Soddisfazione da ambo le parti? Quasi. Dopo il sit-in di protesta che ha avuto luogo venerdì 23 aprile a Porta di Massa a firma del sindacato Link Studi Umanistici, il Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici Andrea Mazzucchi ha incontrato due volte nell’arco di una settimana una delegazione di studenti per approfondire le richieste che la sigla porta ormai avanti da gennaio – “abbiamo presentato più mozioni in Consiglio di Dipartimento e ci sono state numerose interlocuzioni con il direttore senza conseguenze sostanziali”, spiega Cristina Trey, voce della sigla. I temi sul tavolo sono stati tanti: richiesta di appelli straordinari a maggio – ha destato più di una perplessità il criterio discrezionale con il quale i docenti potevano aderirvi – riapertura delle aule studio così come della Brau, contrasto del digital divide “tramite l’istituzione di un fondo di Dipartimento che si sommi al materiale messo a disposizione dell’Ateneo in comodato d’uso”, ancora Trey. Insomma, singole problematiche che s’inseriscono in una visione d’insieme più ampia, che chiede di aggredire carenze strutturali. Ad ogni modo, la concertazione ha prodotto buoni risultati: ben sei aule studio – DSU1, DSU2, DSU3, DSU4, Aliotta e Franchini – negli orari in cui non sono occupate dai seminari, hanno riaperto le porte; in secondo luogo, dopo un confronto sulla possibilità di sostenere gli esami nel mese in corso, entrambe le parti hanno convenuto che la soluzione ideale fosse quella di sfruttare anche le ultime due settimane di luglio (maggio risulterebbe controproducente vista la prossimità della sessione estiva). “L’incontro è stato estremamente positivo – racconta proprio Mazzucchi – Le richieste di Link erano assolutamente condivisibili, anche se parte di queste erano già state esaudite. Alcune aule del Dsu, dotate delle attrezzature informatiche, erano già state aperte in conformità delle norme anticovid”. Si tratta pur sempre di dialettica politica oppositiva, e così il Direttore prova a ribadire che il successo del ritorno in sede è stato ottenuto grazie ai “seminari in presenza, iniziati già in zona arancione. Senza dimenticare le visite esterne al Duomo di Napoli, al Battistero. Le attività extracurriculari sono in piedi da tempo”. Sulla questione appelli, il Direttore ha registrato “massima disponibilità dei colleghi per occupare le settimane vuote di luglio. Resta da stabilire come spalmare gli esami”. Molto più delicata invece la gestione del contrasto al divario digitale, sul quale Mazzucchi resta evasivo, rimandando alla non diretta responsabilità del Dipartimento. Ma ammette pure che “bisogna procedere a trovare una soluzione, l’Ateneo si sta muovendo. Sappiamo degli studenti in difficoltà, e al momento in tutta sicurezza possono accedere alle nostre attrezzature informatiche, seppur non in numero elevatissimo”. Ad ogni modo, se i problemi congiunturali (appelli e aule studio) pare abbiano trovato una soluzione positiva, per Link l’approccio generale del Dipartimento alla gestione dei contraccolpi della pandemia è stato a lungo deficitario. “Gli ultimi due incontri sono solo i momenti finali di un percorso che abbiamo avviato a gennaio – ancora Cristina Trey – Chiedevamo un’aggressione netta dei problemi strutturali che con il Covid si sono semplicemente acuiti. Oltre alla questione appelli e digital divide, ci auguravamo che si potenziassero i sistemi di supporto psicologico per gli studenti. In molti non vivono situazioni agevoli nelle proprie abitazioni, ma le risposte sono sempre state aleatorie”. Resta il fatto che la riapertura delle aule studio sia un ottimo risultato, che “speriamo possa avere degli echi in altri Dipartimenti e in tutte le strutture federiciane come la Brau. Si può aprire in sicurezza, lo consentono norme e regolamenti. Cosa aspettiamo? Bisogna invertire la rotta”.
Claudio Tranchino
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