Riapre i battenti Ingegneria, Facoltà che, prima di altre, ha inaugurato le attività del nuovo anno il 24 settembre. Fra assetti in evoluzione e nuove sfide, ecco le prime impressioni delle matricole su docenti e strutture. Emanuele e Pasquale si sono iscritti al Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica per proseguire gli studi iniziati all’Istituto Tecnico: “La Facoltà è interessante, le lezioni sono belle ed il corpo docente è molto preparato, ma non ci mettono in condizione di lavorare bene. A cominciare dalle difficoltà di raggiungere la Facoltà con i treni sempre in ritardo ed affollati. Nelle aule, poi, mancano i posti a sedere e, quando non si arriva presto la mattina, le lezioni si seguono in piedi o seduti per terra. Proprio perché si tratta di studi difficili ed impegnativi, l’università, invece, dovrebbe garantire di frequentare senza problemi. Ci hanno suggerito di avere pazienza perché da gennaio sarà diverso, ma aspettare fino ad allora è dura”. Più contenti, altri loro colleghi di Corso di Laurea. “È tutto diverso dalla scuola, più complicato soprattutto perché non avevamo mai affrontato la Chimica e la Fisica a questi livelli”, raccontano Gennaro De Risi e Catello Fattoruso. “Le aule sono un po’ affollate, ma si tratta di una prospettiva a cui ero preparato, per il resto mi trovo bene”, afferma il collega Gennaro Staiano. Emanuela Iardino, matricola di Ingegneria Meccanica, racconta: “I ritmi sono un po’ stancanti ma le materie sono belle e a lezione, devo dire, si sta bene, non c’è nessun particolare affollamento”.
Ofa, le strategie
di chi non ce
l’ha fatta
di chi non ce
l’ha fatta
Giuseppe Caiazzo, invece, si è immatricolato ad Ingegneria Navale, dopo aver tentato l’ammissione all’Accademia Navale Militare di Livorno: “ho superato anche i test di Matematica ma, per due soli posti, non sono entrato in graduatoria. Ci riproverò l’anno prossimo, con un po’ d’esperienza in più e magari anche con qualche esame visto che i Corsi di Laurea di Ingegneria Navale sono fra quelli che forniscono una preparazione riconosciuta”. “A me piace la progettazione navale – dice dal canto suo il collega Francesco Landolfo – Sono consapevole delle difficoltà, in particolare Analisi I è stato un colpo. A scuola, insieme alla materia, ti insegnano il metodo. Qui, invece, il metodo dobbiamo darcelo da soli. Penso, però, che con un po’ d’impegno ce la faremo. Ho anche superato gli OFA senza problemi, per questo sono fiducioso”. Il mare e le navi sono gli elementi di fascinazione che hanno spinto Massimiliano Morsuilto a fare la stessa scelta, ma anche lui è preoccupato da Analisi: “la Facoltà è ben organizzata, i professori sono giovani e sanno come interessare gli studenti, ma sono ugualmente preoccupato dall’esame. Non ho superato l’OFA e sto pensando di sostenere direttamente l’esame di Analisi, propedeutico a tutti gli altri, invece di disperdere energie con il test. Deciderò fra un mesetto”. Anche Gianmarco Pedrella frequenta Ingegneria Navale. Voleva iscriversi a Meccanica ma, dopo aver seguito le lezioni di orientamento in Facoltà, ha cambiato idea: “Navale mi è sembrata più interessante, più avvincente”. Una sorpresa il primo giorno in aula: “ci hanno detto: dimenticate quello che avete fatto a scuola! Ma come? Che li ho fatti a fare cinque anni di liceo scientifico?”. Entusiasti i ragazzi iscritti al Corso di Laurea in Ingegneria Chimica. “Ci piacciono le materie scientifiche e, nell’ambito dell’Ingegneria, questo è uno dei percorsi che dà più sbocchi”, sottolineano Marzia Scolastico ed Elena Vapore. “L’importante è laurearsi con il voto più alto possibile e poi si vedrà. Intanto, sono contento della scelta dell’area chimica”, commenta Francesco Pizzo.
Manutenzione,
situazione “tragica” in via Claudio
situazione “tragica” in via Claudio
Le attività non sono riprese solo per le matricole. Anche gli studenti ‘più anziani’ sono tornati in aula, per affrontare nuove sfide e vecchi problemi. “Sembra incredibile, ma ad Ingegneria c’è un problema di manutenzione delle strutture – dice sarcastico Vincenzo Sammartino, al terzo anno Ingegneria Meccanica, in una pausa fra le lezioni pomeridiane nella sede di Agnano – In Via Claudio la situazione è tragica ma anche qui, nell’edificio più recente dove sembra vada meglio, basta un po’ di pioggia per cambiare idea. Per il resto, non c’è niente di particolare da menzionare, solo che nell’orario di lezione ci sono delle materie che si accavallano. Succede ogni anno e poi cambiano”. “All’inizio le attività si sovrappongono sempre, poi, in corso d’opera, le cose si sistemano, anche perché, bisogna ammetterlo, i professori sono disponibili. I ragazzi dei primi anni sono spesso molto disfattisti, vedono tutto sempre peggio di quanto non sia”, commenta al riguardo Giuseppe Palumbo, studente della Magistrale di Ingegneria Meccanica. “L’orario è ancora provvisorio, ci hanno riferito che nelle prossime due settimane cambierà ancora, ma non è un problema, i cambiamenti sono davvero minimi, dipendono, credo, dalla disponibilità dei professori – sottolinea Alfredo Iovene, secondo anno di Ingegneria Meccanica, preoccupato da ben altre faccende legate al calendario delle attività didattiche – Rispetto all’anno scorso, forse l’orario è più pesante; ci sono più materie, quindi non avremo il giorno libero settimanale, che è molto comodo per recuperare le lezioni arretrate, riorganizzare gli appunti e riposarsi un attimo. Sicuramente è tempo sottratto allo studio”.
Bisogna studiare
durante i corsi
durante i corsi
Ad Ingegneria, si sa, l’orario di lezione è tutt’altro che leggero, lezioni che si alternano fra mattina e pomeriggio ed attività che, spesso, si concludono alle sette di sera. L’impatto è duro e, come più volte sottolineato dagli studenti, non si impara mai fino in fondo a gestire la fatica. “C’è poco da gestire, bisogna solo impegnarsi a studiare durante i corsi, ma è complicato. L’ideale sarebbe riguardare la lezione la sera e scegliere un paio di esami da dare subito, alla fine del corso. Ma reggere a questi ritmi richiede una dedizione totale”, raccontano Luca e Antonio, studenti della Magistrale di Ingegneria Informatica. “L’orario è pesante e se, come capita a noi, restano ancora da dare alcuni esami arretrati, a gennaio occorre dividersi fra materie di anni diversi. Per fortuna, uno dei docenti ha previsto delle prove intercorso e ci ha assicurato che conserverà lo scritto finché non avremo dato gli esami propedeutici. L’anno scorso, la mancanza di prove in itinere ci ha penalizzato molto – dicono Anna e Luciano, iscritti al secondo anno di Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione che se ne stanno nel corridoio mentre è in corso la lezione di Fisica Tecnica – Dentro non si può stare, fa troppo caldo e non ci sono più posti a sedere, perché insieme a noi ci sono anche gli studenti del terzo anno che non hanno superato l’esame e stanno seguendo di nuovo il corso”.
Problemi analoghi sono provocati anche dagli interventi sui piani di studio. “Sebbene ci siano rimasti da seguire solo alcuni esami del terzo anno, in aula siamo sempre tantissimi e i posti a sedere mancano come al primo anno – raccontano Alfredo Ciniglio e Marco Principato, al primo anno fuori corso della Triennale in Ingegneria Biomedica – Nel tempo hanno modificato i piani di studio, spostando alcuni esami da un anno all’altro. In particolare, Fondamenti di Sistemi Dinamici, che per noi è un esame del terzo anno, per i nostri colleghi è, invece, una disciplina del secondo anno, ma il semestre è lo stesso. Così a lezione ci sono studenti in corso e fuori corso e lo spazio è insufficiente”. Gli studenti del terzo anno di Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione devono, invece, fare i conti con le disponibilità degli insegnamenti a scelta. “Tutti si accavallano con le lezioni degli esami obbligatori – spiegano Giuseppe Di Martino e Vincenzo Giannetti iscritti al terzo anno – L’unico che potremmo seguire senza inconvenienti di questo tipo è Gestione della Produzione Industriale, ma la docente ce l’ha sconsigliato, considerandolo più adatto ad una Magistrale. È stata molto gentile, ma ci ha testualmente detto: non lo consiglierei ad una sorella minore. Quindi, siamo punto e a capo”.
Simona Pasquale
Problemi analoghi sono provocati anche dagli interventi sui piani di studio. “Sebbene ci siano rimasti da seguire solo alcuni esami del terzo anno, in aula siamo sempre tantissimi e i posti a sedere mancano come al primo anno – raccontano Alfredo Ciniglio e Marco Principato, al primo anno fuori corso della Triennale in Ingegneria Biomedica – Nel tempo hanno modificato i piani di studio, spostando alcuni esami da un anno all’altro. In particolare, Fondamenti di Sistemi Dinamici, che per noi è un esame del terzo anno, per i nostri colleghi è, invece, una disciplina del secondo anno, ma il semestre è lo stesso. Così a lezione ci sono studenti in corso e fuori corso e lo spazio è insufficiente”. Gli studenti del terzo anno di Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione devono, invece, fare i conti con le disponibilità degli insegnamenti a scelta. “Tutti si accavallano con le lezioni degli esami obbligatori – spiegano Giuseppe Di Martino e Vincenzo Giannetti iscritti al terzo anno – L’unico che potremmo seguire senza inconvenienti di questo tipo è Gestione della Produzione Industriale, ma la docente ce l’ha sconsigliato, considerandolo più adatto ad una Magistrale. È stata molto gentile, ma ci ha testualmente detto: non lo consiglierei ad una sorella minore. Quindi, siamo punto e a capo”.
Simona Pasquale