posti. In palio l’ammissione al primo anno del corso di laurea in Odontoiatria 
Per non mancare all’appuntamento con la speranza c’è chi si è messo in viaggio a notte fonda. E’ il caso, per esempio, di uno studente calabrese di Castrovillari, una cittadina in provincia di Cosenza. La madre lo aspetta con ansia, insieme al marito, all’esterno di una delle aule in cui i candidati sono stati distribuiti. La signora ha un diavolo per capello e non fa nulla per nasconderlo. ”Sono mortificata come cittadina”, questo l’esordio del suo sfogo. ”In quest’aula sorveglianza ferrea, porte chiuse, polizia e carabinieri per evitare che s’intrufolino estranei. Io però sono entrata senza nessun problema in un’altra aula destinata alla prova, quella di Anatomia. Tale era il caos che non avevo neanche capito che si stessero svolgendo i test; pensavo fosse in corso una lezione. Un docente, esterrefatto, si è rivolto ad  un carabiniere per chiedere che intervenisse”. In attesa che esca il figlio, racconta tutta la sua ansia: ”ha studiato tutta l’estate, almeno tre ore al giorno. Si è preso solo quattro giorni di vacanza, dal 13 al 16 agosto”. Se dovesse andar male? ”Sono fiduciosa, perché mio figlio, esercitandosi a casa, rispondeva bene a 70 domande su 80. In ogni caso si è iscritto anche alla prova di Medicina. A proposito, qualcuno sa dirmi quando si svolgerà?” Tra i primi ad uscire, allo scadere delle due ore concesse ai candidati, è una bionda studentessa diciannovenne, Miriam Molinari. Ecco le sue impressioni, a caldo. ”Direi che è andata bene, sono abbastanza soddisfatta. Le domande erano generalmente accessibili, ad eccezione di quelle di Logica, piuttosto incomprensibili. Oltretutto queste ultime erano anche molto lunghe e solo per leggerle tutte abbiamo perso minuti preziosi”. Racconta: ”abbiamo consegnato le risposte, anonime, in una busta aperta e contemporaneamente, davanti alla commissione, abbiamo inserito in una busta a parte i nostri dati anagrafici. Ci hanno restituito il documento di riconoscimento e siamo andati via”. Benedice il nuovo esame di maturità: ”costringe a studiare tutto fino alla fine. Purtroppo i posti sono veramente pochi. Se non dovessi farcela parteciperei anche al test d’ingresso a Medicina e se anche lì dovesse andare male mi iscriverei a Farmacia, per ritentare la prova il prossimo anno”. Interrogando la piccola folla di parenti e candidati che si assiepa sotto la tettoia all’esterno della Presidenza, nel tentativo di trovare riparo dalla pioggia, emergono anche aspetti curiosi. Per esempio, si fa la conoscenza del candidato a vita, vale a dire di colui il quale può vantare nel curriculum almeno quattro o cinque tentativi. Maurizio Pane, 30 anni, fa parte della schiera. “Ho fatto vari tentativi, l’ultimo dei quali non ricordo se sette o otto anni fa. Ho riprovato quest’anno, insieme alla mia ragazza, che è ancora dentro. Nel frattempo lavoro come odontotecnico. Se non va bene, però, è l’ultima volta”.
Un concorrente anziano:
“è una 
tradizione,
come il 
capitone”
 Un giudizio sul test: ”secondo me non era difficilissimo. Tranne le domande di Logica, che erano del tutto illogiche”. Chiude con una domanda un po’ polemica: ”vi sembra possibile che su più di 500 candidati siano preparate solo venti persone”? La butta sullo scherzo un altro veterano della prova, Raffaele Licciardi. Le tempie un po’ imbiancate denunciano la sua età non proprio da ragazzino. “Ormai per me è una tradizione, come il capitone a Natale”. Più facile o più difficile, rispetto alle altre volte? “Forse sono io che anno dopo anno sono sempre un po’ meno preparato”. 
Antonio, 20 anni, è al secondo tentativo, dopo quello fallito dello scorso anno. “Il cognome preferisco non dirlo, ma scrivi Toni, così i miei amici ed i genitori capiscono”. Antonio, o Toni che dir si voglia, è piuttosto soddisfatto. ”Credo che il test sia andato abbastanza bene, nonostante mi sia sembrato più difficile di quello che ho sostenuto lo scorso anno. La novità, per noi negativa, è rappresentata dal fatto che quest’anno ogni risposta sbagliata fa perdere 0,2 punti. Insomma, meglio non tentare la sorte in caso di incertezza”. Attualmente è iscritto al primo anno di Ingegneria.
 C’è un dato che accomuna i candidati all’uscita: nessuno ricorda con precisione neanche una delle ottanta domande proposte. Scherzi dello stress e della tensione accumulata nel corso delle due ore. “Volevano sapere qualcosa su Penelope ed Ulisse”, cerca di ricostruire con difficoltà uno studente. “Sì, poi c’era una domanda sulle valvole cardiache”, aggiunge un collega. “I test di Matematica erano dei piccoli problemi”, interviene un terzo. 
Uno dei membri della commissione era il professor Giancarlo Valletta, Presidente del Corso di Laurea. Spiega: ”un giudizio sui quiz non posso darlo perché non li ho neanche letti. Venivano direttamente dal ministero; il compito della commissione era solo quello di sorvegliare. Ormai, ahimè siamo ridotti a questo. Quest’anno abbiamo anche avuto il privilegio della presenza della polizia”.
Non potevano mancare, infine, gli incaricati della società di servizi che organizza dietro compenso i ricorsi degli studenti contro il numero chiuso. Alla luce della nuova legge 264/99, che ha coperto il preesistente vuoto normativo, quella che il TAR reintegri gli esclusi è una eventualità quantomeno remota. Tuttavia i volantini distribuiti promettono altro ed invitano a telefonare, per informazioni, al numero verde 800-902266.
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