“Una Facoltà di Scienze senza un Corso di Laurea in Fisica è tronca. La nostra, quindi, è un’operazione di carattere culturale”, spiega il prof. Cataldo Godano, docente di Geofisica della Terra Solida.
Dal prossimo anno accademico, quindi, presso la Facoltà di Scienze della Seconda Università verrà attivato il primo anno del Corso di Laurea in Fisica, nato nella prospettiva di un generale allargamento dell’offerta didattica. “L’operazione sarà a costo zero – aggiunge il prof. Godano – perché nell’organico d’Ateneo ci sono i docenti per far partire questo Corso senza dover ricorrere a risorse esterne. Il corpo docente, quindi, non verrà ampliato, ma si opererà una sorta di ridistribuzione delle risorse, con uno scambio, in particolare, tra le Facoltà di Scienze e di Scienze Ambientali. Scambio dettato da motivi culturali da un lato, e dall’altro dai vincoli imposti dal 270, secondo il quale sono richiesti dei requisiti minimi per la docenza in ogni Corso di Laurea”.
Il primo anno di Fisica sarà strutturato secondo i dettami del nuovo ordinamento e si baserà su un impianto classico per quanto riguarda il Manifesto didattico, con esami come Analisi I e II, Geometria, o Fisica Generale I e II. “Nascendo da un’idea di rafforzamento e ampliamento della Facoltà – sottolinea Godano – il triennio si baserà, naturalmente, su strutture didattiche classiche, anche perché all’interno di un Corso di Laurea in Fisica le variazioni che si possono operare sono limitate”. Alla fine del triennio, che verrà attivato gradualmente anno dopo anno, già si pensa alla partenza della Magistrale, per la quale però sono ancora da definire i dettagli, mentre ancora non si prospetta l’apertura di un Dipartimento di Fisica ma, assicura Godano, “gli studenti potranno trovare i docenti nei loro Dipartimenti di afferenza e comunque tutte le lezioni saranno tenute presso la struttura di via Vivaldi”.
Puntando su un bacino di utenza del casertano e del beneventano, ci si aspettano iscrizioni al primo anno attorno alle venti unità, numero che fa riferimento alla media di iscritti all’analogo Corso dell’Università di Salerno. I numeri degli studenti dei Corsi di Laurea in Fisica o Matematica sono contenuti anche in altri Atenei. A ‘La Sapienza’ di Roma, ad esempio, sono circa 90. “Noi ci rivolgiamo ad un’utenza di studenti che non vogliono o che non possono spostarsi, a quei ragazzi che, avendone la possibilità, sceglierebbero Fisica ma che devono ripiegare su qualcosa di simile per motivi di mobilità. Naturalmente i numeri sono esigui ed il problema della carenza di iscrizioni alle Facoltà scientifiche è nazionale e va risolto anche perché non si può pensare che un Paese come l’Italia non abbia fisici. A questo proposito c’è un progetto ministeriale d’incentivazione per chi si iscrive a questi Corsi di laurea che prevede agevolazioni sulle tasse”. “Io credo – aggiunge il docente – che questa riduzione degli iscritti sia legata ad una generale sfiducia dei giovani che si riversa in una mancanza di aspettative personali”. Ma la sfiducia sembra non dover, però, ricadere sugli sbocchi lavorativi se, come emerge da uno studio sui laureati in Fisica dell’Università di Bologna, le prospettive sembrano essere più che buone. Nel giro di due anni il 51% dei laureati trova occupazione stabile, il 31% occupazione a tempo determinato, e solo il 4% resta disoccupato. Le percentuali relative ai settori di impiego variano, però, proprio in base al tipo di contratto: tra i lavoratori precari il 27% è impiegato presso università, il 20% in enti di ricerca, sempre il 20% presso industrie, e solo l’8% nelle scuole; tra i lavoratori stabili, invece, ben il 47% è impiegato nelle industrie, mentre scendono rispettivamente a 14% e 11% le percentuali di chi lavora in università o enti di ricerca. “Questo dimostra – spiega Godano – che negli Atenei e nei centri di ricerca oggi c’è una forte condizione di precariato”.
(Va. Or.)
Dal prossimo anno accademico, quindi, presso la Facoltà di Scienze della Seconda Università verrà attivato il primo anno del Corso di Laurea in Fisica, nato nella prospettiva di un generale allargamento dell’offerta didattica. “L’operazione sarà a costo zero – aggiunge il prof. Godano – perché nell’organico d’Ateneo ci sono i docenti per far partire questo Corso senza dover ricorrere a risorse esterne. Il corpo docente, quindi, non verrà ampliato, ma si opererà una sorta di ridistribuzione delle risorse, con uno scambio, in particolare, tra le Facoltà di Scienze e di Scienze Ambientali. Scambio dettato da motivi culturali da un lato, e dall’altro dai vincoli imposti dal 270, secondo il quale sono richiesti dei requisiti minimi per la docenza in ogni Corso di Laurea”.
Il primo anno di Fisica sarà strutturato secondo i dettami del nuovo ordinamento e si baserà su un impianto classico per quanto riguarda il Manifesto didattico, con esami come Analisi I e II, Geometria, o Fisica Generale I e II. “Nascendo da un’idea di rafforzamento e ampliamento della Facoltà – sottolinea Godano – il triennio si baserà, naturalmente, su strutture didattiche classiche, anche perché all’interno di un Corso di Laurea in Fisica le variazioni che si possono operare sono limitate”. Alla fine del triennio, che verrà attivato gradualmente anno dopo anno, già si pensa alla partenza della Magistrale, per la quale però sono ancora da definire i dettagli, mentre ancora non si prospetta l’apertura di un Dipartimento di Fisica ma, assicura Godano, “gli studenti potranno trovare i docenti nei loro Dipartimenti di afferenza e comunque tutte le lezioni saranno tenute presso la struttura di via Vivaldi”.
Puntando su un bacino di utenza del casertano e del beneventano, ci si aspettano iscrizioni al primo anno attorno alle venti unità, numero che fa riferimento alla media di iscritti all’analogo Corso dell’Università di Salerno. I numeri degli studenti dei Corsi di Laurea in Fisica o Matematica sono contenuti anche in altri Atenei. A ‘La Sapienza’ di Roma, ad esempio, sono circa 90. “Noi ci rivolgiamo ad un’utenza di studenti che non vogliono o che non possono spostarsi, a quei ragazzi che, avendone la possibilità, sceglierebbero Fisica ma che devono ripiegare su qualcosa di simile per motivi di mobilità. Naturalmente i numeri sono esigui ed il problema della carenza di iscrizioni alle Facoltà scientifiche è nazionale e va risolto anche perché non si può pensare che un Paese come l’Italia non abbia fisici. A questo proposito c’è un progetto ministeriale d’incentivazione per chi si iscrive a questi Corsi di laurea che prevede agevolazioni sulle tasse”. “Io credo – aggiunge il docente – che questa riduzione degli iscritti sia legata ad una generale sfiducia dei giovani che si riversa in una mancanza di aspettative personali”. Ma la sfiducia sembra non dover, però, ricadere sugli sbocchi lavorativi se, come emerge da uno studio sui laureati in Fisica dell’Università di Bologna, le prospettive sembrano essere più che buone. Nel giro di due anni il 51% dei laureati trova occupazione stabile, il 31% occupazione a tempo determinato, e solo il 4% resta disoccupato. Le percentuali relative ai settori di impiego variano, però, proprio in base al tipo di contratto: tra i lavoratori precari il 27% è impiegato presso università, il 20% in enti di ricerca, sempre il 20% presso industrie, e solo l’8% nelle scuole; tra i lavoratori stabili, invece, ben il 47% è impiegato nelle industrie, mentre scendono rispettivamente a 14% e 11% le percentuali di chi lavora in università o enti di ricerca. “Questo dimostra – spiega Godano – che negli Atenei e nei centri di ricerca oggi c’è una forte condizione di precariato”.
(Va. Or.)