Sarà la prof.ssa Mariacarolina Salerno a coordinare per i prossimi tre anni il Corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica. Classe ’57, è Professore Associato di Pediatria e Responsabile del Settore di Endocrinologia Pediatrica al Dipartimento di Pediatria. “Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato. Un ringraziamento va fatto a chi mi ha preceduto, ovvero al professore Luigi Greco, che ha voluto il Corso e lo ha guidato nei primi anni, e alla prof.ssa
Annamaria Staiano. Entrambi hanno fatto moltissimo per realizzare un ottimo percorso formativo”. Sguardo al futuro, ma senza stravolgimenti. Questo è il piano: “mi sono confrontata con la prof.ssa Staiano – Coordinatrice
uscente del Corso di Laurea – perché il mio operato deve essere in assoluta continuità con quanto portato avanti finora. Bisognerà studiare tutti i regolamenti per capire dove c’è la possibilità di intervenire per migliorare l’offerta formativa”. Aprendosi ai “cambiamenti internazionali. C’è la tendenza a muoversi sia in Italia sia all’estero, quindi bisognerà rivedere i programmi formativi, per verificare che siano all’altezza degli standard internazionali”. Già individuato qualche ostacolo: “una parte dell’offerta formativa è comune a diversi Corsi di Laurea. Lì è più difficile
intervenire”. Discorso diverso per le discipline studiate esclusivamente a Infermieristica Pediatrica. In quel caso il piano di studi “va rivisto sia come contenuti delle lezioni sia come rapporto tra il tempo speso in aula e quello impiegato per la pratica professionalizzante”. Si punterà quindi a cambiare “la modalità dei tirocini, incrementando i periodi di turnazione nei vari reparti per far sì che i ragazzi abbiano una formazione in svariate branche specialistiche. Tutti dovranno avere la maggiore esperienza possibile nella gestione delle emergenze, nella terapia intensiva neonatale, nella chirurgia pediatrica, oltre che in settori specialistici come endoscopia pediatrica o nefrologia che hanno modalità di assistenza peculiari”. L’importante è “integrarsi con gli infermieri. I ragazzi devono lavorare, non limitarsi a osservare”. Così da prepararsi a una professione che vede “l’infermiere pediatrico assolutamente inserito nell’attività del team medico. Non è più una figura che esegue cose stabilite dal medico, ma un professionista che partecipa attivamente all’organizzazione dell’attività clinica e alla gestione del paziente pediatrico, con competenze specifiche nell’approccio al malato e nella gestione in senso pratico”. Buona la tradizione della Federico II: “è stata finora un’ottima scuola. La maggior parte degli studenti ha eccellenti conoscenze e si integra rapidamente nell’attività dei reparti. Spero si possa continuare così”. Notizie rincuoranti potrebbero presto arrivare dal mondo lavorativo: “Nei prossimi anni ci sarà un pensionamento di una buona parte del personale infermieristico in Campania. Mi auguro che questi ragazzi trovino una possibilità di assunzione”.
Annamaria Staiano. Entrambi hanno fatto moltissimo per realizzare un ottimo percorso formativo”. Sguardo al futuro, ma senza stravolgimenti. Questo è il piano: “mi sono confrontata con la prof.ssa Staiano – Coordinatrice
uscente del Corso di Laurea – perché il mio operato deve essere in assoluta continuità con quanto portato avanti finora. Bisognerà studiare tutti i regolamenti per capire dove c’è la possibilità di intervenire per migliorare l’offerta formativa”. Aprendosi ai “cambiamenti internazionali. C’è la tendenza a muoversi sia in Italia sia all’estero, quindi bisognerà rivedere i programmi formativi, per verificare che siano all’altezza degli standard internazionali”. Già individuato qualche ostacolo: “una parte dell’offerta formativa è comune a diversi Corsi di Laurea. Lì è più difficile
intervenire”. Discorso diverso per le discipline studiate esclusivamente a Infermieristica Pediatrica. In quel caso il piano di studi “va rivisto sia come contenuti delle lezioni sia come rapporto tra il tempo speso in aula e quello impiegato per la pratica professionalizzante”. Si punterà quindi a cambiare “la modalità dei tirocini, incrementando i periodi di turnazione nei vari reparti per far sì che i ragazzi abbiano una formazione in svariate branche specialistiche. Tutti dovranno avere la maggiore esperienza possibile nella gestione delle emergenze, nella terapia intensiva neonatale, nella chirurgia pediatrica, oltre che in settori specialistici come endoscopia pediatrica o nefrologia che hanno modalità di assistenza peculiari”. L’importante è “integrarsi con gli infermieri. I ragazzi devono lavorare, non limitarsi a osservare”. Così da prepararsi a una professione che vede “l’infermiere pediatrico assolutamente inserito nell’attività del team medico. Non è più una figura che esegue cose stabilite dal medico, ma un professionista che partecipa attivamente all’organizzazione dell’attività clinica e alla gestione del paziente pediatrico, con competenze specifiche nell’approccio al malato e nella gestione in senso pratico”. Buona la tradizione della Federico II: “è stata finora un’ottima scuola. La maggior parte degli studenti ha eccellenti conoscenze e si integra rapidamente nell’attività dei reparti. Spero si possa continuare così”. Notizie rincuoranti potrebbero presto arrivare dal mondo lavorativo: “Nei prossimi anni ci sarà un pensionamento di una buona parte del personale infermieristico in Campania. Mi auguro che questi ragazzi trovino una possibilità di assunzione”.