Il Preside: “le opportunità non mancano ma bisogna studiare seriamente”

Una Facoltà scientifica, basata sui saperi biologici, botanici, chimici,  tecnologici, economici. Questo è Agraria con i suoi quattro Corsi di Laurea triennale: Tecnologie agrarie, Tecnologie alimentari, Scienze Forestali, Viticoltura ed Enologia. Attivi anche un corso interfacoltà con Veterinaria, Tecnologie delle produzioni animali, e uno interfacoltà con Farmacia, Scienze Erboristiche. Agraria custodisce la tradizione dell’ottocentesca Scuola Superiore di Agricoltura, e la sua sede è ancora la stessa, ossia la Reggia Borbonica di Portici, ma si presenta ai giovani come un polo di studi moderni, ideale per chi vuole “trarre reddito da attività produttive che riguardano il territorio non cittadino”, come dice il Preside, prof. Paolo Masi. Il laureato di Agraria non si occuperà semplicemente della gestione di aziende agricole, ma anche di un’ampia gamma di attività diverse: agriturismo, tutela del patrimonio ambientale e forestale, floricoltura, progettazione e controllo alimentare, sviluppo sostenibile. Alte le possibilità di lavoro senza doversi spostare lontano. “Nel settore agroalimentare la Campania è terza per produzione dopo la Lombardia e l’Emilia Romagna”, spiega il prof. Masi, “sul nostro territorio sono presenti aziende importanti come la Unilever, la Barilla, la Buitoni, la Nestlè. La Campania è anche il maggior produttore di fiori d’Europa. Tra i laureati in Agraria non ci sono disoccupati cronici, le figure che formiamo possono collocarsi sia sul territorio nazionale che su quello internazionale. Le opportunità non mancano, ma si deve studiare seriamente”.
Il discorso studio è un po’ delicato. Ad Agraria si viene seguiti assiduamente da un corpo docente giovane e attento, ma allo studente sono richiesti altrettanta assiduità e impegno. Lo scorso anno è stato riequilibrato il carico didattico, diminuendo il numero di ore d’aula e aumentando la quantità di tempo da dedicare allo studio individuale. Un metodo che prevede che le lezioni si svolgano in due periodi da dieci settimane ciascuno, per tre giorni di fila a settimana, e che sarà confermato anche per il 2009/2010. Gli studenti che trovano difficoltà possono seguire appositi corsi di recupero, ma durante i semestri di lezione non ci sono sessioni d’esame. Le finestre d’esame vengono organizzate, a corsi conclusi, secondo lo schema: una settimana di prove ogni 15 giorni di studio a casa. “Forniamo tutti gli strumenti che servono per ottenere buoni risultati, ma i ragazzi devono studiare”, ribadisce il Preside. E racconta un aneddoto: “Mi ha scritto uno studente lamentandosi del fatto che da noi agli esami si boccia, mentre in altre Facoltà no. Io gli ho risposto di informarsi se con altre lauree si trova lavoro come con le nostre. Siamo esigenti, è vero, perché studiare bene è come fare un apprendistato. I nostri laureati devono essere in grado di domandarsi il perché delle cose e di darsi delle risposte, che poi è quanto gli verrà richiesto nel mondo del lavoro. Sto elaborando delle statistiche sull’efficacia del metodo che abbiamo adottato quest’anno, e ho rilevato che nelle ultime tre sedute di laurea il 90% dei candidati si è laureato nei tempi curricolari”. Se si sceglie la Facoltà “con affetto”, però, tutto diventa più semplice. Il prof. Masi conclude consigliando alle aspiranti matricole di farsi guidare dall’emozione e non solo dalle valutazioni sulle prospettive occupazionali. Infine, raccomanda di vivere appieno la Facoltà. “La vita universitaria è fatta di studio ma anche di altro, di amicizia, di stimoli culturali, di attività politica. Si deve imparare a coniugare tutto insieme perché solo così l’università diventa una irripetibile esperienza di crescita”. 
 
I servizi su Agraria sono a cura di Sara Pepe
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