Anche quest’anno sono 300 i posti a concorso per il Corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche, mentre restano invariati a 120 quelli per ogni Corso di Laurea Magistrale. “Mi sento di rassicurare i concorrenti, che saranno in tantissimi, ma come ogni anno ci saranno tante rinunce. Suggerisco di non spaventarsi dei grandi numeri, molti provano Psicologia e contemporaneamente altrove… Alla fine, riusciamo a soddisfare le richieste, 300 è un numero più che sufficiente”, afferma il prof. Dario Grossi, Direttore del Dipartimento che ha sede a Caserta.
Il test d’ingresso si terrà il 9 settembre (il bando sarà reperibile sui siti di Ateneo e di Dipartimento). La prova verterà, come al solito, su “un assortimento di domande a scelta multipla su cultura generale, logica, conoscenze di base scientifiche e letterarie, corrispondenti alla formazione di uno studente che esce dalla scuola superiore”. È previsto un punto per ogni risposta corretta, ma se si sbaglia si viene penalizzati con una decurtazione di 0,25 per ogni domanda errata. Oltre al punteggio maturato con i quiz, verrà considerato il voto di diploma come base di partenza. Novità di quest’anno: l’assenza dei testi di ammissione per i Corsi di Laurea Magistrale: “è stata una grande battaglia. Ci sarà comunque un bando e si terrà un concorso, ma questo sarà basato solo sui voti della Triennale, da cui verrà stilata una graduatoria”. Non si preoccupi chi non dovesse farcela al primo colpo: “una volta terminato il concorso per i laureati entro settembre, si riaprirà un nuovo concorso per tutti coloro che si laureeranno successivamente, così da permettere l’accesso anche a studenti di altri Atenei”.
La ricetta per riuscire negli studi: “È indispensabile avere una buona strutturazione sintattica e un’ottima proprietà di lessico. Per un futuro psicologo è cruciale sapere utilizzare il linguaggio senza le ortiche da slang da messaggino su Facebook. Gli psicologi devono essere in grado di far sì che le parole corrispondano ai fatti e i fatti alle idee”, sottolinea il prof. Grossi. Lo studente al primo anno affronterà un bagaglio di conoscenze multidisciplinari, quindi esami come Psicologia dello Sviluppo, Psicologia Generale, Storia della Psicologia e Psicometria (statistica e misurazione dei processi psichici), che rappresentano la base del percorso. Grossi spiega che è necessario “essere animati da una grossa motivazione, perché la Psicologia è un universo di competenze specifiche. Si ha a che fare con l’organizzazione della mente e gli studenti devono essere pronti a prepararsi non solo al sofà dello psicoanalista, ma a studiare materie molto diverse tra loro, oltre che prepararsi con una buona base di Psicometria. Auspichiamo ad una formazione solida per una professionalità liquida: ossia puntiamo a dare la possibilità al laureato di adattarsi alle richieste del mercato, senza essere predeterminato”. Nonostante ciò, “la Triennale offre ben poco, inutile prendersi in giro. Le Magistrali sono assolutamente indispensabili per continuare il percorso di formazione”. Il Dipartimento di Magistrali ne attiva tre: Psicologia Clinica affronta l’aspetto psicodiagnostico e, appunto, clinico della psicologia; Psicologia Cognitiva si occupa di tutti i correlati fisiologici della mente, nonché dell’aspetto riabilitativo dei processi cognitivi post-trauma; Psicologia Applicata ai Contesti Istituzionali affronta tutte le tematiche relative all’applicazione diretta della psicologia all’interno dei contesti istituzionali (tribunali, ospedali, scuole, carceri…).
Il post-laurea. A chi sostiene che di psicologi ce ne sono fin troppi e lavoro non se ne trova, il prof. Grossi risponde: “non trova lavoro lo psicologo, come anche l’economista, il matematico… Oggi tutti i neolaureati arrancano in maniera drammatica. Ma la crisi passerà, qualcosa sta cambiando nella nostra cultura e nella nostra conformazione di idee. Noi stiamo preparando i giovani studenti al cambiamento, ad una professionalità adeguata al futuro mercato. Ai prossimi iscritti dico: non vi preoccupate! Cinque anni passano in fretta e avremo tempo di equilibrare le crisi. E dopo l’Esame di Stato per la libera professione, ci saranno nuovi professionisti pronti per nuove esigenze!”.
Antonietta Caputo
Il test d’ingresso si terrà il 9 settembre (il bando sarà reperibile sui siti di Ateneo e di Dipartimento). La prova verterà, come al solito, su “un assortimento di domande a scelta multipla su cultura generale, logica, conoscenze di base scientifiche e letterarie, corrispondenti alla formazione di uno studente che esce dalla scuola superiore”. È previsto un punto per ogni risposta corretta, ma se si sbaglia si viene penalizzati con una decurtazione di 0,25 per ogni domanda errata. Oltre al punteggio maturato con i quiz, verrà considerato il voto di diploma come base di partenza. Novità di quest’anno: l’assenza dei testi di ammissione per i Corsi di Laurea Magistrale: “è stata una grande battaglia. Ci sarà comunque un bando e si terrà un concorso, ma questo sarà basato solo sui voti della Triennale, da cui verrà stilata una graduatoria”. Non si preoccupi chi non dovesse farcela al primo colpo: “una volta terminato il concorso per i laureati entro settembre, si riaprirà un nuovo concorso per tutti coloro che si laureeranno successivamente, così da permettere l’accesso anche a studenti di altri Atenei”.
La ricetta per riuscire negli studi: “È indispensabile avere una buona strutturazione sintattica e un’ottima proprietà di lessico. Per un futuro psicologo è cruciale sapere utilizzare il linguaggio senza le ortiche da slang da messaggino su Facebook. Gli psicologi devono essere in grado di far sì che le parole corrispondano ai fatti e i fatti alle idee”, sottolinea il prof. Grossi. Lo studente al primo anno affronterà un bagaglio di conoscenze multidisciplinari, quindi esami come Psicologia dello Sviluppo, Psicologia Generale, Storia della Psicologia e Psicometria (statistica e misurazione dei processi psichici), che rappresentano la base del percorso. Grossi spiega che è necessario “essere animati da una grossa motivazione, perché la Psicologia è un universo di competenze specifiche. Si ha a che fare con l’organizzazione della mente e gli studenti devono essere pronti a prepararsi non solo al sofà dello psicoanalista, ma a studiare materie molto diverse tra loro, oltre che prepararsi con una buona base di Psicometria. Auspichiamo ad una formazione solida per una professionalità liquida: ossia puntiamo a dare la possibilità al laureato di adattarsi alle richieste del mercato, senza essere predeterminato”. Nonostante ciò, “la Triennale offre ben poco, inutile prendersi in giro. Le Magistrali sono assolutamente indispensabili per continuare il percorso di formazione”. Il Dipartimento di Magistrali ne attiva tre: Psicologia Clinica affronta l’aspetto psicodiagnostico e, appunto, clinico della psicologia; Psicologia Cognitiva si occupa di tutti i correlati fisiologici della mente, nonché dell’aspetto riabilitativo dei processi cognitivi post-trauma; Psicologia Applicata ai Contesti Istituzionali affronta tutte le tematiche relative all’applicazione diretta della psicologia all’interno dei contesti istituzionali (tribunali, ospedali, scuole, carceri…).
Il post-laurea. A chi sostiene che di psicologi ce ne sono fin troppi e lavoro non se ne trova, il prof. Grossi risponde: “non trova lavoro lo psicologo, come anche l’economista, il matematico… Oggi tutti i neolaureati arrancano in maniera drammatica. Ma la crisi passerà, qualcosa sta cambiando nella nostra cultura e nella nostra conformazione di idee. Noi stiamo preparando i giovani studenti al cambiamento, ad una professionalità adeguata al futuro mercato. Ai prossimi iscritti dico: non vi preoccupate! Cinque anni passano in fretta e avremo tempo di equilibrare le crisi. E dopo l’Esame di Stato per la libera professione, ci saranno nuovi professionisti pronti per nuove esigenze!”.
Antonietta Caputo