Si chiama disorganizzazione il nemico degli studenti di Scienze Politiche. E’ quanto emerge se ci si fa un giro tra le aule delle sedi universitarie frequentate dagli iscritti a questa Facoltà. Racconta Nunziata Russo, interrompendo la chiacchierata con un amico davanti alla sede di Palazzo Giusso: “Succede ancora troppo spesso che un docente salti la lezione e nessuno avverta gli studenti, che vengono all’Università inutilmente. Per chi abita fuori Napoli è un bel disagio. Perché non comunicare queste variazioni attraverso il sito internet, che altrimenti non si capisce bene a cosa debba servire?”. Eugenio Licciardi, che frequenta il III anno, è appena rientrato da un lungo soggiorno in Portogallo, a Coimbra, dove ha trascorso un periodo di studio nell’ambito del progetto Erasmus. Lui vorrebbe che fossero migliorati soprattutto gli stage. “Per come sono adesso – sostiene- rappresentano solo una perdita di tempo. Ci si trova in enti, imprese od associazioni a non fare nulla, o quasi, o magari a fare le fotocopie senza nessuno che ti segua o ti insegni qualcosa. Mi è capitato un anno fa: 100 ore buttate al vento e due esami saltati per nulla. Allora, dico io, meglio spostare gli stage al post lauream e sostituirli con un seminario, un altro corso, un laboratorio, qualcosa di utile per lo studente”. Francesca Piccirillo insiste sul tema della disorganizzazione: “Accade che si accavallino corsi importanti. Nello stesso orario, nella stessa giornata, lo studente è costretto a scegliere cosa seguire e cosa no. Oppure, poiché a volte le lezioni si tengono in sedi diverse ed in rapida successione, bisogna correre da un palazzo all’altro, come forsennati, per arrivare in tempo”. Anche perché, soprattutto al primo anno e nonostante l’Ateneo abbia acquisito nuovi spazi da qualche tempo, migliorando nettamente la situazione logistica, accade ancora che alcuni corsi siano sovraffollati e che gli iscritti siano costretti a seguire in condizioni tutt’altro che ideali: in piedi, sulla soglia dell’aula, con un caldo insopportabile. Negli anni passati è accaduto per esempio col corso di diritto pubblico. Quest’ultima, secondo Ugo Francesconi, è anche la materia più ostica del primo anno: “Serve grande costanza nello studio ed è indispensabile che lo studente acquisisca il linguaggio giuridico, che nella maggior parte dei casi affronta per la prima volta in vita sua. Ecco il motivo per cui consiglio vivamente di frequentare il corso: si fa prima ad entrare nei meccanismi e nei linguaggi della disciplina”.
Volendo provare a stilare una classifica dei docenti, in base alla capacità che hanno di suscitare negli studenti passione, curiosità, interesse, non c’è dubbio alcuno che ai primissimi posti si collochi l’ex Preside della Facoltà, il prof. Franco Mazzei, che insegna Relazioni internazionali.
Seguire i corsi – in questo le valutazioni del Preside coincidono perfettamente con quelle degli studenti – è il segreto per partire bene sin dall’inizio. Riferisce Eugenio: “Al mio primo anno frequentai tutte le lezioni, o quasi. Devo anche dire che, con qualche eccezione, ne vale la pena, perché la qualità dei docenti della Facoltà è buona e le lezioni sono interessanti. E’ importante anche iniziare a studiare sin dai primi giorni, con metodo, poco alla volta. La scansione in semestri non aiuta a recuperare chi perde tempo all’inizio”.
Volendo provare a stilare una classifica dei docenti, in base alla capacità che hanno di suscitare negli studenti passione, curiosità, interesse, non c’è dubbio alcuno che ai primissimi posti si collochi l’ex Preside della Facoltà, il prof. Franco Mazzei, che insegna Relazioni internazionali.
Seguire i corsi – in questo le valutazioni del Preside coincidono perfettamente con quelle degli studenti – è il segreto per partire bene sin dall’inizio. Riferisce Eugenio: “Al mio primo anno frequentai tutte le lezioni, o quasi. Devo anche dire che, con qualche eccezione, ne vale la pena, perché la qualità dei docenti della Facoltà è buona e le lezioni sono interessanti. E’ importante anche iniziare a studiare sin dai primi giorni, con metodo, poco alla volta. La scansione in semestri non aiuta a recuperare chi perde tempo all’inizio”.