Agronomi, tecnologi alimentari, enologi, scienziati forestali: i professionisti formati dai 4 Corsi di Laurea

Sono ben 41 i settori scientifico-disciplinari presenti nella Facoltà di Agraria. Dunque, la multidisciplinarietà è il tratto distintivo dei suoi Corsi di Laurea. Qualsiasi Corso si scelga, è importante seguire il percorso didattico delineato dalla Facoltà stessa: frequentare le lezioni, studiare a casa, approfondire la preparazione in vista degli esami. Prima di cominciare, inoltre, è bene leggere attentamente la guida dello studente per scoprire quali sono le propedeuticità stabilite tra un anno e l’altro. E tenere a mente i consigli dei Presidenti dei coordinamenti di corso di studio. 
Il prof. Matteo Lorito, Presidente del Corso in Tecnologie Agrarie, ha sott’occhio le statistiche relative alla provenienza scolastica dei suoi studenti: 38% liceo scientifico; 12% liceo classico; a seguire liceo linguistico, psicopedagogico, istituti tecnici di vario tipo, tra cui il 15% è rappresentato dall’istituto Tecnico-agrario. “Una popolazione studentesca molto varia”, commenta, “ma sempre interessata a trattare le problematiche ambientali dal punto di vista tecnologico”. Gli esami sono 18, più 2 esami a scelta e 2 idoneità. Al primo anno si studiano Matematica, Fisica, Botanica, Fondamenti di Chimica, Genetica, Informatica. Dal secondo anno in poi si va più sullo specifico: Chimica del suolo, Coltivazioni, Microbiologia agraria, Economia, tanto per fare qualche esempio. Tra i Corsi di Agraria questo è quello dal respiro più ampio. “I nostri studenti presentano tesi di laurea sugli argomenti più svariati”, dice il prof. Lorito, “dall’estimo alla patologia vegetale, dalla meccanica alla microbiologia. La preparazione più settoriale si acquisirà con la laurea magistrale, a seconda delle preferenze e delle aspirazioni. Però è fondamentale costruirsi delle solide basi con la triennale, definendone bene il piano di studi. Gli esami a scelta sono già indicativi del percorso che si vuole sviluppare, e da quest’anno sarà possibile sostenere esami opzionali inseriti nei piani di tutti i Corsi di Laurea della Facoltà”. Gli sbocchi occupazionali sono legati al percorso magistrale che si sceglie dopo aver conseguito la laurea triennale. Il Corso magistrale in Scienze e Tecnologie agrarie forma il classico agronomo; quello in Scienze delle Produzioni agrarie è dedicato a coloro che vogliono inserirsi nel settore produttivo, seguendo tutta la filiera; quello in Pianificazione e gestione del territorio è rivolto a chi desidera occuparsi di progettazione ambientale. Ogni anno si immatricolano alla triennale tra gli 80 e i 100 studenti e il numero contenuto di iscritti consente un ottimo rapporto docente-studente. 
Il prof. Francesco Villani è il Presidente del Coordinamento di Corso di Studio in Tecnologie Alimentari, che comprende la triennale in Tecnologie Alimentari e le Magistrali in Scienze e Tecnologie Alimentari e in Scienza degli Alimenti e Nutrizione. La triennale in Tecnologie Alimentari è la più quotata della Facoltà, con circa 200 nuovi immatricolati l’anno. Recentemente ha ottenuto la certificazione di qualità Crui, un riconoscimento attribuito dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane ai Corsi di Laurea che applicano proficuamente il protocollo di qualità da essa elaborato. Ma il segreto del suo successo sta anzitutto nell’appetibilità dei suoi sbocchi occupazionali. Controllo di qualità, progettazione di nuovi alimenti, ricerca e sviluppo nel settore agroalimentare continuano ad essere settori che tirano. “La richiesta di laureati da parte delle industrie alimentari c’è”, afferma il prof. Villani, “ma direi che i giovani sono molto attratti anche dalle discipline che insegniamo. La microbiologia degli alimenti, le tecnologie applicate ai processi alimentari suscitano forte interesse tra i giovani”. Dopo un primo anno durante il quale si affrontano materie come Matematica, Fisica, Chimica, Elementi di biologia generale e vegetale, Produzioni vegetali ed Economia, si passa ad insegnamenti più specifici e ad attività più pratiche. Nel Dipartimento di Scienza degli Alimenti i ragazzi si aggirano in camice e guanti in lattice già dal secondo anno, lavorando ad esperimenti e ricerche. 
Il prof. Stefano Mazzoleni è tra i fondatori del Corso di Laurea in Scienze Forestali e Ambientali, che ad ottobre avrà i suoi primi laureati. Si tratta di un percorso di studi dedicato a chi ha la passione per la natura e, naturalmente, forti attitudini scientifiche. Dopo la triennale è prevista una Magistrale in Scienze Forestali e ambientali con tre indirizzi, uno sulla gestione territoriale, uno sulla riqualificazione ambientale e uno sull’uso del legno. “Il Corso di Laurea di primo livello introduce alle tematiche ambientali”, precisa il prof. Mazzoleni, “ma è di base, nel vivo si entra dopo, con la Magistrale”. Gli sbocchi occupazionali sono attualmente legati soprattutto alle azioni di salvaguardia e ripristino ambientale. “C’è carenza di figure che sappiano come progettare interventi in questo settore”, dice il professore, “e i finanziamenti europei non mancano. La Regione Campania sta approvando il piano forestale regionale per i progetti nell’ambito del programma europeo valido fino al 2013, quindi prospettive si aprono sul nostro stesso territorio. Con un po’ di fantasia, inoltre, si possono anche inventare delle professioni, come è avvenuto all’estero, dove gruppi di laureati in Scienze Ambientali hanno costituito delle cooperative”. Il Corso prevede molte escursioni e attività pratiche, alcune anche della durata di più giorni, come le esperienze nelle riserve forestali in Toscana e in Abruzzo. L’istituto svizzero WSL, equivalente del nostro CNR, ha ospitato lo scorso anno un gruppo di studenti per uno stage estivo, mentre il Parco del Cilento ha stipulato una convenzione per tirocini e per ospitare laureandi che lavorano alla tesi. Il prof. Mazzoleni sottolinea infine che nell’ambito del Corso vengono sviluppati originali argomenti di ricerca. “Come Ateneo facciamo parte di un network internazionale che studia come ridurre il combustibile nelle condizioni di alto rischio di incendio. Alla Specialistica curiamo molto il tema della modellistica degli ecosistemi, cioè elaboriamo delle simulazioni per prevedere l’impatto di determinate dinamiche naturali o umane sugli ecosistemi. Siamo tra i pochi a farlo”. 
Il prof. Luigi Frusciante è il Presidente di un altro Corso di Laurea giovane, Viticoltura ed Enologia, con sede ad Avellino. Tra poco ci saranno i primi laureati, che hanno già realizzato un vino, l’Aglianico 2006, di cui sono state prodotte 1000 bottiglie con etichetta della Facoltà di Agraria Federico II. Il Corso, infatti, abilita alla professione di enologo e si rivolge a tutti coloro che vogliono occuparsi della coltivazione delle uve e della produzione dei vini. Sono state stipulate numerose convenzioni con cantine sia italiane che estere, dove gli studenti possono svolgere le 150 ore di tirocinio. Lo scorso anno gli allievi sono stati a Bordeaux, in Francia, dove il vino rappresenta al tempo stesso una tradizione e un business. “Un territorio di 120mila ettari che assorbe tantissimi enologi”, dice il prof. Frusciante, “35 laureati all’anno non possono trovare tutti lavoro ad Avellino, ma nel resto d’Italia e all’estero sì”. Il professore parla di 35 laureati perché il Corso è a numero chiuso: 35 posti disponibili, più 5 per studenti extracomunitari. La prova di accesso, consistente in un test a risposta multipla, si terrà a Monte Sant’Angelo entro la prima metà di settembre e verterà sulle materie di base. Sul sito della Facoltà sono riportati più di 3.500 quiz dai quali saranno sorteggiati quelli oggetto della prova, quindi ci si può esercitare già da adesso. Negli anni passati hanno presentato domanda di partecipazione alla selezione molte più persone rispetto ai posti disponibili, circa 100 l’anno. Segno di un gradimento costante. Però si deve fare attenzione, come avverte il Presidente del Corso: “Sono in parecchi a credere che cominceranno da subito a fare il vino. In realtà al primo anno si studiano materie di base come Matematica, Chimica, Fisica, che sono molto importanti e che non vanno sottovalutate. Inoltre, richiediamo a chi si iscrive la frequenza dell’80% delle lezioni”. La novità di quest’anno è l’attivazione di un Master di primo livello in Enologia. Le lezioni della triennale si tengono presso l’Istituto Agrario De Sanctis di Avellino in via Tuoro Cappuccini 6, ma durante l’anno 2009/2010 sarà pronta la nuova sede in Corso Italia. 
Sara Pepe
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