Più appelli. Più tempo. Migliore distribuzione del carico didattico nell’arco degli anni e più attenzione alle richieste del mondo del lavoro. È quanto emerge da un giro di interviste a tutto campo fra gli studenti di Informatica. “Mi trovo bene, ma siamo in tanti e alcune lezioni finiscono con l’essere sovraffollate. Quest’anno al corso di Calcolo Numerico, mi è capitato più di una volta di non trovare posto a sedere in aula. Per la stessa ragione, non seguo
più Algoritmi e Strutture Dati I”, dice Gianluca Bella, iscritto alla Laurea Triennale. Poi racconta anche di un po’ di problemi con l’organizzazione del calendario didattico: “È capitato ci fossero uno scritto e un orale nello stesso giorno e alcuni docenti, quando sono stati chiesti loro degli spostamenti, hanno fatto delle rimostranze”. “Il Corso è ben strutturato e la proposta è interessante, però è gestito male – afferma Marco Conti, iscritto al terzo anno, alle prese con alcuni strascichi dell’anno precedente che lo stanno facendo penare – Il secondo anno è molto pesante,
rispetto al tempo a disposizione”. Nella graduatoria proposta da Marco, e ripetuta anche da altri colleghi, la distribuzione del carico di lavoro a Informatica funziona pressappòco così: il primo anno è di formazione e dà le basi, il secondo è difficilissimo e il terzo è ‘facile’ rispetto a quanto si è dovuto sostenere. La difficoltà sarebbe
rappresentata da un bagaglio di ben otto discipline fondamentali, diverse delle quali prevedono, accanto alle canoniche prove di verifica scritta e orale, anche un progetto al computer che è lungo da realizzare, richiede di ‘sbatterci la testa sopra per mesi’ e prevede una dedizione, a detta dei ragazzi, quasi esclusiva. La rosa dei magnifici otto è composta dagli insegnamenti di: Algoritmi e Strutture Dati I, Laboratorio di Algoritmi e Strutture Dati I, Sistemi Operativi I, Elementi di Informatica Teorica, Laboratorio di Sistemi Operativi (che probabilmente verrà spostato al terzo anno), Linguaggi di Programmazione I, Calcolo Numerico, Basi di Dati con Laboratorio (annuale). “L’Informatica non è come la Medicina, che ti consente di lavorare solo in un settore. È trasversale a tutti i campi e
ci sono molte richieste, per cui tanti di noi, già dai primi anni, lavorano, alcuni con regolarità, anche solo part-time, altri, invece, trovano dei lavoretti per pagarsi le tasse universitarie. Lo sanno tutti, per cui non è immaginabile un carico del genere concentrato in un anno solo. È normale che, come è emerso dalle ultime indagini, il tempo medio per conseguire la Laurea Triennale sia di sei o sette anni. Inoltre, veniamo a studiare all’università perché qui troviamo spazi, materiale, docenti e concentrazione. A noi, però, serve praticamente sempre il computer e dovunque ci giriamo non ci sono prese elettriche, mancano le sedie e i tavoli sono spesso rotti. Per le tasse che
paghiamo, questi sarebbero servizi minimi essenziali”, conclude Marco. Anche altri studenti lamentano una distribuzione del lavoro un po’ sbilanciata. “Il primo semestre del primo anno è organizzato benissimo. Il secondo è molto più intenso, perché ci sono due corsi annuali. Il risultato è che alla prima sessione hai solo due esami, alla
seconda sei”, raccontano Gennaro Galliano e Claudio Cinquegrana, entrambi al secondo anno. Altro punto dolente sollevato da tutti è l’organizzazione delle sessioni d’esame. “Gennaio-febbraio e giugno-luglio, con un po’ di settembre, non bastano. Nessuno vuole prove facili, non ci servirebbe per trovare lavoro, ma più appelli sì, è una cosa fattibile”, sottolinea Roberto Di Lucrezia. “La comunicazione interna è buona, non possiamo lamentarci, però sicuramente siamo più che favorevoli ad avere qualche data d’esame in più, soprattutto per gli insegnamenti annuali”, aggiungono dal canto loro Andrea Bravaccino e Giorgio Caruso. La domanda più ricorrente è questa: perchè gli insegnanti di materie ‘toste’, come Algebra e Linguaggi di Programmazione, danno molte chances
durante l’anno e altri, invece, si rifiutano di fare altrettanto? Michele Cimmino e Lorenzo Blasio hanno delle proposte per rendere più competitivo il profilo: “l’offerta è, e resta, interessante, ma questo è un settore che prevede evoluzioni assurde e rapidissime e noi, invece, siamo sempre indietro di almeno dieci se non quindici anni – spiegano – Quello che facciamo va bene dal punto di vista didattico, ma a livello lavorativo meno. Oggi il 70% del mercato globale richiede conoscenze web, mobile e per il cloud computing, mentre noi apprendiamo ancora tecnologie desktop, e le cose non cambiano nemmeno alla Magistrale. Al momento abbiamo solo un’ottima base
per poi documentarci in seguito sulle nuove soluzioni”.
più Algoritmi e Strutture Dati I”, dice Gianluca Bella, iscritto alla Laurea Triennale. Poi racconta anche di un po’ di problemi con l’organizzazione del calendario didattico: “È capitato ci fossero uno scritto e un orale nello stesso giorno e alcuni docenti, quando sono stati chiesti loro degli spostamenti, hanno fatto delle rimostranze”. “Il Corso è ben strutturato e la proposta è interessante, però è gestito male – afferma Marco Conti, iscritto al terzo anno, alle prese con alcuni strascichi dell’anno precedente che lo stanno facendo penare – Il secondo anno è molto pesante,
rispetto al tempo a disposizione”. Nella graduatoria proposta da Marco, e ripetuta anche da altri colleghi, la distribuzione del carico di lavoro a Informatica funziona pressappòco così: il primo anno è di formazione e dà le basi, il secondo è difficilissimo e il terzo è ‘facile’ rispetto a quanto si è dovuto sostenere. La difficoltà sarebbe
rappresentata da un bagaglio di ben otto discipline fondamentali, diverse delle quali prevedono, accanto alle canoniche prove di verifica scritta e orale, anche un progetto al computer che è lungo da realizzare, richiede di ‘sbatterci la testa sopra per mesi’ e prevede una dedizione, a detta dei ragazzi, quasi esclusiva. La rosa dei magnifici otto è composta dagli insegnamenti di: Algoritmi e Strutture Dati I, Laboratorio di Algoritmi e Strutture Dati I, Sistemi Operativi I, Elementi di Informatica Teorica, Laboratorio di Sistemi Operativi (che probabilmente verrà spostato al terzo anno), Linguaggi di Programmazione I, Calcolo Numerico, Basi di Dati con Laboratorio (annuale). “L’Informatica non è come la Medicina, che ti consente di lavorare solo in un settore. È trasversale a tutti i campi e
ci sono molte richieste, per cui tanti di noi, già dai primi anni, lavorano, alcuni con regolarità, anche solo part-time, altri, invece, trovano dei lavoretti per pagarsi le tasse universitarie. Lo sanno tutti, per cui non è immaginabile un carico del genere concentrato in un anno solo. È normale che, come è emerso dalle ultime indagini, il tempo medio per conseguire la Laurea Triennale sia di sei o sette anni. Inoltre, veniamo a studiare all’università perché qui troviamo spazi, materiale, docenti e concentrazione. A noi, però, serve praticamente sempre il computer e dovunque ci giriamo non ci sono prese elettriche, mancano le sedie e i tavoli sono spesso rotti. Per le tasse che
paghiamo, questi sarebbero servizi minimi essenziali”, conclude Marco. Anche altri studenti lamentano una distribuzione del lavoro un po’ sbilanciata. “Il primo semestre del primo anno è organizzato benissimo. Il secondo è molto più intenso, perché ci sono due corsi annuali. Il risultato è che alla prima sessione hai solo due esami, alla
seconda sei”, raccontano Gennaro Galliano e Claudio Cinquegrana, entrambi al secondo anno. Altro punto dolente sollevato da tutti è l’organizzazione delle sessioni d’esame. “Gennaio-febbraio e giugno-luglio, con un po’ di settembre, non bastano. Nessuno vuole prove facili, non ci servirebbe per trovare lavoro, ma più appelli sì, è una cosa fattibile”, sottolinea Roberto Di Lucrezia. “La comunicazione interna è buona, non possiamo lamentarci, però sicuramente siamo più che favorevoli ad avere qualche data d’esame in più, soprattutto per gli insegnamenti annuali”, aggiungono dal canto loro Andrea Bravaccino e Giorgio Caruso. La domanda più ricorrente è questa: perchè gli insegnanti di materie ‘toste’, come Algebra e Linguaggi di Programmazione, danno molte chances
durante l’anno e altri, invece, si rifiutano di fare altrettanto? Michele Cimmino e Lorenzo Blasio hanno delle proposte per rendere più competitivo il profilo: “l’offerta è, e resta, interessante, ma questo è un settore che prevede evoluzioni assurde e rapidissime e noi, invece, siamo sempre indietro di almeno dieci se non quindici anni – spiegano – Quello che facciamo va bene dal punto di vista didattico, ma a livello lavorativo meno. Oggi il 70% del mercato globale richiede conoscenze web, mobile e per il cloud computing, mentre noi apprendiamo ancora tecnologie desktop, e le cose non cambiano nemmeno alla Magistrale. Al momento abbiamo solo un’ottima base
per poi documentarci in seguito sulle nuove soluzioni”.