A Giurisprudenza nasce il primo corso del genere attivato in Italia: “Formazione Clinico-Legale”, un insegnamento complementare. Il nome della disciplina può essere fuorviante: non si parla del diritto applicato alla medicina ma dell’analisi del diritto in una chiave pratica, spiegando, ad esempio, come esso
agisce nella vita di tutti i giorni. La novità si deve alla prof.ssa Flora Di Donato, titolare dell’insegnamento, che ha avuto modo, durante la sua attività di ricerca, di verificare quanto “all’estero l’insegnamento sia molto quotato. Inoltre, negli ultimi cinque anni, c’è stato un boom di nascite di Cliniche legali anche in Italia, luoghi dove si trattano temi specifici come il lavoro, l’immigrazione e quant’altro”. Le “legal clinics” sono un nuovo modello didattico fondato sull’impegno sociale. Consentono, da un lato, agli studenti di Giurisprudenza di fare pratica su casi reali e, dall’altro, di offrire assistenza legale ai più disagiati, ad esempio agli immigrati o ai richiedenti asilo. I casi sono segnalati alle Cliniche dalle associazioni. In Dipartimento il tema della formazione clinico-legale non era molto in auge. “Con il prof. Angelo Abignente abbiamo tenuto un primo convegno nel 2015, constatando quanta impreparazione vi
fosse sulla materia dell’approccio al metodo clinico. Così si è deciso di partire dall’inizio, dalla storia del concetto clinico”. Storia che verrà analizzata anche durante il corso. “Studieremo l’approccio clinico tra teoria e pratica avvenuto negli Stati Uniti già dagli anni 20. Si era pensato, negli anni addietro (anni ‘60-’70), di garantire l’accesso della giustizia a tutti. Alcuni giuristi, ad esempio, erano impegnati nella lotta per salvaguardare le minoranze”. Nel concreto, i ragazzi “analizzeranno il diritto come azione, vedranno come opera quest’ultimo all’interno delle Corti o nella vita delle persone”. Quello che più interessa la docente “è che i ragazzi possano imparare-facendo. Insegneremo cosa vuol dire fare l’avvocato, con il dovuto rispetto per il cliente, e chi è l’avvocato clinico, colui che si impegna in varie lotte a difesa di soggetti vulnerabili, dei diritti umani e contro le ingiustizie sociali, Ci chiederemo: perché l’avvocato usa quella strategia? Quali fattori politici, ideologici, territoriali influenzano queste scelte?”. Il corso, iniziato il 13 marzo, proseguirà fino a giugno, ogni due settimane, il lunedì e martedì, dalle 14.30 alle 17.30, nell’aula 32 in via Porta di Massa. “Alla prima lezione i ragazzi frequentanti erano in 5. Capisco che questo tema sia nuovo per tutti, però vorrei sottolineare che frequentare questo corso significa avere un’occasione in più. Visiteremo i luoghi del diritto, vedremo cos’è un fascicolo giuridico vero. Le sentenze o i casi si studieranno da fascicoli veri. Trascorreremo qualche giornata in udienza perché mi piace anche far notare l’architettura delle corti, ci parla della loro storia”. Ci sarà, inoltre, la possibilità di interagire con clienti veri. “Ospiteremo attori reali che ci spiegheranno il loro caso dal vivo. Ascoltare la voce del cliente, capire le sue esigenze e poi mettere in pratica il diritto è un esercizio mentale che tutti i ragazzi dovrebbero fare prima della laurea”. In programma anche studi sul territorio: “Dei mini laboratori da sociologi del diritto, agganciando lo studio dei casi ai problemi del territorio”. Non è finita qui. È stata siglata una “convenzione con la Comunità di Sant’Egidio attraverso la quale si potrà collegare lo studio a ciò che accade nella società reale”. Arricchiscono il programma un gemellaggio con una clinica legale di Torino e una Summer School che si terrà a Nizza nell’ultima settimana di giugno. L’intenzione è quella di dar vita, in futuro, ad una Clinica Legale anche alla Federico II: “Il prof. Abignente ed io ci stiamo occupando di questo progetto, che è ancora in itinere, stringendo rapporti con alcuni organismi territoriali".
agisce nella vita di tutti i giorni. La novità si deve alla prof.ssa Flora Di Donato, titolare dell’insegnamento, che ha avuto modo, durante la sua attività di ricerca, di verificare quanto “all’estero l’insegnamento sia molto quotato. Inoltre, negli ultimi cinque anni, c’è stato un boom di nascite di Cliniche legali anche in Italia, luoghi dove si trattano temi specifici come il lavoro, l’immigrazione e quant’altro”. Le “legal clinics” sono un nuovo modello didattico fondato sull’impegno sociale. Consentono, da un lato, agli studenti di Giurisprudenza di fare pratica su casi reali e, dall’altro, di offrire assistenza legale ai più disagiati, ad esempio agli immigrati o ai richiedenti asilo. I casi sono segnalati alle Cliniche dalle associazioni. In Dipartimento il tema della formazione clinico-legale non era molto in auge. “Con il prof. Angelo Abignente abbiamo tenuto un primo convegno nel 2015, constatando quanta impreparazione vi
fosse sulla materia dell’approccio al metodo clinico. Così si è deciso di partire dall’inizio, dalla storia del concetto clinico”. Storia che verrà analizzata anche durante il corso. “Studieremo l’approccio clinico tra teoria e pratica avvenuto negli Stati Uniti già dagli anni 20. Si era pensato, negli anni addietro (anni ‘60-’70), di garantire l’accesso della giustizia a tutti. Alcuni giuristi, ad esempio, erano impegnati nella lotta per salvaguardare le minoranze”. Nel concreto, i ragazzi “analizzeranno il diritto come azione, vedranno come opera quest’ultimo all’interno delle Corti o nella vita delle persone”. Quello che più interessa la docente “è che i ragazzi possano imparare-facendo. Insegneremo cosa vuol dire fare l’avvocato, con il dovuto rispetto per il cliente, e chi è l’avvocato clinico, colui che si impegna in varie lotte a difesa di soggetti vulnerabili, dei diritti umani e contro le ingiustizie sociali, Ci chiederemo: perché l’avvocato usa quella strategia? Quali fattori politici, ideologici, territoriali influenzano queste scelte?”. Il corso, iniziato il 13 marzo, proseguirà fino a giugno, ogni due settimane, il lunedì e martedì, dalle 14.30 alle 17.30, nell’aula 32 in via Porta di Massa. “Alla prima lezione i ragazzi frequentanti erano in 5. Capisco che questo tema sia nuovo per tutti, però vorrei sottolineare che frequentare questo corso significa avere un’occasione in più. Visiteremo i luoghi del diritto, vedremo cos’è un fascicolo giuridico vero. Le sentenze o i casi si studieranno da fascicoli veri. Trascorreremo qualche giornata in udienza perché mi piace anche far notare l’architettura delle corti, ci parla della loro storia”. Ci sarà, inoltre, la possibilità di interagire con clienti veri. “Ospiteremo attori reali che ci spiegheranno il loro caso dal vivo. Ascoltare la voce del cliente, capire le sue esigenze e poi mettere in pratica il diritto è un esercizio mentale che tutti i ragazzi dovrebbero fare prima della laurea”. In programma anche studi sul territorio: “Dei mini laboratori da sociologi del diritto, agganciando lo studio dei casi ai problemi del territorio”. Non è finita qui. È stata siglata una “convenzione con la Comunità di Sant’Egidio attraverso la quale si potrà collegare lo studio a ciò che accade nella società reale”. Arricchiscono il programma un gemellaggio con una clinica legale di Torino e una Summer School che si terrà a Nizza nell’ultima settimana di giugno. L’intenzione è quella di dar vita, in futuro, ad una Clinica Legale anche alla Federico II: “Il prof. Abignente ed io ci stiamo occupando di questo progetto, che è ancora in itinere, stringendo rapporti con alcuni organismi territoriali".