A Lettere colloqui filosofici sulla crisi

Il Dilbec (Dipartimento di Lettere e Beni Culturali) è presente e risponde dai propri canali alla stasi a cui l’emergenza sanitaria del nostro paese l’ha condannato. Nasce dal prof. Giovanni Morrone, docente di Storia della Filosofia, l’idea di una serie di incontri, quattro, che si svolgeranno il venerdì, dalle ore 10 alle 12, nel mese di giugno, dedicati a dinamiche tutte contemporanee: ‘Colloqui filosofici sulla crisi’. Verteranno sulla riflessione scientifico-filosofica riguardo alle tematiche attuali: “abbiamo pensato, con alcuni studiosi e collaboratori, di coinvolgere gli studenti in una riflessione che riguarda vari aspetti della nostra esistenza: la questione europea, ovvero la tenuta degli Stati europei di fronte alla crisi; la riconversione digitale della didattica e, più in generale, l’importanza della rivoluzione digitale; il distanziamento sociale e, infine, il ruolo che la scienza ha rivendicato nella determinazione delle scelte politiche. Come sappiamo, infatti, le recenti dolorosissime misure governative sono state prese su indicazione della comunità scientifica”, spiega il prof. Morrone. Una scelta dettata anche dal contributo che questo momento storico spinge a dare: “la crisi che stiamo vivendo è molto particolare; per alcuni aspetti ci riporta indietro nel tempo, mentre per altri siamo addirittura proiettati nel futuro, con un’accelerazione imprevista di alcune dinamiche all’interno della nostra società. Dal punto di vista della circolazione in Europa, l’accordo di Schengen è saltato, la globalizzazione si è arrestata, non si vola più; dall’altro lato la crisi si fa invece catalizzatrice di un percorso tecnologico già in atto, con nuove forme di didattica e il largo uso dell’e-commerce. Siamo fermi tra passato e futuro e non siamo ancora in grado di rispondere in modo certo alle esigenze di questo nostro tempo. Ho creduto che quello di creare un’occasione del genere fosse un mio specifico dovere, perché non si può rimanere focalizzati tranquillamente sulle proprie cose quando il mondo brucia. È importante prestare il proprio contributo. Ognuno, nel suo ambito, si deve sentire chiamato a rispondere ai problemi che stiamo vivendo”. I colloqui “si svolgeranno in collaborazione con la prof.ssa Ivana Brigida D’avanzo, con la quale collaboro per fini di ricerca e didattica e vi prenderanno parte studiosi provenienti da altri Atenei, tra cui quello di Würzburg, in Germania. La forma prefissata è quella della conferenza, a cui seguirà un dibattito aperto agli studenti e a chiunque vorrà intervenire. Attualmente sono previsti cinquanta posti, ma parlerò con la Direttrice di Dipartimento, la prof.ssa Maria Luisa Chirico, affinché i colloqui vengano resi ad accesso libero”. La frequentazione si svolgerà sulla piattaforma Microsoft Teams e per gli studenti di Lettere e Filologia è prevista l’acquisizione di un credito formativo previa stesura di una relazione. Ognuno dei relatori che interverranno “affronterà gli argomenti secondo un approccio metodologico differente, analizzando scientificamente i loro aspetti storiografici e filosofici. Non ho mai creduto che alla filosofia spettasse il compito di cogliere con uno sguardo l’essenza del presente e dei fenomeni storici che caratterizzano il nostro tempo; credo piuttosto che, come tutte le scienze, ci fornisca la capacità critica di analizzare e distinguere le situazioni in cui ci troviamo coinvolti e, di conseguenza, scegliere consapevolmente. Naturalmente vi è uno scarto della scelta: essa è esposta al rischio della relatività dei fenomeni storici, e non c’è scienza in grado di opporvisi. La filosofia ci fornisce, tuttavia, gli strumenti per migliorare la nostra consapevolezza e non rimanere ingannati da spiegazioni troppo semplicistiche, superficiali, troppo facili, quali attualmente vengono fornite sempre più spesso da media e classe politica. La filosofia può quindi offrire un aiuto sostanziale per affrontare i momenti difficili che ci attendono in futuro”. Per quel che concerne gli studenti, “il mio auspicio è che imparino a sviluppare criticamente i propri pensieri, ed è questa la funzione del dibattito, a prescindere dalla carriera che avranno intenzione di intraprendere”.
Nicola Di Nardo
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