Alì Ansari ad Architettura

Aversa “accende i riflettori” su Monaco. Ha rappresentato un’importante occasione di scambio didattico l’incontro – organizzato lo scorso 27 marzo dal prof. Roberto Liberti (docente di Design per la Moda II) – tra gli studenti di “Design per la Moda” della Facoltà di Architettura e Alì Ansari, general manager dell’AMD (Accademia di Moda e Design di Monaco). Ansari ha aperto il suo intervento presentando in maniera molto dettagliata ed avvalendosi di materiale video l’offerta formativa proposta agli studenti che entrano a far parte dell’Accademia: “L’AMD nasce come accademia privata ad Amburgo nel 1988; nel 1995 viene inaugurata una seconda sede a Dusserdoff; nel 1999 apre anche a Monaco – dove, nel 2005, verrà istituita l’Università privata – ed infine, nel 2006, a Berlino. E’ l’istituzione di Design più grande della Germania. La durata del corso è di tre anni e sei mesi. Per accedere gli studenti debbono superare due esami; solitamente i giovani che fanno i test non hanno alcuna esperienza nel campo della moda. La classe che viene a formarsi è costituita da soli venticinque studenti”. Obiettivo del primo anno è sviluppare il senso creativo negli allievi attraverso un lavoro sperimentale; da questa fase è completamente escluso l’aspetto commerciale: “il focus del primo anno è sul trend, il concept e la realizzazione del photoshoot”, dice Ansari, mentre nel secondo anno “gli studenti imparano a realizzare collezioni di manswear e womanswear. In questa fase i ragazzi realizzano l’abito attraverso la sperimentazione direttamente sul tessuto”. Questo secondo passo rappresenta un momento molto importante per gli studenti dell’AMD perché è un biglietto da visita grazie al quale poter partecipare allo stage: “l’Accademia offre agli studenti l’opportunità di uno stage formativo della durata di quattro mesi in America, Inghilterra, Cina, India, Australia, Messico ed Italia. L’80% di loro parte, al restante 20% viene data la stessa opportunità ma, anziché andare all’estero, rimane in Germania” il che sottolinea l’importanza che l’Ateneo tedesco dà al contatto tra Università e mondo del lavoro. 
Oltre allo stage, l’Accademia organizza due volte l’anno un workshop – che, a rotazione, viene allestito ad Amburgo, Berlino e Dusserdoff – grazie al quale gli studenti delle diverse sedi hanno l’opportunità di scambiare conoscenze. 
L’Ateneo tedesco dispone di laboratori dotati di strumentazioni industriali messe a disposizione degli studenti che imparano, con il supporto di un’équipe tecnica, a realizzare manualmente i loro capi.
Il percorso formativo si conclude con un lavoro di tesi che consiste nella preparazione di ventisette pezzi, con relativi photoshoot e video senza alcun supporto professionale. Una volta conseguito il diploma, l’inserimento  immediato in azienda è quasi certo: “il 60% dei nostri studenti trova lavoro come assistente stilista” afferma Ansari.
Gli studenti aversani sono curiosi di conoscere la visione che l’AMD ha della moda: “la nostra visione della moda è molto realistica; è importante guardare alle esigenze del mercato mondiale. È necessario trovare la giusta combinazione tra realtà e fantasia, è per questo che noi formiamo studenti che abbiano una preparazione ‘globale’: devono essere in grado di disegnare, cucire, fotografare, realizzare un video ed una sfilata. Oltre alla creazione anche la presentazione fa parte del portfolio di competenze che lo studente deve possedere”. Altro elemento di curiosità è rappresentato dal rapporto che l’Accademia tedesca ha con le aziende: “ogni anno Monaco è sede di una fiera tessile. Capirete, dunque, che è molto semplice per i nostri studenti avere un contatto diretto con le aziende. Ogni anno alla fiera viene proposto un tessuto differente che gli allievi possono acquistare a prezzi modici; questo consente loro di sperimentarsi ogni anno con diversi tessuti”.
Un punto vendita
virtuale per le
creazioni dei giovani
Ansari conclude il suo intervento con un “elogio” del Bel Paese: “voi siete in Italia, il Paese in cui è nata la moda. La vostra tradizione è la migliore al mondo e i giovani italiani possono insegnare molto perché possiedono la creatività, ma per poterlo fare devono avere coraggio e lavorare duramente”.
“Siamo in un territorio pieno di imprese che non lavorano nella moda ma per la moda. Questa regione rappresenta l’anello debole del “made in Italy”. Data la difficoltà per i giovani di inserirsi nella produzione sartoriale, basata su tradizioni familiari, preferiamo formare i ragazzi sull’affiancamento alla produzione. La nostra Scuola forma professionisti il cui punto di forza è costituito dalla cultura “visual” della moda – dice la prof.ssa Patrizia Ranzo, Presidente del Corso di Laurea – non ci basta più la preparazione sui libri, è per questo che stiamo mettendo a punto, insieme alla Regione, una serie di programmi che mettano in contatto gli studenti con le imprese”. Ranzo lancia, inoltre, una proposta: “gran parte dei giovani che noi formiamo non riescono a vendere le proprie creazioni. Noi, come Scuola, abbiamo intenzione di dar vita ad un progetto sperimentale che consiste nell’allestimento di un punto vendita “virtuale” in cui i giovani possano vendere le proprie creazioni a basso prezzo” ed annuncia agli studenti che quello con Alì non rappresenta un incontro isolato ma l’inizio di una collaborazione con l’Accademia di Monaco per la messa a punto di un progetto di lavoro sulla moda.
Barbara Leone
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