Giovedì 29 ottobre, ore 14.00. Avevamo appena completato la distribuzione del giornale che sarebbe andato in edicola il giorno successivo, quando è arrivata una telefonata. Quella telefonata che non avremmo mai voluto ricevere. Paolo, il nostro Direttore, il ‘papà’ della nostra testata, non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia per la vita. Ha avuto la meglio la terribile malattia che lo affliggeva da un anno: un tumore al rene. Ha combattuto con tutte le sue forze, anche sottoponendosi ad una devastante terapia. In silenzio, riservato com’era. Tant’è che pochi, anzi pochissimi, conoscevano la gravità del suo male. Abbiamo assecondato il suo volere, anche mascherando con generiche spiegazioni qualche sua assenza in importanti accadimenti universitari. Ma Paolo nel giornale, quella sua creatura che amava tanto, c’è stato fino a quando ha potuto. Magari anche solo per realizzare un’intervista telefonica, se le forze glielo consentivano.
Un attimo di sperdimento alla notizia della sua scomparsa. E poi ci siamo messi subito in movimento. Perché Paolo potesse ricevere un degno saluto pubblico in una sede universitaria, in quelle aule che ha percorso una vita intera, come studente di Sociologia prima e in 25 anni di Ateneapoli poi. Sostenuti con grande affetto dall’Ufficio Stampa –nella persona di Maria Esposito- e dalla Segreteria del Rettore Trombetti, abbiamo individuato nella Chiesa di S.Pietro Martire il luogo della funzione.
Un attimo di sperdimento alla notizia della sua scomparsa. E poi ci siamo messi subito in movimento. Perché Paolo potesse ricevere un degno saluto pubblico in una sede universitaria, in quelle aule che ha percorso una vita intera, come studente di Sociologia prima e in 25 anni di Ateneapoli poi. Sostenuti con grande affetto dall’Ufficio Stampa –nella persona di Maria Esposito- e dalla Segreteria del Rettore Trombetti, abbiamo individuato nella Chiesa di S.Pietro Martire il luogo della funzione.
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Ai funerali, che si sono svolti venerdì, c’erano tantissime persone. Nessuna frase di circostanza, molta commozione. In chiesa, a testimoniare con la propria presenza la stima per una persona “mite”, “un giornalista serio, sensibile e competente”, il Rettore del Parthenope Gennaro Ferrara, i tre Presidenti dei Poli federiciani Massimo D’Apuzzo, Luciano Mayol, Massimo Marrelli; gli assessori-professori Nicola Mazzocca, Enrica Amaturo, Marcello D’Aponte; i Presidi Gianfranco Pecchinenda, Gennaro Marino; i professori Luigi Verolino e Luciano De Menna di Softel; i professori Amato Lamberti, Gennaro Luongo, Michele Cennamo, Riccardo Mercurio, Rosalba Martone, Pasquale Ciriello, Sergio Minucci, Silvestro Damiano, Alberto Di Donato, Francesco Bruno, Antonio Lavaggi, Angelo Genovese; Camillo Mottola, Bruno Mirabile, Umberto Cinque; i rappresentanti dei ricercatori Mario Varcamonti, Ulderico Dardano; rappresentanti degli studenti ed ex Tommaso Pellegrino, Francesco Borrelli, Marco Race, Michele Merlino, Francesco Lastaria, Pasquale Russo; i giornalisti Ottavio Lucarelli, Pasquale Esposito, Carlo Verna; tanti, tantissimi amici. Impossibile citare –e ringraziare- tutti. Molti ci hanno espresso il desiderio di poter intervenire con un ricordo durante la cerimonia. Purtroppo non è stato possibile, per questioni logistiche.
Tanti occhi lucidi dopo la lettura del commiato ai lettori scritto da Paolo (lo pubblichiamo in pagina). Un addio che è anche un durissimo atto d’accusa nei confronti di medici incapaci che non hanno saputo diagnosticare in tempo un male dal quale si può guarire. Tanta commozione anche alle splendide righe dedicate a sua moglie Sandra ed alla sua piccolina Mariachiara. Un uomo molto tenero nel privato, una persona pulita che mancherà alla città, come ha detto Sandra.
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Lunedì mattina, 2 novembre, ore 9.30. Siamo tutti in redazione. E chi non c’è fa comunque sentire la sua presenza. La tua postazione di lavoro è deserta. Così come lo sono le nostre anime. “Una scalogna nera mi costringe a lasciarvi. Con una rabbia enorme. Eravamo una bella squadra, affiatata. Anche senza di me lo siete. Lo avete dimostrato in questi mesi di mia parziale presenza. Ho cercato di essere in redazione il più possibile, finché ho potuto, Vi chiedo, se potete, di continuare a portare avanti il giornale. Augurandovi di ottenere i risultati che meritate. Se volete, potete farcela”, ci ha scritto Paolo. Uno sprone, una preghiera, se volete, a portare avanti il suo progetto. E noi stringeremo i denti, per condividere, ovunque tu sia Paolo, ancora questa meravigliosa avventura. Come abbiamo fatto in questi anni. Ce la faremo, è una promessa. Cui si associano prime penne e collaboratori dei diversi settori del giornale: Dario Del Giudice, Valentina Di Matteo, Maddalena Esposito, Fabrizio Geremicca, Marianna Graziano, Carlo Hermann, Andrea Iodice, Barbara Leone, Susy Lubrano, Pasquale Luongo, Valentina Orellana, Amelia Pannone, Marzia Parascandolo, Simona Pasquale, Sara Pepe, Manuela Pitterà, Giammaria Porzio, Anna Maria Possidente, Viola Sarnelli.
Da tutti noi un abbraccio fortissimo a Sandra, Mariachiara, alla mamma Concetta, ai fratelli Antonio e Alba.
Ai funerali, che si sono svolti venerdì, c’erano tantissime persone. Nessuna frase di circostanza, molta commozione. In chiesa, a testimoniare con la propria presenza la stima per una persona “mite”, “un giornalista serio, sensibile e competente”, il Rettore del Parthenope Gennaro Ferrara, i tre Presidenti dei Poli federiciani Massimo D’Apuzzo, Luciano Mayol, Massimo Marrelli; gli assessori-professori Nicola Mazzocca, Enrica Amaturo, Marcello D’Aponte; i Presidi Gianfranco Pecchinenda, Gennaro Marino; i professori Luigi Verolino e Luciano De Menna di Softel; i professori Amato Lamberti, Gennaro Luongo, Michele Cennamo, Riccardo Mercurio, Rosalba Martone, Pasquale Ciriello, Sergio Minucci, Silvestro Damiano, Alberto Di Donato, Francesco Bruno, Antonio Lavaggi, Angelo Genovese; Camillo Mottola, Bruno Mirabile, Umberto Cinque; i rappresentanti dei ricercatori Mario Varcamonti, Ulderico Dardano; rappresentanti degli studenti ed ex Tommaso Pellegrino, Francesco Borrelli, Marco Race, Michele Merlino, Francesco Lastaria, Pasquale Russo; i giornalisti Ottavio Lucarelli, Pasquale Esposito, Carlo Verna; tanti, tantissimi amici. Impossibile citare –e ringraziare- tutti. Molti ci hanno espresso il desiderio di poter intervenire con un ricordo durante la cerimonia. Purtroppo non è stato possibile, per questioni logistiche.
Tanti occhi lucidi dopo la lettura del commiato ai lettori scritto da Paolo (lo pubblichiamo in pagina). Un addio che è anche un durissimo atto d’accusa nei confronti di medici incapaci che non hanno saputo diagnosticare in tempo un male dal quale si può guarire. Tanta commozione anche alle splendide righe dedicate a sua moglie Sandra ed alla sua piccolina Mariachiara. Un uomo molto tenero nel privato, una persona pulita che mancherà alla città, come ha detto Sandra.
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Lunedì mattina, 2 novembre, ore 9.30. Siamo tutti in redazione. E chi non c’è fa comunque sentire la sua presenza. La tua postazione di lavoro è deserta. Così come lo sono le nostre anime. “Una scalogna nera mi costringe a lasciarvi. Con una rabbia enorme. Eravamo una bella squadra, affiatata. Anche senza di me lo siete. Lo avete dimostrato in questi mesi di mia parziale presenza. Ho cercato di essere in redazione il più possibile, finché ho potuto, Vi chiedo, se potete, di continuare a portare avanti il giornale. Augurandovi di ottenere i risultati che meritate. Se volete, potete farcela”, ci ha scritto Paolo. Uno sprone, una preghiera, se volete, a portare avanti il suo progetto. E noi stringeremo i denti, per condividere, ovunque tu sia Paolo, ancora questa meravigliosa avventura. Come abbiamo fatto in questi anni. Ce la faremo, è una promessa. Cui si associano prime penne e collaboratori dei diversi settori del giornale: Dario Del Giudice, Valentina Di Matteo, Maddalena Esposito, Fabrizio Geremicca, Marianna Graziano, Carlo Hermann, Andrea Iodice, Barbara Leone, Susy Lubrano, Pasquale Luongo, Valentina Orellana, Amelia Pannone, Marzia Parascandolo, Simona Pasquale, Sara Pepe, Manuela Pitterà, Giammaria Porzio, Anna Maria Possidente, Viola Sarnelli.
Da tutti noi un abbraccio fortissimo a Sandra, Mariachiara, alla mamma Concetta, ai fratelli Antonio e Alba.
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Da questo numero, il primo senza Paolo, che abbiamo voluto testardamente uscisse in edicola nella data prevista (e che dedica molte pagine al suo ricordo), per ovvie ragioni editoriali, Ateneapoli dovrà cambiare firma. Abbiamo deciso così, almeno fino alla solita pausa natalizia, anche per sottolineare il concetto di “squadra” tanto caro a Paolo, di assumere in due la Direzione Responsabile.
Da questo numero, il primo senza Paolo, che abbiamo voluto testardamente uscisse in edicola nella data prevista (e che dedica molte pagine al suo ricordo), per ovvie ragioni editoriali, Ateneapoli dovrà cambiare firma. Abbiamo deciso così, almeno fino alla solita pausa natalizia, anche per sottolineare il concetto di “squadra” tanto caro a Paolo, di assumere in due la Direzione Responsabile.
Patrizia Amendola
Gennaro Varriale
Gennaro Varriale