Economia Politica, Statistica, Storia contemporanea, Sociologia, Scienza Politica e lingua Inglese sono le materie che si troveranno ad affrontare gli studenti i quali si iscriveranno al primo anno della Facoltà di Scienze Politiche. Un arco di discipline, dunque, che spazia da quelle prettamente umanistiche a quelle di tipo più scientifico. Un assaggio, in qualche modo, della caratteristica stessa di Scienze Politiche – oltre 3.000 iscritti e circa 500 immatricolati all’anno- una Facoltà improntata appunto all’interdisciplinarietà. Preside è il prof. Amedeo Di Maio, che in questa intervista ad Ateneapoli traccia l’identikit della Facoltà e suggerisce qualche utile dritta agli studenti i quali sceglieranno questo percorso di studio.
Professore, come bisogna affrontare il primo anno di corso?
“Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: bisogna frequentare. E’ fondamentale per discipline come Economia Politica, Statistica e per la lingua, ma è importante pure per Storia contemporanea, Sociologia e Scienza Politica. Chi segue i corsi impara meglio e acquisisce una formazione ed un metodo utili per il prosieguo del percorso universitario”.
Dove si tengono le lezioni?
“Prevalentemente a Palazzo Giusso per il triennio. Quelle della specialistica, invece, ma naturalmente questo non riguarda le matricole del prossimo anno accademico, a Palazzo del Mediterraneo, in via Marina”.
Quali sono i Corsi di Laurea triennali che afferiscono alla Facoltà di Scienze Politiche?
“Relazioni Internazionali e Scienze Politiche. Il primo anno è però sostanzialmente identico, con l’eccezione del curriculum Asia-Africa di relazioni internazionali, dove sin dall’inizio la specificità è maggiore rispetto al resto dell’offerta didattica. Chi opta per il curriculum Asia-Africa affronta sin dall’inizio lo studio dell’Arabo e del Cinese”.
Professore, Scienze Politiche gode fama di una Facoltà debole, sotto il profilo degli sbocchi occupazionali. Interessante, certo, ma difficile da spendere sul mercato del lavoro. Soprattutto, è considerata una Facoltà i cui laureati, poi, si trovano a svolgere attività non sempre coerenti, anche dal punto di vista della remunerazione, col titolo di studio. Quanto c’è di vero e quanto no, in queste affermazioni?
“Rispondo con i dati di una ricerca condotta da Almalaurea, in base alla quale i nostri laureati iniziano a lavorare entro tre anni dal conseguimento del titolo”.
Tre anni non sono pochi. Bisognerebbe anche capire che attività svolgono, dopo la Laurea, e quanto sono pagati.
“La stessa ricerca dice che un buon 60%, dopo occupazioni precarie, trova attività che sono coerenti col percorso di studi intrapreso. Le opportunità di un inserimento che dia soddisfazioni sono naturalmente maggiori quanto migliore è il percorso formativo. Significa non solo che lo studente deve preparare bene gli esami, seguire i corsi, esercitarsi nelle lingue. E’ importante che sfrutti nei limiti del possibile anche le opportunità formative extra: il progetto Erasmus, che consente di vivere e studiare alcuni mesi all’estero, praticando una lingua; i tirocini, gli stage. Soprattutto, lo studente di Scienze Politiche deve essere uno che ha interesse e curiosità verso il mondo che lo circonda, che legge il giornale, s’informa”.
Quali sono i più diretti sbocchi lavorativi della Laurea?
“Dipende se triennale o specialistica. In linea di massima: diplomazia, organizzazioni non governative, istituzioni che operano con l’estero, istituti di cultura, ma pure imprese che hanno sedi e rapporti di affari col resto del mondo. Ovviamente chi prosegue col biennio di specializzazione ha l’opportunità di svolgere attività più qualificate e specifiche”.
Qualche docente di spicco?
“Sono tutti molto bravi e conosciuti in ambito nazionale ed internazionale. Giusto per citare un nome, Giorgio Amitrano, che insegna giapponese, è il traduttore dei libri di Banana Yoshimoto, la celebre scrittrice nipponica tanto amata pure dai lettori italiani”.
Fabrizio Geremicca
Professore, come bisogna affrontare il primo anno di corso?
“Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: bisogna frequentare. E’ fondamentale per discipline come Economia Politica, Statistica e per la lingua, ma è importante pure per Storia contemporanea, Sociologia e Scienza Politica. Chi segue i corsi impara meglio e acquisisce una formazione ed un metodo utili per il prosieguo del percorso universitario”.
Dove si tengono le lezioni?
“Prevalentemente a Palazzo Giusso per il triennio. Quelle della specialistica, invece, ma naturalmente questo non riguarda le matricole del prossimo anno accademico, a Palazzo del Mediterraneo, in via Marina”.
Quali sono i Corsi di Laurea triennali che afferiscono alla Facoltà di Scienze Politiche?
“Relazioni Internazionali e Scienze Politiche. Il primo anno è però sostanzialmente identico, con l’eccezione del curriculum Asia-Africa di relazioni internazionali, dove sin dall’inizio la specificità è maggiore rispetto al resto dell’offerta didattica. Chi opta per il curriculum Asia-Africa affronta sin dall’inizio lo studio dell’Arabo e del Cinese”.
Professore, Scienze Politiche gode fama di una Facoltà debole, sotto il profilo degli sbocchi occupazionali. Interessante, certo, ma difficile da spendere sul mercato del lavoro. Soprattutto, è considerata una Facoltà i cui laureati, poi, si trovano a svolgere attività non sempre coerenti, anche dal punto di vista della remunerazione, col titolo di studio. Quanto c’è di vero e quanto no, in queste affermazioni?
“Rispondo con i dati di una ricerca condotta da Almalaurea, in base alla quale i nostri laureati iniziano a lavorare entro tre anni dal conseguimento del titolo”.
Tre anni non sono pochi. Bisognerebbe anche capire che attività svolgono, dopo la Laurea, e quanto sono pagati.
“La stessa ricerca dice che un buon 60%, dopo occupazioni precarie, trova attività che sono coerenti col percorso di studi intrapreso. Le opportunità di un inserimento che dia soddisfazioni sono naturalmente maggiori quanto migliore è il percorso formativo. Significa non solo che lo studente deve preparare bene gli esami, seguire i corsi, esercitarsi nelle lingue. E’ importante che sfrutti nei limiti del possibile anche le opportunità formative extra: il progetto Erasmus, che consente di vivere e studiare alcuni mesi all’estero, praticando una lingua; i tirocini, gli stage. Soprattutto, lo studente di Scienze Politiche deve essere uno che ha interesse e curiosità verso il mondo che lo circonda, che legge il giornale, s’informa”.
Quali sono i più diretti sbocchi lavorativi della Laurea?
“Dipende se triennale o specialistica. In linea di massima: diplomazia, organizzazioni non governative, istituzioni che operano con l’estero, istituti di cultura, ma pure imprese che hanno sedi e rapporti di affari col resto del mondo. Ovviamente chi prosegue col biennio di specializzazione ha l’opportunità di svolgere attività più qualificate e specifiche”.
Qualche docente di spicco?
“Sono tutti molto bravi e conosciuti in ambito nazionale ed internazionale. Giusto per citare un nome, Giorgio Amitrano, che insegna giapponese, è il traduttore dei libri di Banana Yoshimoto, la celebre scrittrice nipponica tanto amata pure dai lettori italiani”.
Fabrizio Geremicca