ADE “Dialogo medico-paziente”, è addio?

Niente più “Dialogo medico-paziente”. Allo stato attuale delle cose, il pensionamento sembra essere arrivato non solo per la prof.ssa Adriana Oliva, ordinario di Biochimica alla SUN, oggi Università della Campania Luigi Vanvitelli, ma anche per l’Attività Didattica Elettiva incentrata sulle modalità di comunicazione e relazione con il malato da lei tenuta dal 2012 al 2016. Manca qualcuno che alzi la mano per raccoglierne il testimone. Lo afferma ladott.ssa Rosa Ruggiero, dirigente medico dell’ASL Na1 che ha lavorato a questo insegnamento con la docente: “l’ADE deve essere proposta da uno dei professori del Corso di Laurea. Poiché chi lo ha proposto negli ultimi quattro anni è la prof.ssa Oliva, che è andata in quiescenza da poco tempo, ci si aspettava che qualcuno ne raccogliesse il testimone, ma al momento un’ADE sulla comunicazione non c’è”. Rivolge il suo appello “a tutte le Scuole di Medicina. Non ha importanza chi faccia il corso, purché ci sia. Basterebbe che un piccolo gruppo di docenti si organizzasse per strutturare un percorso formativo. Si tratta di un argomento tanto trasversale che dovrebbe essere un percorso formativo permanente”. Un argomento che “ha una valenza etica enorme, perché abbiamo il dovere di comunicare bene con i pazienti, ma ha anche una valenza organizzativa, perché quando c’è un buon dialogo tra malato e terapeuta si abbattono i contenziosi, si riesce a far seguire meglio le terapie e, nella peggiore delle ipotesi, di fronte alla malattia più triste, si aiuta il malato a vivere meglio la propria condizione. Lottare una malattia ci può portare a una sconfitta, ma, se lottiamo per il benessere dell’ammalato, con una buona comunicazione si può fare qualcosa. Credo sia doveroso avere dei medici formati anche in questo”. Titolare di una docenza sulla ‘Comunicazione medico-paziente’nell’ambito del Master in Management  Sanitario della Federico II, la dott.ssa Ruggiero a breve dovrebbe tenere sul tema un corso aziendale all’Asl Napoli 1 Centro: “però un argomento del genere va indirizzato ai giovani. Abbiamo una classe di studenti molto valida. Se c’è un seme, bisogna coltivarlo, altrimenti si lascia appannare dalle tecnologie e dai tecnicismi”. Un seme che nelle precedenti esperienze ha risposto in maniera massiccia: “i nostri erano incontri pomeridiani che si tenevano dalle 15 alle 18. L’aula era stracolma e i ragazzi spesso si trattenevano anche a incontro concluso. Abbiamo raggiunto perfino trecento iscritti l’anno, suddividendoli in tre incontri perché l’aula non poteva ospitare più di cento persone. L’interesse
dei ragazzi c’è. Speriamo non si spenga. Perché in fondo, “avere un medico più sensibile fa solo bene, non vedo controindicazioni”.
Ciro Baldini
- Advertisement -




Articoli Correlati