Una sede da cartolina e corsi di laurea unici

“La nostra università si trova di fronte al Molo Beverello, sul mare, di fianco al Maschio Angioino, dalle finestre si vede un panorama bellissimo… E’ un posto solare e accogliente, non capisco come facciano certi ragazzi ad iscriversi altroveII!”. Più spontanei di così non si può essere. Signore e signori, questa è l’Università degli Studi di Napoli Parthenope raccontata dai suoi studenti. Che diventano sempre più numerosi: dai 2 mila di vent’anni fa ai quasi 17mila di oggi. Tra loro c’è anche Michelangelo Messina, 25 anni, iscritto al Corso di Laurea in Management delle imprese turistiche: è lui che proprio non capisce come ci si possa ancora iscrivere altrove. La sua descrizione però va completata: Parthenope non è solo l’edificio di via Acton che affaccia sul mare, ma anche i Dipartimenti di studi economici di via Medina; la bellissima Villa Doria d’Angri a Posillipo, sede di alcuni corsi di Scienze motorie, di master e di eventi culturali; il nuovo edificio al Centro Direzionale prossima sede della Facoltà di Ingegneria; l’ex “Palazzo del Fascio” a Nola, sede della Facoltà di Giurisprudenza. E ancora: un corso di Scienze motorie a Potenza, uno di Ingegneria ad Afragola, sedi distaccate della Facoltà di Economia a Torre Annunziata ed a Vico Equense. 
Cinque le Facoltà: Economia, Ingegneria, Scienze e Tecnologie, Giurisprudenza, Scienze Motorie. Una ricca offerta formativa: tanti corsi di laurea di primo e di secondo livello, master, scuole di specializzazione. Sono la testimonianza della crescita esponenziale che ha caratterizzato la storia recente dell’ateneo. Una crescita che si è realizzata in fretta ma che non ha generato grossi traumi, come raccontano gli stessi studenti. Rosario Visone, già laureato in Economia e attualmente iscritto al Corso di Laurea in Scienze giuridiche, è consigliere di amministrazione dell’Adisu Parthenope (l’Azienda per il diritto allo studio) e rappresentante in CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari). Il suo occhio guarda un po’ più lontano di quello dello studente comune e vede un’università in cui il rapporto tra il numero degli iscritti e i servizi offerti sta finalmente per divenire ottimale. “Inutile negare che in questi anni si è un po’ sofferto il disagio legato alla carenza delle strutture – dice- però con l’acquisizione dei nuovi spazi ci si avvia ad una soluzione del problema. La prossima tappa deve riguardare servizi basilari come le mense e le residenze”. Gli studenti possono usufruire infatti di un unico punto ristoro convenzionato, il ristorante “Il Pappagallo”. “Un po’ piccolo, considerato il numero di studenti che ci va a mangiare”. E quanto alle residenze universitarie, sarebbe davvero il caso di crearne qualcuna, visto che alcuni dei corsi di laurea attirano ragazzi provenienti da tutta Italia. “Ho colleghi originari di Milano, di Biella, di Roma – dice Gabriele Lambiase, iscritto al Corso di Laurea in Oceanografia e Meteorologia- e ci sono tanti studenti di varie province della Campania e anche moltissimi pugliesi”. La ragione di tanta varietà di provenienze geografiche è presto spiegata se si considera il fatto che certi corsi e indirizzi sono caratterizzati dal fattore unicità. Alla Parthenope c’è ancora oggi l’unico corso di Scienze nautiche attivo in Italia; nell’ambito del corso di laurea in Informatica è presente l’unico indirizzo in Geomatica esistente sul territorio nazionale; la Facoltà di Economia offre un corso triennale in Logistica e trasporti sconosciuto agli altri atenei del Mezzogiorno. 
Gabriele Lambiase è il vice presidente di un’associazione studentesca che si chiama Talassa-studenti del mare, promotrice di iniziative di interesse comune per gli allievi del corso di Scienze nautiche. “Alle nuove matricole suggerirei di vivere l’università appieno – dice- non solo venendo a seguire le attività didattiche, ma anche partecipando alle iniziative studentesche e informandosi su quello che succede intorno a loro”. Un consiglio molto semplice da mettere in pratica perché le possibilità in questo senso sono molteplici: l’associazionismo studentesco si sviluppa in molte direzioni. Oltre ai gruppi che esprimono i rappresentanti degli studenti (Cost, Sui generis, Facciamo università, Udu), sono presenti una sezione locale dell’Aiesec, associazione internazionale che si occupa di cooperazione internazionale; l’Aisa, Associazione Italiana degli studenti di Scienze Ambientali. Sta nascendo anche una sezione locale, che verrà inaugurata a settembre, dell’iESN, international Erasmus Student’s Network, rete di universitari operante a livello internazionale per supportare gli studenti Erasmus nella loro avventura fuori casa: aiuto per trovare alloggi, punti di ritrovo, luoghi dove fare acquisti a prezzi agevolati. E’ stato presentato da diversi mesi, infine, il progetto di un’associazione di ex allievi dell’Università Parthenope, ideato dal dott. Alessandro Scaletti con la collaborazione del prof. Federico Alvino e del delegato all’orientamento prof. Stefano Dumontet e la partecipazione di laureati e laureandi brillanti dell’ateneo. L’obiettivo è quello di rimarcare il senso di appartenenza ad una comunità di studio che ha smesso da tempo l’abito dell’ateneo minore e che forma professionisti di qualità. I quali magari trovano lavoro proprio grazie al servizio di orientamento e tutorato dell’università, guida preziosa prima durante e dopo l’ingresso nelle aule della Parthenope. Dall’orientamento sull’offerta formativa affiancato ai precorsi che precedono le immatricolazioni, al supporto in itinere cui dallo scorso anno si è aggiunta la novità di un counseling psicologico on line (ci si può avvalere del servizio scrivendo all’indirizzo aiuto.individuale@uniparthenope.it: risponde la psicologa dott.ssa Monica Fronzoni), fino ai corsi post laurea su come si scrive un curriculum e come si affronta un colloquio di lavoro. Gli studenti raccontano: “sono attività utilissime che aiutano a non smarrirsi”. E però desiderano ancora di più: “mi piacerebbe che la nostra università sviluppasse anche delle azioni di spin-off in cui i docenti e gli studenti concretizzassero delle realtà aziendali – dice Rosario Visone- una forma di ricerca che altrove sta prendendo piede e che caratterizza gli allievi di un’università rispetto a un’altra perché consente loro di elaborare l’attitudine a promuovere sé stessi e le proprie idee”. 
Sara Pepe
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