Procede nel migliore dei modi il passaggio del testimone al prof. Francesco Palumbo, Coordinatore ormai da settembre dei Corsi di Laurea Triennale e Magistrale in Scienze e Tecniche Psicologiche e Psicologia Dinamica e Clinica e di Comunità: “è stato fluido, perché da noi c’è un forte spirito di collaborazione, per cui non devo affrontare nulla che non mi aspettassi. La prof.ssa Cesaro, che mi ha preceduto, ha lasciato un assetto ben saldo”. Inseriti piccoli cambiamenti alla Triennale per facilitare il percorso degli studenti: “è stato sostituito l’insegnamento di Psicometria, da me impartito e ritenuto molto pesante, in Statistica Psicometrica, che risponde maggiormente alle competenze richieste dagli psicologi, e soprattutto è più leggero. Inoltre, abbiamo coperto l’insegnamento prima completamente assente di Psicobiologia con un docente ordinario: Paola Marangolo”. Il professore ammonisce: “non si confonda lo psicologo con lo psicoterapeuta: quest’ultimo si serve del famoso lettino ed opera dopo un percorso di studi lungo e tortuoso. Lo psicologo dello sviluppo è una figura fondamentale di sostegno, invece. Ad esempio nelle ASL affianca pazienti affetti da patologie croniche e terminali. Ci sono ancora infinite sfaccettature e impieghi della professione che sto scoprendo anch’io man mano”. Il docente si è laureato infatti in Economia e Commercio, e dal 1996 al 2010 ha insegnato Statistica all’Università di Macerata: “avevo contatti con docenti della Federico II a Psicologia, che hanno apprezzato il mio operato a tal punto, da offrirmi la possibilità di applicare prima la Statistica alla Psicometria, poi di diventare Coordinatore”. Nell’immaginario collettivo lo psicologo non è altro che lo strizzacervelli: “non è così”, afferma convinto, “offre sbocchi in innumerevoli campi”. Attivato da poco un canale di comunicazione con l’Ordine degli Psicologi della Provincia di Napoli: “a breve terremo un incontro di presentazione del codice deontologico dello psicologo, che sarà aperto agli studenti”. Prossime sfide da affrontare: “il numero chiuso, speriamo che si possa incrementare parimenti alle risorse di docenza”. Chiude esprimendo un desiderio: “mi auguro che prima del pensionamento almeno uno studente mi dica ‘voglio restare perché amo la mia terra e combatterò per renderla migliore’”.
Simulazioni di colloqui clinici
Parla dei cambiamenti nei curricula alla Specialistica il Coordinatore uscente, la prof.ssa Adele Nunziante Cesaro: “orientati in senso sociale, Psicologia Clinica e dello Sviluppo sono scelte operate per una serie di motivi, primo fra i quali la ‘Legge Regionale sullo psicologo territoriale’, figura che lavora in progetti orientati allo sviluppo del sociale nel nostro territorio”. Importante passo in avanti della Regione: “visto che la figura dello psicologo scolastico è rimasta aleatoria, dal momento che non si prevedono bandi per l’impiego della professione”. La Triennale continua ad essere un forte polo d’attrazione: “l’anno scorso abbiamo ricevuto circa 1400 domande d’immatricolazione per 250 posti disponibili”. Molto ambita anche la Specialistica che prevede, oltre alle lezioni canoniche, ore di Laboratori di Teorie e Tecniche. La docente illustra il suo: “i miei studenti sono bravissimi perché appassionati alla materia. Insieme facciamo esercizi psicodrammatici e simulazioni di colloquio clinico, attraverso cui lo studente può comprendere e combattere le sue aree cieche”. Fa un esempio: “scelgo un tema insieme alla classe di 45 studenti circa. Deve essere molto forte, come il viaggio, termine della Magistrale o inizio di un nuovo percorso, si carica di significato all’ultimo anno ovviamente. Cinque volontari si offrono di rappresentare una storia sul tema proposto in quindici minuti. Da questa emergono spesso paure e difficoltà personali. Si usa se stessi per capire gli altri. Al termine, la classe, con il mio aiuto, commenta ciò che ha visto”. Il colloquio diagnostico prevede, invece, la simulazione di una situazione tipica in cui si può trovare lo psicoterapeuta: “al cospetto di un’anoressica ad esempio. A molti fa paura, c’è infatti chi scappa prima dei quindici minuti stabiliti. Si valuta dunque lo stile personale di relazione, aggiunto alla base teorica applicata. Alla fine si discute l’approccio del collega, se ha parlato troppo o troppo poco, e così via”.
Allegra Taglialatela
Allegra Taglialatela