“Nella scorsa seduta del Senato Accademico è stato deliberato il nuovo regolamento per gli scatti stipendiali, che è un nostro pallino da sempre. La modifica approvata mette un primo fondamentale tassello utile per la riduzione dei tempi e la semplificazione dell’iter e ci ha visto impegnati in modo diretto in una fruttuosissima collaborazione con gli uffici”, afferma la prof.ssa Melina Cappelli, che insegna Statistica al Dipartimento di Studi Umanistici. “Con l’elezione del nuovo Rettore – dice – è stato avviato un processo di revisione dei regolamenti di Ateneo, e in prospettiva dello Statuto. L’approvazione dei regolamenti si può tranquillamente definire la principale prerogativa del Senato Accademico e quindi è una questione rilevante. Con il collega Davide De Caro, che insegna nel Dipartimento di Ingegneria elettrica e delle tecnologie dell’informazione e a gennaio ha fatto il suo ingresso in Senato Accademico in sostituzione di un altro membro, stiamo dando un contributo significativo a questo processo, soprattutto grazie all’esperienza maturata come membri del Movimento per la dignità della docenza universitaria”. Altro regolamento “del quale ci stiamo attivamente occupando è quello per la premialità introdotta dalla Legge 240 (la riforma Gelmini)”. Il regolamento vigente “presenta dei profili di inapplicabilità; il processo di revisione si era in un certo senso arenato anche a causa della emergenza sanitaria. La proposta di modifica, che è stata sottoposta alla attenzione della Commissione, a nostro avviso conteneva diversi aspetti insoddisfacenti”. Tra essi, Cappiello cita “la mancata procedura generale aperta a tutti per l’accesso alla premialità che, invece, è attualmente prevista (tanto dal regolamento vigente che dalla bozza alla quale facevo riferimento poc’anzi) solo per gli incarichi. Siccome gli incarichi sono limitati nel numero, e peraltro hanno per lo più natura ‘fiduciaria’, si restringe in sostanza lo strumento della premialità a pochissimi beneficiari”. Il che, secondo la docente, determina una ingiusta assegnazione del fondo premiale. “Un professore – riflette – può impegnarsi moltissimo, conseguire risultati assolutamente significativi sui versanti della didattica, della ricerca e della terza missione ma, se non riveste incarichi istituzionali in Ateneo, attualmente è tagliato fuori dalla premialità. È una situazione che va modificata, anche per dare un segnale e motivare al meglio tutti i docenti. Abbiamo per questo elaborato una bozza alternativa, la quale al momento è al vaglio degli uffici per gli aspetti tecnico-finanziari”. Da non trascurare, questi ultimi, perché naturalmente l’ampliamento della base potenzialmente suscettibile di accedere al fondo richiede una copertura economica. “La bozza alternativa – va avanti la prof.ssa Cappelli – è il frutto di un serrato confronto in seno alla Commissione. Include la previsione di una premialità generale per i cosiddetti ulteriori risultati (come recita la legge 240) che ovviamente si fonda sulla disponibilità dell’Ateneo a prevedere delle risorse per integrare il relativo fondo”.
C’è ancora tanto da fare, sottolinea peraltro la docente, e ci sono ancora tanti regolamenti da rivedere al fine di renderli più funzionali ed aggiornarli. “In questa ottica – conclude Cappelli – sia io sia il prof. De Caro riproporremo la nostra candidatura in occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del Senato Accademico”.
C’è ancora tanto da fare, sottolinea peraltro la docente, e ci sono ancora tanti regolamenti da rivedere al fine di renderli più funzionali ed aggiornarli. “In questa ottica – conclude Cappelli – sia io sia il prof. De Caro riproporremo la nostra candidatura in occasione delle prossime elezioni per il rinnovo del Senato Accademico”.
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